Romelu, ma è davvero solo business?
L'immaginazione umana è una potentissima arma, dai confini quasi illimitati. Quasi. Neppure la più fantasiosa delle persone avrebbe potuto immaginare il thriller di mercato a tinte bianconerazzurre che ha tenuto banco nel weekend appena conclusosi, lasciato con il fiato sospeso e la bocca spalancata milioni di tifosi delle due fedi appena citate.

Nel pomeriggio di venerdì 15 luglio l'Inter, dopo una trattativa condotta come una guerra di posizione, decide di soddisfare le richieste del Chelsea raggiungendo i famigerati 40 milioni per aggiudicarsi per la terza volta le prestazioni sportive di Romelu Lukaku, pedina fondamentale nella scacchiera ideale di Marotta e Ausilio.
La proposta della dirigenza nerazzurra a dire il vero si attesta a 35 milioni di parte fissa, in aggiunta 5 milioni di bonus più o meno facilmente raggiungibili.
La specificazione è importante perchè, mentre l'Inter cercava di raggiungere telefonicamente Lukaku, la Juventus ha fatto recapitare un'offerta al Club londinese di 37,5 milioni più 2,5 di bonus legata a doppio filo con la ipotetica cessione di Dusan Vlahovic al Paris Saint-Germain, al momento unica squadra interessata concretamente ad acquistare il numero 9 serbo.
La squadra parigina ha concordato i termini personali con la punta della Juventus, ma sta cercando di districare la matassa Mbappe-Neymar prima di buttarsi a capofitto sul mercato degli attaccanti, in caso di cessione di una delle due stelle. Al momento una partenza del numero 10 non è alle porte mentre sarebbe in piena tormenta l'affaire Mbappe, messo alla porta della gabbia dorata che il Psg ha primo costruito per lui, per poi cacciarlo l'estate seguente.

Tornando alla questione Lukaku: quando il direttore sportivo Piero Ausilio scopre della rivalità della Juventus nella corsa per il gigante Belga, immediatamente scatta l'allarme nel quartiere generale interista. La società meneghina non aveva alcuna intenzione di partecipare ad aste sanguinose, tantopiù che l'impegno economico era già di primissimo livello per il campionato italiano, tanto per la cifra di acquisto quanto per lo stipendio poi da devolvere al giocatore ( sembra intorno agli 8,5 milioni, come la passata stagione).
I primi allarmi si concretizzano: l'ex-numero 90 nerazzurro e il suo dubbio avvocato rappresentante Sebastien Ledure risultano introvabili, il telefono continua a squillare a vuoto e quel maledetto tarlo inizia a farsi strada per la mente di Ausilio, coinvolto in prima persona nella trattativa.
Nella serata di venerdì i quotidiani e le trasmissioni sportive riportano la misteriosa scomparsa di Lukaku che, nel momento decisivo, decide di temporeggiare scollegando il telefono e del deciso intervento della Juventus, determinata a dirottare a Caselle quel volo che sembava diretto a Milano. Nella notte di venerdì il protagonista tanto atteso ricompare sulla scena principale, con una telefonata che voleva essere di chiarimento ma Lukaku riceve invece la porta in faccia, sbattuta da un irritatissimo Piero Ausilio.
Voci di corridoio narrano che questa conversazione tra i due sia durata circa 30 secondi, in cui il DS nerazzurro ha fatto comprendere a Big Rom che in quella sponda del Naviglio sarebbe stato ospite altamente indesiderato. Ricostruzioni più recenti sostengono che Ausilio fosse stato messo a conoscenza dei piani di Lukaku da Roc Nations, agenzia rappresentante dell'attaccante, a sua volta furiosa per la sua completa esclusione dalla trattativa in favore dell'avvocato Ledure.

I giornali di sabato si scatenano: uno dei giocatori più rappresentativi dell'Inter degli ultimi anni decide di punto in bianco di rifiutare la proposta milanese per accodarsi alla rivale di sempre. Zenga, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, lo definisce il più grande tradimento calcistico dopo il passaggio di Luis Figo dal Barcellona al Real Madrid. Risuonano le parole rilasciate in quella celebre intervista a Sky Sport, in cui Lukaku giura eterno amore ai colori nerazzurri ed eterna rivalità a Milan e Juventus.
Risuonano vuote, di circostanza, come un bambino che vuole ingannare la maestra dicendo di non ricommettere lo stesso errore solo per non restare ancora in punizione.
Eppure in tanti ci avevano creduto. Nessuno di loro avrebbe immaginato un simile epilogo. Epilogo che in realtà non è ancora scritto data la dipendenza dall'operazione in uscita di Vlahovic, cardine fondamentale per il player trading obbligato in casa Juventus.
Al momento la Vecchia Signora si è defilata dalla caccia all'attaccante belga con le parole del nuovo Direttore Sportivo Cristano Giuntoli, che ha definito il tutto come semplice presa d'informazioni, minimizzando la clamorosa portata mediatica di questa operazione. 

