Nelle corse dei cavalli basta mettere il musetto d’avanti. Non serve vincere di tanto. È il corto-muso”. 
Nel posticipo di lunedì sera l'Inter strappa la vittoria a un Genoa mai domo e consolida il vantaggio ormai abissale che separa i nerazzurri dalla Juventus (57 pt.) seconda classificata: con il Napoli Madama ha rimediato la 5ª sconfitta nelle ultime 6 partite -fa eccezione la rocambolesca vittoria in zona Cesarini con il Frosinone a Torino, 3-2 al 95'- e deve iniziare a preoccuparsi più di chi insegue che di chi precede.
La Beneamata sale a 72 punti in 27 partite, esattamente quanti ne aveva realizzati in tutto lo scorso campionato, e fissa a 90 la quota Scudetto quando mancano 11 giornate al termine del campionato. Inzaghi festeggia con una vittoria sofferta la sua panchina numero 300 in Serie A e si invola verso una fuga sempre più solitaria, lanciato da un 2024 eccezionale: le 9 vittorie in altrettante partite hanno permesso a Lautaro e compagni di scavare un solco difficilmente colmabile. 

Partita a scacchi - Le due squadre si schierano con una formazione a specchio, Gilardino come Inzaghi è seguace del 3-5-2 e in campo il gioco delle coppie si forma sin dai primi palloni, con l'esperto Badelj in marcatura a uomo su Asllani intanto che Frendrup ingaggia un duello corpo a corpo con Barella.
L'inizio dell'Inter è meno brillante del solito mentre il Genoa occupa bene gli spazi, oppone al palleggio nerazzurro un blocco centrale basso e compatto e mostra buona gamba fin da subito, assaltando il portatore di palla e recuperando buoni palloni nella metà campo nerazzurra. I rossoblù, una volta rientrati in possesso della palla, cercano di costruire l'azione dal basso per trovare sfogo sui quinti o sulle posizioni ibride di Messias e Gudmunsson, abili a muoversi tra le linee e partecipare alla manovra.
Quando in difesa invece Gilardino opta per sovraffollare la zona centrale e orientare il palleggio sui braccetti: Asllani, sempre preso in custodia da Badelj e le due punte, non riesce ad accentrare il possesso e tocca a Pavard e Carlos Augusto incaricarsi della prima costruzione. Passato il primo quarto d'ora dove le squadre si sono studiate a lungo, l'Inter costruisce la prima palla gol eludendo le gabbie del Genoa: proprio il 2002 albanese riceve sulla trequarti e trova Barella al limite, uno-due della mezzala con Lautaro e tocco sotto che filtra per vie centrali dove Dimarco calcia addosso a Martinez.
La bandierina si alza per la posizione del 32 interista, ma il primo squillo era arrivato, forte e chiaro.

Uno-due letale - Al 23' il Genoa batte una punizione da metà campo a spiovere nell'area di rigore di Sommer, Carlos Augusto svetta sopra Messias (alzatosi sulla linea delle punte) e il pallone arriva a Mkhytarian, liberato proprio dal movimento del brasiliano ex Milan. L'armeno capisce che è il momento di accelerare, sguscia sulla fascia sinistra e, alzata la testa, disegna un bellissimo tracciante per Barella, solo dalla parte opposta del campo per il ritardo di Frendrup. Il tiro al volo del vice-capitano interista non è dei migliori ma ancora un minimo errore tattico di un attentissimo Genoa avvicina i nerazzurri alla rete. Due minuti gli ospiti hanno una chance colossale di passare in vantaggio: una buona verticalizzazione di Badelj trova Gudmunsson libero al limite, il numero 11 allarga a destra per Sabelli che scodella in mezzo e sul cross si avventa come un falco Mateo Retegui, autore di una grande partita anche senza aver trovato la via del gol. Il movimento furioso con cui l'attaccante si libera di Pavard e, senza mai staccare lo sguardo incollato al pallone, va a colpire in torsione saltando quasi all'indietro racconta benissimo le origini albicelesti del ragazzo classe 1999.
Ci vuole un guizzo felino di Sommer per sventare il tentativo e un pizzico di fortuna per evitare che il seguente tap-in di Gudmunsson non finisca in fondo alla rete ma l'Inter si salva e mantiene il pareggio. Al 30' arriva il gol del vantaggio dei padroni di casa: De Vrij raccoglie un rinvio sbagliato di Martinez e serve Barella, che manda fuori giri la marcatura strettissima di Frendrup con un improvviso cambio di direzione e, ricevuto il pallone, può appoggiarsi a Sanchez in posizione di trequartista puro. Il cileno si gira e trova una linea di passaggio fantastica per il taglio di Asllani, colpevolmente non seguito da Badelj. Il numero 21 batte Martinez in uscita e esulta per la prima rete con la maglia dell'Inter in tutte le competizioni, arrivata alla terza partita consecutiva da titolare ottimamente giocata. 4 minuti più tardi è ancora l'Inter a farsi avanti, con il solito Asllani che smista per Lautaro, palla oceanica del capitano nerazzurro ad affettare la difesa genoana e servire il taglio di Barella che calcia e successivamente viene steso da Frendrup. Ayroldi assegna rigore e dal dischetto Sanchez non sbaglia: prima rete in campionato del Niño Maravilla e ennesima prestazione "da campèon" nel periodo dove è stato chiamato con Arnautovic a toppare l'infortunio di Thuram. Il primo tempo si chiude con il parziale di 2-0 anche se solamente un grande intervento in chiusura di Vasquez evita a Mkhytarian di approfittare di un rimpallo favorevole che gli spalanca la via della porta per il tris. 

3 punti sofferti - Nel secondo tempo l'Inter risente delle tante fatiche ravvicinate dell'ultimo mese e mezzo e torna in campo con scarsa lucidità e poca gamba. I ragazzi di Inzaghi provano una sfuriata iniziale per chiudere definitivamente la partita ma si scontrano con una rinnovata coriacità difensiva dei rossoblù che si traduce in spavalderia offensiva, indispensabile per recuperare il doppio svantaggio. Il gran tiro di Vasquez, che ribadisce in porta una respinta di Devrij, riapre parzialmente la partita e sebbene i nerazzurri accusino sempre di più la stanchezza il Genoa non trova mai il pertugio per la rete del pareggio. Il gol di Vitinha (66'), viziato dalla posizione in fuorigioco dell'attaccante sulla spizzata di Retegui, è l'ultimo brivido dalle parti di Sommer poi l'Inter riprende in mano la gestione della partita e, pur lasciando il pallino dell'azione ai ragazzi di Gilardino, non corre altri veri pericoli. Un tiro centrale di Arnautovic su ottimo suggerimento di Barella è l'ultima azione pericolosa della partita ma il risultato non cambia più: Inter-Genoa finisce 2-1, il Biscione allunga ancora sulla Juventus. 
Nei minuti finali c'è spazio per altre buone notizie: il rientro di Thuram, immediatamente in palla, e Acerbi restituisce due co-titolari alle rotazioni di mister Inzaghi per lo sprint Scudetto (se così possiamo chiamarlo) e il cammino in Champions League, dove l'Inter può dire e dare ancora tanto.