Campionato strano quest'anno, almeno per la serie A. Per la prima volta, a causa di un contestatissimo campionato del mondo in Qatar, la pausa per lo svolgimento delle partite è a cavallo tra il mese di novembre e dicembre, con ripresa effettiva a gennaio. Da oggi le squadre sono tutte in vacanza, chi più e chi meno, eccettuati i giocatori che sono stati chiamati per le amichevoli della nostra Nazionale, che potranno cementare il gruppo, e possono consegnare al mister Mancini un po' di tempo in più per valutare i giocatori e ripassare gli schemi di gioco che vuole esprimere. Nel frattempo ci sono volti nuovi che appaiono interessanti.
Miretti, Fagioli e il giovane Pafundi sono la prosecuzione del lavoro che Mancini intende fare sulle giovani promesse che animano il nostro campionato. La capacità di Mancini di allargare l'orizzonte delle scelte per la nostra selezione è un'operazione dettata da diverse esigenze. La prima, quella di mandare a tutti il messaggio che la nostra Nazionale ognuno se la deve meritare. Non ci saranno rendite di posizione, e se non giochi bene in campionato, non giochi in Nazionale.
La seconda, importantissima, la necessaria imposizione alle società di non disperdere il patrimonio di giovani a disposizione, non utilizzandoli come merce di scambio, ma dimostrando che se possono giocare nella selezione maggiore, non di meno possono scendere in campo in serie A. E' solo questione di tempo e di fare conoscere la nuova realtà ai giovani che sicuramente si trovano in una dimensione più complessa ma non per questo meno stimolante e che a volte si possono rivelare come un valore aggiunto. Si veda anche solamente la Juventus, il  buon Fagioli e il bravo Miretti hanno tirato la carretta in una fase tragica della squadra, falcidiata da infortuni e innesti di nuovi acquisti. Come pure Volpato, della Roma, che a centrocampo sostituisce alla grande Pellegrini, vero play maker della squadra di Mourinho. Per poi proseguire con altri giovani che si stanno inserendo nel panorama calcistico della massima serie con forza e carattere.  
Proseguendo con la nostra Nazionale, Mancini ha finalmente a disposizione più tempo e giocatori non completamente bolliti, come di solito se li ritrova a giugno. Nonostante questo, gli infortuni ci sono ugualmente, perché questa pausa ha pressato i calendari, inserendo più partite ravvicinate, contemporaneamente alle competizioni europee, e quindi maggiore stress fisico per i calciatori. 

Il campionato ha vissuto la cavalcata trionfale di un Napoli veramente stratosferico, che sembra persino troppo bello per essere vero, e la controprova si avrà nella seconda parte del campionato. Se regge e continua, a metà del girone di ritorno è già campione d'Italia, ma se rallenta troppo, le altre possono avvicinarsi ed azzannarla alle caviglie.
Ci saranno molte verifiche nell'anno nuovo, e tra queste come si presenteranno squadre come la Juventus, che in teoria dovrebbe recuperare tutti i suoi maggiori protagonisti. Oppure l'Inter, in crescita dopo alcuni malumori più societari che di squadra. Il Milan, crollato ultimamente e che solo grazie a circostanze fortunate e qualche "aiutino" arbitrale non la consegnano ad una classifica peggiore. E si dovrà osservare come si presenteranno squadre come Lazio, Roma e Atalanta, fino ad oggi altalenanti, ma comunque là dietro pronte a giocare il ruolo di protagoniste, non certo come pretendenti alla vittoria finale, ma sicuramente in lotta per un posto in Champions o Europa League. Quest'anno registriamo che squadre come Sassuolo, Empoli, Fiorentina e Sampdoria stanno deludendo. E i blucerchiati stanno sprofondando verso il fondo classifica insieme ad un Verona irriconoscibile, ma che paga le troppe cessioni di giocatori importanti, come Barak e Simeone, detto il "Cholito", per fare alcuni nomi.  E mai come quest'anno il mercato di riparazione potrà offrire opportunità o ricorso a forze fresche per sostenere le squadre in lotta per la retrocessione o la lotta per le prime posizioni. Da notare che a tal proposito, Juric allenatore del Torino, ha richiesto un mercato più sostanzioso al suo presidente, seppure stia facendo un campionato dignitoso da centro classifica. Vanno fatti i complimenti a Monza e Lecce, che si stanno rivelando delle vere mine vaganti e che stanno al momento navigando in acque tranquille. 