Ricostruito a grandi linee questo thriller di mercato, ci si viene da domandare: Romelu, perchè?
Perchè abbandonare una società che ha compiuto sacrifici per prelevarti in prestito, dopo un anno in cui hai vissuto mille difficoltà, terminato da prigioniero di una gabbia dorata e sopratutto indesiderato da tutto l'ambiente Chelsea?
Senza considerare che al tuo ritorno, nonostante l'abbandono volontario per volare a Londra nel Club dei tuoi sogni, l'Inter ti ha elargito lo stipendio più alto della squadra e della Serie A intera.
Perchè sputare nel piatto di una squadra che ti ha ripreso, festeggiando il tuo ritorno come quello del filiol prodigo e proteggendoti dalle critiche, dagli attacchi mediatici e da una larga porzione di appassionati che ti reputava finito? Ti sei forse dimenticato del tuo annus horribilis al Chelsea? Ti sei forse dimenticato di essere stato a lungo infortunato durante la stagione, recuperando solamente a 2023 inoltrato?
Per non parlare del Mondiale, in cui la miglior generazione di sempre del Belgio ha concluso il proprio ciclo con una deludentissima eliminazione ai gironi di cui tu fosti complice con numerosi gol sbagliati da posizioni decisamente favorevoli.
Le indiscrezioni raccontano di un'offerta economica superiore della Juventus, ma si riduce davvero tutto a questo? Senza considerare che - UEFA permettendo - i sabaudi la prossima stagione parteciperanno alla Conference League, terza competizione europea per importanza. Forse ha ragione Zenga, è dai tempi di Figo al Real Madrid che non si vedeva un trasferimento così ambiguo in ambito calcistico. Ma quelli erano i Galacticos... 

Questa evoluzione delle trattative ha scontentato tutte le parti in causa: l'Inter dovrà andare alla ricerca di un attaccante da integrare nel reparto offensivo (cercando di coprire una falla totalmente inaspettata nella strategia di mercato, il che spiega ulteriormente la rabbia di Piero Ausilio nella già celebre telefonata), il Chelsea si ritrova sul groppone un esubero salatissimo in termini di ammortamento annuale e stipendio, l'ex-attaccante nerazzurro al momento è stato messo fuori rosa dal Club londinese, senza reali pretendenti, escluse le offerte arrivanti dal calcio arabo.
Veramente una pessima gestione da parte del giocatore e del suo entourage, che ora, nonostante le dichiarazioni di inizio mercato, vede schizzare in testa alle destinazioni più probabili la Saudi Pro League.

Cuadrado nella tana dei nemici
La presentazione di Juan Guillermo Cuadrado come nuovo giocatore dell'Inter ha fatto storcere il naso a tanti, quasi tutti. Eccetto uno: Simone Inzaghi. Con l'innesto del laterale colombiano l'allenatore piacentino trova un ricambio affidabile per il quinto di destra, con caratteristiche espressamente richieste dal tecnico. Dribbling, scatto nel breve, facilità nel creare superiorità numerica e traiettorie balistiche di ottime fattura.
Spesso nella stagione passata si era evidenziata la mancanza di un giocatore in grado di scardinare le difese avversarie quando queste, come nel caso di molte squadre di media-bassa classifica, si rinchiudono dietro la linea del pallone. Inzaghi potrà ora contare su armi che nel suo arsenale sono mancate nel tempo. Operazione in linea con i parametri di sostenibilità della società nerazzurra, il "Panita" arriva da svincolato con contratto di una sola stagione ad ingaggio contenuto (2,5 milioni).
Se dal punto di vista tecnico-economico non ci sia nulla da ridire sulla bontà dell'operazione, cancellare in un batter d'occhio anni di odio sportivo ai massimi livelli non sarà altrettanto semplice. Cuadrado è uno dei giocatori più rappresentativi di uno dei cicli più longevi e vincenti della storia della Juventus, del calcio italiano e mondiale: 5 scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane con i bianconeri.
Una vittima preferita: l'Inter. 
Storie di scontri, risse, inimicizia, episodi.
Storie di campo. Per il tifoso interista Cuadrado è sempre stato un nemico odiato, additato come irrispettoso e antisportivo. Considerazione che non è stata cambiata, quella nei confronti del Colombiano, tanto da esporre uno striscione di benvenuto nel primo giorno di ritiro del nuovo acquisto dell'Inter. Esattamente come la contorta vicenda Lukaku, si tratta di un'operazione che lascia l'amaro in bocca: cancellare tanti anni caratterizzati da centinaia di partite e migliaia di emozioni non è semplice. 
Ci sono stati tanti giocatori nella storia che hanno vestito entrambe le maglie (da Bonucci, a Vieira, Ibrahimovic e via dicendo) ma Cuadrado non è stato uno qualsiasi...
Per comprendere il rapporto tra lui e il mondo nerazzurro basti pensare all'ultimo derby d'Italia giocato sponda bianconera: al termine della partita Lukaku e Cuadrado sono protagonisti (proprio loro) di un battibecco furioso che coinvolge gran parte delle due squadre.
Risultato? Espulsione, che andrà scontata proprio con la maglia dell'Inter.
Nonostante si tratti di una situazione completamente differente rispetto a quella di Lukaku - la Juve ha deciso di non estendere il contratto del colombiano - non è certo facile comprendere i motivi di questo passaggio. Dopotutto dalle parti del Naviglio viene ricordato come quello del rigore di Perisic, uno dei tanti esempi di odio, forse il più acceso, tra la tifoseria nerazzurra e il laterale destro. E' soprattutto l'uomo da 6 gol e 4 assist, contro nessun'altra squadra di Seie A ha fatto meglio, per far capire che nemico formidabile fosse. Indimenticabile il gol del pareggio nella partita passata alla storia grazie all'episodio Pianic-Vecino: il 2-2 prima del timbro di Higuain diede la forza alla Juventus di ribaltare una partita e rimontare uno Scudetto indirizzato verso Napoli. 
"Se non puoi batterlo, fattelo amico". E fu così che Marotta, già ottimo conoscitore del giocatore, sistema la corsia destra dell'Inter con il più impensabile degli acquisti.

Non sarà certamente facile ambientarsi per lui, come non lo sarà per i tifosi di Juventus e Inter vederlo a maglia invertita, ma questo è il calcio moderno, e non dovrebbe più stupire.
Forse veramente sono state ammainate le bandiere.