NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


Vittoria di sacrificio e carattere per l'Inter che, chiuso in svantaggio il primo tempo dopo essere andati avanti con Acerbi, ribalta tutto giocando una seconda frazione pressoché perfetta mostrando una lucidità e una consapevolezza disarmanti.
Che Roma-Inter non sarebbe stata una partita semplice era noto a tutti: la rigenerata Roma di De Rossi aveva inanellato tre convincenti vittorie consecutive ed era pronta a far male anche ai nerazzurri, sospinta dall'entusiasmo e la freschezza portati dal cambio in panchina e da una cornice di pubblico stratosferica per l'occasione. Davanti al tutto esaurito dell'Olimpico i giallorossi iniziano con il piede schiacciato sull'accelleratore e sin dai primi minuti iniziano a farsi pericolosi dalle parti di Sommer, chiamato in causa da un tentativo velenoso di  El Saharaawy quando la lancetta deve ancora compiere il primo giro. Al numero 1 nerazzurro serve un colpo di reni importante per alzare in calcio d'angolo un destro a giro dell'italo-egiziano indirizzato all'incrocio dei pali. La Roma sembra percepire un momento di iniziale confusione negli uomini di Simone Inzaghi (che, diffidato, ha seguito il match dalle tribune dell'Olimpico) e prova ad approfittarne portando una pressione asfissiante nella metà campo interista: capeggiati da un furoreggiante capitan Pellegrini, gli incursori di casa spezzano le trame di gioco nerazzurre e obbligano i capolisti a rintanarsi nella loro trequarti per una buona decina di minuti, sovrastandoli con il primo pressing e favorendo un comodo recupero palla delle retrovie

Terminata questa prima fase di gioco i nerazzurri iniziano a tessere la loro tela, il palleggio dei centrocampisti si rende sempre più fluido, i braccetti prendono campo alzando il baricentro e gli esterni provano a dilatare gli spazi tra le maglie giallorosse. La Roma, molto solida e ordinata in campo, decide di tagliare i rifornimenti centrali mettendo Paredes in marcatura a uomo su Calhanoglu e dirotta sugli esterni i tentativi della Beneamata, dove un insolitamente impreciso Dimarco e un timoroso Darmian raramente arrivano sul fondo e quasi mai raggiungono gli attaccanti. Non trovando spazio per i suoi dialoghi l'Inter passa in vantaggio con una delle armi più letali della squadra capitolina, ossia i calci da fermo, una delle tante risorse offensive di Lautaro e compagni. Su un corner battuto da destra con il mancino a rientrare di Dimarco, Acerbi colpisce di testa e scavalca il portiere con un pallonetto morbido, che si insacca dolcemente in fondo alla rete. Il gol, molto simile a quello siglato dal difensore italiano durante Inter-Parma (ottavi di finale Coppa Italia 2022/2023), viene propiziato da una deviazione di testa di Lukaku, che di fatto fa carambolare il pallone precisamente sulla fronte dell'ex Lazio, e da un corpo a corpo tra Mancini e Thuram che finisce per mettere fuori gioco Rui Patricio, rimasto coinvolto nel duello tra i due colossi. Il numero 1 portoghese chiede l'annullamento per posizione di fuorigioco influente di Thuram (effettivamente in off-side) ma l'arbitro, dopo colloquio con i colleghi del VAR, decide di rimanere fedele alla valutazione del campo e assegna il gol (16'), in quanto il numero 9 francese non disturba l'operato dell'estremo difensore romanista. 

Il vantaggio degli Inzaghi's boys sveglia improvvisamente la Roma, che si riversa nella metà campo dell'Inter alla caccia del gol del pareggio con rinnovato furore agonistico. L'occasione si presenta al minuto 28' quando Pellegrini batte una punizione dalla trequarti disegnando una parabola perfetta per Mancini che, dimenticato colpevolmente da Pavard, ha vita facile a battere in solitaria Sommer e ristabilisce il pareggio in una partita molto equilibrata fino a quel punto. L'errore in marcatura non rimette in carreggiata la coppia Pavard-Darmian, che si rende ancora protagonista in negativo sull'azione del raddoppio della Lupa. L'esterno scuola Milan aspetta pigramente un pallone nella zona sinistra dell'area giallorossa, venendo anticipato da Mancini che cerca immediatamente Lukaku. L'ariete belga appoggia molto bene con il petto per Pellegrini che si lancia in contropiede accompagnato da Dybala, lo stesso Lukaku e ed El Sharaawy con soli tre difensori interisti ad opporsi. Il numero 7 decide di servire proprio il Faraone che entra in area e con un tiro fortunoso che colpisce entrambi i legni della porta spiazza Sommer. Darmian, maldestramente fuori posizione, e Pavard, molto morbido nel tentativo di bloccare il tiro di El Sharaawy, risultano ancora colpevoli sebbene la sorte guidi il tiro sbilenco dall'ala numero 92. L'ex-Milan, su un tentativo di incrocio con il sinistro, colpisce l'interno del primo palo e gela i nerazzurri allo scadere del primo tempo (44'). Negli spogliatoi, come rivelerà Bastoni nell'immediato post partita, Inzaghi si mette in contatto con la squadra e si raccomanda con i suoi ragazzi di rilassarsi, giocare sereni e soprattutto di usare i quinti, come hanno riportato i tanti cronisti vicini al mister piacentino nel momento della chiamata dalla zona mista dell'Olimpico. 

