19 Marzo 2023, il Siviglia sotto la direzione tecnica del manager argentino Jorge Sampaoli esce sconfitto per 2-0 dalla trasferta di Getafe con l'omonima squadra e si ritrova in piena lotta salvezza con l'esiguo vantaggio di due soli punti sul Valencia e l'Almeria, appaiate al terzultimo e penultimo posto a 26 punti.
Giunti alla 26esima giornata, il tabellino recita solamente 7 vittorie e 7 pareggi a fronte di ben 12 sconfitte che relegano i Rojiblancos alla 14esima posizione, nonostante una rosa costruita per ben altri obbiettivi di classifica. La difesa, colpevole di 42 gol subiti, è la terza peggiore del campionato, meglio solamente di Almeria ed Elche che conduce questa speciale classifica con 51 gol presi. L'attacco, punto di forza della formazione, stenta a trovare la propria intesa producendo solamente 29 gol, con una media leggermente superiore a un gol per partita, decisamente poco per l'esperienza e la qualità della squadra andalusa.
Per svoltare una stagione altamente deludente il Direttore sportivo Monchi (vecchia conoscenza del campionato italiano) decide di esonerare Sampaoli, il quale era subentrato a sua volta al collega spagnolo Julen Lopetegui solamente sei mesi prima, per sostituirlo con Jose Luis Mendilibar, esperto allenatore di origine basca.
Il 21 Marzo Mendilibar firma il proprio contratto con il Siviglia, diventando ufficialmente il tecnico della squadra e diventando artefice di un incredibile finale di stagione. In 8 partite di Liga ottiene la bellezza di 19 punti, frutto di 6 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta subita con il Girona in casa e una media di 2,38 punti per partita che valgono la risalita della classifica fino al decimo posto attuale, giocando un calcio divertente e offensivo ma allo stesso tempo prudente come dimostrano i 15 gol fatti e i 7 subiti (sono 4 i cleansheet prodotti).
Il modulo adottato è un 4-2-3-1 estremamente solido, con il trequartista incaricato di svariare a destra e a sinistra (Oliver Torres solitamente) per aiutare le ali (Bryan Gil e Lucas Ocampos) nei compiti offensivi, con il bomber marocchino El-Nesyri unico terminale d'attacco. Lo spartito tattico recita un pressing asfissiante votato al recupero palla veloce e al ribaltamento di fronte tramite rapide transizioni, con gli esterni d'attacco che da stretti in fase difensiva allargano il campo una volta riconquistato il possesso. La mediana costituita da Rakitic e Fernando garantisce qualità, quantità ed esperienza con il primo incaricato di compiti più offensivi, come si può notare dalla sua posizione spesso a ridosso del limite dell'area avversaria, mentre la difesa, che tende a giocare molto alta in fase d'attacco, sa ricompattarsi graniticamente davanti a Bono nei momenti in cui subisce il gioco nemico. L'instancabile Acuna e l'eterno capitano Jesus Navas interpretano il ruolo di terzini molto offensivi, in particolare grazie alle ottime doti di cross del giocatore spagnolo, e possono venire sostituiti dagli altrettanto validi Alex Telles e Montiel, elementi affidabilissimi della panchina rojiblanca.
Sempre nelle riserve il Siviglia può vantare il Papu Gomez, Suso e il Coco Lamela, giocatori tanto tecnici quanto discontuinui ma sulle cui qualità non ci sono dubbi. Gli ottimi risultati conseguiti in terra iberica, però, non danno una reale idea del lavoro fatto dal tecnico di Zaldibar, in quanto l'organico biancorosso può essere considerato inferiore solamente alle tre big di Spagna: Barcellona, Real Madrid e Atletico de Madrid.

E' nella seconda competizione europea, invece, che si compie il capolavoro di Mendilibar, in cui affronta e elimina due grandissime del calcio internazionale da assoluto outsider. Per quanto l'Europa League possa venire considerata la casa del Siviglia, è innegabile che i pronostici fossero totalmente contrari alla squadra pluricampione sin dai quarti di finale, dovendo affrontare il funambolico Manchester United di Erik Ten Hag, favorito per la vittoria della competizione dopo l'eliminazione del Barcellona agli spareggi per gli ottavi. Agli ottavi i Red Devils si sbarazzarono dei rivali cittadini del Real Betis con un tennistico 5-1 totale, mentre la formazione andalusa faticò a superare il turno contro l'osticissimo Fenerbahce, che dopo aver perso per 2 a 0 all'andata non riuscì a ribaltare il risultato a Istanbul in una partita giocata quasi totalmente nella metà campo del Siviglia.
