In tutto ciò si pone il caso Pafundi. Se ne è parlato fin troppo, quel poco che si è visto in campo si è potuto osservare cosa il ragazzo monfalconese è in grado di fare ma con questa Udinese non potrà realizzarsi, non potrà esprimersi, non potrà avere lo spazio che cerca. Questa è la realtà. Duole doverlo dire ma per il bene di Pafundi e del calcio italiano, l'Udinese deve farlo partire almeno in prestito, in una squadra dove possa giocare e far vedere cosa sa fare può fare. Anche senza diritto di riscatto. Se Pafundi continuerà a rimanere in panchina senza giocare lo perdiamo, si demoralizza, ed è un danno per il nostro calcio. Certo, vero è che c'è chi dice che Pafundi è solo operazione mediatica, che fisicamente è debole, ma nessuno ha la bacchetta magica e l'unico oracolo che esiste è quello del campo.
Solo il campo potrà dire cosa o non cosa Pafundi è in grado di fare e di regalare al calcio italiano che si lamenta tanto dell'assenza di talenti e quando li ha li manda in panchina. L'Udinese è una formazione per stranieri, gli italiani non hanno spazio, tolto forse Silvestri. Ha il primato europeo di internazionalità che non fa rima con successo però in Friuli.
L'Udinese è una squadra che può dare tanto al calcio nostrano e se vuole il bene di Pafundi deve farlo partire almeno in prestito. Prima che sia tardi. Prima che il ragazzo decida di muoversi autonomamente ed andare altrove e a questo punto nessuno potrà più dirgli nulla.
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