Il 2 settembre scorso, la nazionale italiana di Calcio maschile, dopo essere rimasta orfana a causa dell'addio di Roberto Mancini alla panchina azzurra, ha aperto e inaugurato un capitolo inedito della sua storia, una nuova era calcistica targata Luciano Spalletti. Quest'ultimo è stato scelto e voluto fortemente dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che vede nell'allenatore toscano la figura giusta per riportare la nazionale agli apici del Calcio mondiale.   

Luciano Spalletti: il duro lavoro paga!  
L'esperienza del neo tecnico azzurro è frutto di un lungo percorso, di tanta esperienza, dedizione e sacrifici. Fin dalle prime parole, egli ha espresso tutto il suo entusiasmo e la soddisfazione per essere stato scelto come figura idonea a ricoprire un ruolo così importante e di grandi responsabilità. Spalletti ha fatto capire fin da subito la sua volontà, il suo intento, la sua filosofia di Calcio che ruota attorno al concetto di felicità. Egli si è presentato così alle prime dichiarazioni da Ct azzurro, con una parola all'apparenza banale, ridondante, ma che sembra essere ormai sparita da diverso tempo dallo spogliatoio italiano. Il curriculum del tecnico di Certaldo certifica la completa maturitazione, il giusto bagaglio di esperienze per poter ricoprire il ruolo da allenatore dell'Italia. Ebbene sì, è come per un frutto, va colto dalla pianta nel momento in cui è maturo.
Lo stesso vale nella vita: i bambini sono dei frutti acerbi, solo grazie all'esperienza, tramite la scuola, altre attività, tra cui lo sport e ogni accasione di condivisione, arrivano ad un grado di maturazione tale per cui, poi, potrà arrivare a ricoprire un posto ben definito nella società. Proviamo ad immaginare un essere umano all'età di 20 anni senza mai avere un vissuto insieme ad altri suoi simili, cosa ci si potrebbe aspettare? Va da se che la sua vita avrebbe una situazione estremamente complessa, poiché non saprebbe leggere, né scrivere, ne tantomeno relazionarsi con il prossimo. Venendo a mancare quest'ultimo aspetto si può affermare che si tratta di un'esistenza priva di senso in quanto l'uomo è la creatura più comunicativa di tutti, dove la situazione di eremita è considerata contro natura come affermerebbe il filosofo Tommaso d'Aquino.   

Dove si vuole arrivare con questo discorso?
In questo caso, parlando di sport, di Calcio, in particolare della nuova versione della nazionale italiana guidata dal suo nuovo allenatore, il discorso della maturazione e dell'esperienza, oltre ad essere delle sue peculiarità ben definite e certificate, vengono inevitabilmente ricondotte anche alle scelte riguardanti la rosa dei giocatori.  

Queste le parole del mister nella prima conferenza in merito alle decisioni sui  ragazzi scelti per indossare la maglia azzurra nelle prime due gare, due match  di fondamentale importanza per centrare il primo obiettivo, ovvero la qualificazione al prossimo campionato europeo del 2024

"Saranno due partite molto importanti, abbiamo bisogno di un po' di spessore internazionale e di esperienza. Per quanto mi riguarda questa maglia è un dono troppo importante che bisogna contraccambiare. Cerco di scegliere i migliori: in questo momento qui è importante il minutaggio. Verratti e Jorginho ad esempio li ho lasciati a casa perché non avevano minuti nelle gambe e non avevano svolto la preparazione".

Un'esplicitazione, delle dichiarazioni che conducono dritto verso il criterio utilizzato in ottica convocazione, dove risalta il pensiero cardine del neo Ct azzurro, secondo cui i calciatori non vengono selezionati in base all'età, al club in cui giocano, al campionato, bensì alla forma, alla tenuta fisica all'interno del rettangolo di gioco. Luciano Spalletti ha le idee chiare e precise, e al contempo non vuole essere influenzato da quello che viene detto al di fuori, dal giudizio esterno.   