La prima gara dei quarti si tiene nel Teatro dei Sogni di Manchester e fin dall'inizio sembra essere totalmente a favore della squadra di casa che si porta in vantaggio con Sabitzer nel primo quarto d'ora e raddoppia nuovamente con il centrocampista austriaco solamente 7 minuti più tardi. La partita sembra ormai indirizzata verso la vittoria dei Ten Hag boys ma entrati negli ultimi minuti del secondo tempo qualcosa di irrazionale e magico accade: lo United si condanna a un pareggio interno grazie alle due autoreti di Malacia e Maguire in soli 8 minuti, tra 84' e 92', e rimettendo la squadra di Mendilibar in corsa per un'insperata qualificazione. Il ritorno al Ramon Sanchez-Pizjuan sembra solo una formalità per i rossi di Manchester per la supremazia dimostrata la settimana precedente, ma una prestazione leggendaria del Siviglia sbarra la strada alle ambizioni degli inglesi. Allo scadere del 7' un disastro combinato dalla premiata ditta De Gea&Maguire permette al Siviglia di recuperare palla al limite dell'area grazie a un fortunoso rimpallo sulla coscia di Lamela ed El-Nesyri non deve far altro che prendere la mira a tu per tu con il portiere dello United.
Per quanto l'occhio si posi ovviamente sull'errore macroscopico del duo difensivo, il difensore inglese si è ritrovato pressato da tre uomini contemporaneamente con nessuna possibilità di appoggio, a testimonianza del grande lavoro anche degli attaccanti in fase di recupero palla. Una traiettoria insolita assunta dal colpo di testa di Bade permette alla formazione andalusa di raddoppiare da calcio d'angolo al rientro in campo dopo l'intervallo, prima del KO finale segnato nuovamente dal bomber marocchino su ennesimo errore clamoroso di De Gea. Su un rinvio infatti dalla metà campo di casa il portiere sbaglia totalmente i tempi di intervento, esibendo uno strano stop che per il numero 15 del Siviglia è solo un cioccolatino da scartare. 3 a 0 e delirio totale al Sanchez-Pizjuan, roccaforte delle imprese in Europa League, ora nuovamente fiducioso della propria campagna europea. In semifinale arriva la Juventus, altra grande favorita per la vittoria, specialmente dopo l'eliminazione proprio del Manchester United. La Vecchia Signora però non conferma minimamente le aspettative facendosi dominare in casa all'andata e riprendendola solamente con l'ultimo pallone disponibile, grazie a un colpo di testa di Federico Gatti al 97' che risponde al gol del solito El-Nesyri, bravissimo a farsi trovare smarcato in area dopo un contropiede 3 contro 2 letale. La discesa palla al piede di Ocampos, il velo di Gil a disorientare la difesa bianconera e il piazzato di El-Nesyri sono la manifestazione perfetta della poliformità del gioco di Mendilibar, capace al ritorno di irretire comletamente la Juventus e costringerla per gran parte della partita a rintanarsi nella propria metà campo.
L'estemporaneo gol del vantaggio di Vlahovic spezza solo momentaneamente la mole di gioco espressa da Siviglia che con veloci triangolazioni e possesso palla rapido riesce a portare numerosi uomini nell'area di rigore della squadra torinese, anche grazie all'atteggiamento rinunciatario degli stessi. Il Ramon Sanchez-Pizjuan fa capire fin dall'ingresso in campo il motivo del soprannome Infierno Rojo, cantando e incitando senza sosta e di fatto ricoprendo il ruolo di dodicesimo in campo, consapevole della grande occasione di tornare in finale della propria competizione.
Il Siviglia, infatti, con ben sei vittorie, recita un ruolo di unicum nella storia della Europa League, anche grazie al breve periodo in cui vennero conquistate (tutte tra il 2005 e il 2020, di cui le prime due e le seconde tre consecutive). Il pareggio viene siglato da un gran gol di Suso prima che la marea rossa inondi completamente le speranze juventine nei tempi supplementari.
Nel primo tempo supplementare una frustata di testa del Coco Lamela punisce la difesa juventina e regala l'ennesimo capitolo  a una città che non vuole smettere di sognare.
In Finale la squadra di Mendilibar giocherà con la Roma di Mourinho, il quale non ha mai perso una finale europea nella propria carriera ma sa bene di non poter stare rilassato: la Reina de Copa è tornata e vuole mettere il settimo sigillo in questa favola che sembra non voler finire mai.