Al rientro è tutta un'altra Inter quella che si vede. Famelica, rabbiosa, determinata. La Beneamata assale i giallorossi guadagnando metro dopo metro e respinge gli uomini di De Rossi nella loro trequarti, mettendoli alle strette. I soliti ingranaggi iniziano a mettersi in movimento, gli oliatissimi meccanismi diventano sempre più fluidi e frequenti. Una palla intelligente di Chalanoglu taglia completamente la linea di centrocampo dei padroni di casa (attirata fuori dal palleggio basso e piatta nell'occasione) e raggiunge Barella, libero sulla trequarti. La mezzala sarda, in condizione di 5 contro 4, decide di andare a destra da Darmian che mette in mezzo un pallone solo da spingere in porta per Thuram, il francese esegue e ringrazia. In questa azione (49') si comprende come l'atteggiamento dei nerazzurri sia completamente cambiato una volta usciti dagli spogliatoi. La regia di Calhanoglu, i movimenti di Barella, i famosi quinti che accompagnano l'azione e creano superiorità numerica, il movimento convinto di Thuram a tagliare sul primo palo, vagamente simile a quello con cui Lautaro aveva pareggiato i conti allo Juventus Stadium proprio su assist del figlio d'arte (molto meno accennato di quello del Toro ma quanto basta per far cadere Manicni nella trappola).  2-2.

Il gol della remuntada è un altro classico della gestione Inzaghi. Lautaro attira Mancini fuori dalla linea dei difensori, liberando lo spazio per il taglio di Mkhitaryan, seguito dal solo Dybala. Rapido scambio del capitano con Dimarco e a quel punto due opzioni si aprono davanti agli occhi del numero 32: servire centralmente Barella, che aveva occupato la zona centrale al limite dell'area approfittando dell'assenza di Mancini, oppure raggiungere in profondità il movimento del centrocampista armeno, diretto sul fondo del campo. L'esterno serve di prima l'ex giallorosso che mette in mezzo senza pensarci, dove Thuram accorre come una furia e spedisce il pallone in rete. Ancora un taglio sul primo palo del numero 9 diventa fondamentale anche se il tocco che sorprende Rui Patricio porta la firma dello sfortunato Angelino, surclassato fisicamente nel duello che porta al gol (56'). Dal rientro in campo sono passati solamente 11 minuti e l'Inter ha ristabilito pienamente la sua leadership sulla partita e sul campionato.

I nerazzurri sono delle furie: al 58' Pavard stoppa alzandosi il pallone e calcia al volo da distanza siderale. Solo il palo nega al difensore campione del Mondo la gioia di un gol che sarebbe stato pazzesco. La Roma evita di appesantire immediatamente il passivo ma De Rossi capisce che è il momento di cambiare qualcosa e sostituisce Angelino e Cristante con Spinazzola e Bove, cercando di dare corsa e soluzioni offensive alla squadra. Proprio dai piedi del laterale finito a un passo dall'Inter (non si concretizzò l'accordo per le condizioni di salute di Spinazzola, ritenute non idonee ad Appiano Gentile) scaturisce la migliore occasione della Magica di riaprire la partita. Lukaku e Dybala si invertono posizione costringendo De Vrij e Bastoni a scambiarsi le marcature ma il classe '99 ritarda il passaggio, spalancando al temutissimo ex la via della porta. Il belga cerca di aggirare Sommer portandosi la palla sul destro ma l'intervento del portiere svizzero è pressoché perfetto e blocca la sfera evitando guai peggiori.

Da quel momento in avanti la Roma prova a farsi sotto ma con scarsa qualità mentre i cambi tra le fila degli ospiti rimpiazzano i titolari con ancora più determinazione e cattiveria agonisitca e così Sommer può riposarsi dopo una giornata più impegnativa del solito. Il punto esclamativo sulla vittoria ce lo mette Bastoni, che intercetta un passaggio fuori misura di Bove e suona la carica per l'ultimo assalto nerazzurro. La ripartenza è tanto bella quanto letale: Sanchez mette una palla con il contagiri per la corsa di Arnautovic (i due attaccanti di scorta sono subentrati alla ThuLa) che risponde con un altrettanto bel passaggio proprio per la corsa di Bastoni. La conclusione è tutt'altro che perfetta ma sufficiente per battere ancora una volta Rui Patricio per il definitivo 2-4. L'Inter vince un match che si era messo in netta salita e manda un segnale molto importante al campionato, Inzaghi può tirare un sospiro di sollievo e guardare con ottimismo la condizione fisica e mentale di un gruppo che sembra non mollare mai.