Come sarà la nazionale spallettiana?   
Le prime azioni del tecnico di Certaldo non potevano che essere quelle relative alle convocazioni. Di seguito tutti i calciatori che il mister ha deciso di inserire nel suo equipaggio alla volta di EURO2024: 

Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham);

Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Cristiano Biraghi (Fiorentina), Nicolò Casale (Lazio), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), Alessio Romagnoli (Lazio), Giorgio Scalvini (Atalanta), Leonardo Spinazzola (Roma);

Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Davide Frattesi (Inter), Manuel Locatelli (Juventus), Lorenzo Pellegrini (Roma), Matteo Pessina (Monza), Sandro Tonali (Newcastle);

Attaccanti: Federico Chiesa (Juventus), Wilfried Gnonto (Leeds), Ciro Immobile (Lazio), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Napoli), Mateo Retegui (Genoa), Mattia Zaccagni (Lazio), Nicolò Zaniolo (Aston Villa).

 

La dottrina calcistica del nuovo mister vedrà gli azzurri scendere in campo con il modulo 4-3-3, e le decisioni sugli uomini scelti per la sfida contro la Macedonia del nord sembrano essere definitive:

Donnarumma tra i pali; Di Lorenzo, Scalvini, Bastoni, Dimarco a completare la linea difensiva; Barella, Locatelli e Tonali a centrocampo; Chiesa, Raspadori, Zaccagni a completare la linea offensiva. Spalletti, schierando Zaccagni e Chiesa come esterni sembra puntare molto sulla velocità ma anche sulla tecnica viste le grandi doti che l'esterno bianconero e biancoceleste hanno sia in velocità nel saltare l'uomo che nel tiro potente da fuori.   

Si può parlare di una nazionale neonata, dove tutto è ancora da vedere, da scrivere, dove si auspica ad una rinascita, ad una primavera fiorente, anche se già c'è chi manifesta malcontenti nei confronti delle scelte del tecnico ex Napoli, tra queste la decisione di nominare capitano dell'Italia, l'attaccante, Ciro Immobile. In molti si sono lasciati andare sui social network affermando parole di dissenso nei confronti dell'attaccante biancoceleste.  

Perché?
Le critiche pare abbiano origine dai tempi dell'Italia di Roberto Mancini, in cui Immobile veniva definito un attaccante non adatto a giocare in azzurro. Complici sono le poche reti trovate da quest'ultimo durante questi anni nelle sfide giocate.
È evidente che si tratta di un giocatore che ha trovato difficoltà all'interno di una squadra che ha avuto però anch'essa degli alti e dei bassi.  

Spesso, ciò che ha contraddistinto in negativo il tifoso italiano è lo scetticismo e la critica anche nei confronti di una vittoria, come il parere di "tifosi" secondo cui l'Italia ha vinto gli europei del 2021 per pura fortuna. Oltre a questo vi anche il vizio di dare sentenze prima del tempo...

Nel caso di Ciro Immobile, la decisione presa da Spalletti è ben chiara: Ciro sarà il capitano per avere il maggior numero di presenze. Ma è chiaro che la scelta non è legata solo a questo fattore poiché non può essere indifferente al fatto che la punta di Torre Annunziata con il suo club ha scritto la storia: 200 gol siglati in 6 anni nella Capitale, una scarpa d'oro e diverse vittorie della classifica capocannonieri della Serie A. Dunque un giocatore dal forte potenziale che ha tutte le carte in regola per migliorare grazie a questa nuova gestione. D'altronde anche i giocatori arrivati a certi livelli hanno sempre qualcosa di nuovo da imparare e aspetti da migliorare.
Bisogna rammentare che il ruolo dell'allenatore è pur sempre quello di insegnare, una figura chiamata a tirar fuori il meglio dal singolo e di conseguenza sfruttare tali qualità per lo scopo comune, ovvero di creare un collettivo ben amalgamato, costituito da un'ottima intesa, unito verso un solo obiettivo: la vittoria.

Un buon spremiagrumi è quello che sa tirar fuori tutto il succo all'interno dell'arancia!  
L'Italia ha bisogno di ripartire e per farlo occorre fiducia: in primis dai propri supporter  
Che sia l'inizio di una nuova storia di gloria? Solo il tempo saprà dirlo!  

Nel frattempo, pare che tra i corridoi degli uffici di Coverciano, il buon Luciano, con il suo carattere deciso e forte, che da sempre lo contraddistingue, abbia più volte detto una frase specifica nei confronti di chi vorrebbe boicottare il suo lavoro.  

Cosa ha detto? 
Oltre alla celebre frase di Shakespeare "Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli." si è lasciato ad uno sfogo in cui affermava:
Caro italiano… ma non lo perdi mai il vizio?