Bisognerà ora valutare alcune variabili. La prima è quanti giocatori vanno al Mondiale per ogni squadra, e come torneranno, ovvero in che condizioni fisiche e mentali. Da qui si valuteranno le mosse delle varie società che proveranno a supplire con il mercato alle mancanze che si verificheranno. La sosta, durante la quale alcune squadre riprenderanno la preparazione fisica troncata durante l'estate, permetterà ai giocatori non coinvolti nel Mondiale a farsi le "benedette" ferie che in questi tre anni di Covid, hanno dovuto abbreviare ed a volte saltare. Ferie che i partecipanti alla massima competizione planetaria avranno a disposizione, ma con date differenti. Le date saranno definite dall'avanzamento nella competizione, e nazionali come Argentina, Germania, Francia,  Spagna e altre outsider come Serbia, Croazia e  Portogallo per fare un esempio, normalmente arrivano fino alle fasi finali. E le squadre che avranno più nazionali in queste squadre dovranno fare fronte ad una gestione diversa delle risorse a loro disposizione. Speriamo che non ci siano gravi infortuni, ma sappiamo che qualche stiramento muscolare e colpi da assorbire sono nella normalità e saranno altre variabili da studiare nel computo delle condizioni fisiche e mentali  da considerare nella ripresa dei campionati. Squadre come la Juventus, vedono partire ben undici nazionali, praticamente metà della rosa a disposizione, e forse che Pogba e Vlahovic non siano perfettamente a posto può essere una fortuna per loro, seppure una sfortuna per i calciatori interessati. Dopo gennaio avremo la risposta al nuovo ordine calcistico che si verrà a presentare nel nostro campionato, oppure tutto sarà grosso modo, una riedizione di quanto già visto. 

Ma un'altra questione si presenta nel nostro mondo pallonaro ammalato. L'affaire D'Onofrio tiene banco e ci porta a riflessioni veramente distintive. Come poteva, un signore così compromesso con la malavita, senza alcuna competenza legislativa ed ancor meno di pratica ed esercizio dell'attività di arbitro, essere ai vertici della Procura degli arbitri dell'AIA. Nei comuni mortali, ovvero noi tifosi, alle prese con polemiche ormai consolidate dai comportamenti incomprensibili di arbitri e VAR, la vicenda  lascia interrogativi inquietanti, tra i quali, come poteva un organo così importante ed ai vertici del nostro calcio essere presieduto da un soggetto che non solo è ora indagato per traffico internazionale di droga, ma che aveva già a suo carico una sentenza penale per lo stesso reato, e nessuno se ne sia accorto. E quindi, ora noi come possiamo pensare che gli arbitri che tutte le settimane arrivano sui campi di calcio abbiano diretto in piena responsabilità e senza condizionamenti lobbistici? Giacomelli, ex arbitro, è già la prima voce che si è levata a contestare le vicende personali legate al suo rapporto con D'Onofrio, e se si aprirà il vaso di Pandora, che cosa succederà? Perché il sospetto che ci sia di più e di irregolare arriva alle nostre narici come un maleodorante costume mai sopito: la totale mancanza di trasparenza nel nostro calcio. La nostra Federcalcio e diversi organi preposti a tale incarico hanno fatto la figura dei dilettanti se non dei conniventi. Nessuno in grado di controllare quello che avveniva, in un mondo dove chi fa la "puzzetta" viene subito scovato se ne da notizia a tutti? Chi lo ha promosso a quell'incarico, sapeva o passava solo da quelle parti?  
La discussione è aperta, ed aspettiamo ancora altre notizie dalla magistratura, sperando che D'Onofrio abbia agito da solo in questo imbroglio e non ci siano altri personaggi chiamati in correità! Ci sarà molto lavoro da fare, gli organi direttivi del nostro calcio si riuniranno, e dovranno valutare sia secondo le notizie che arriveranno dai giudici, che sia dalle notizie(più interessanti) che arriveranno dai propri affiliati.
Il tempo sarà galantuomo? Se così sarà, ci auguriamo arrivi qualche vero galantuomo. 

Siamo già molto colpiti dalla designazione di un Mondiale ad una nazione che in passato ha avuto connivenza con il terrorismo internazionale, per non parlare delle violazione dei diritti umani, relativi ai lavoratori che si sono letteralmente dissanguati e sfruttati nella costruzione degli stadi. In quegli stadi, dove lavoratori con stipendi da fame hanno lasciato spesso la loro vita, per non parlare di una tristissima esistenza, giocheranno individui milionari, che non si cureranno di quanti sono morti alla costruzione del campo di gioco. Ma ci sono altre notizie inquietanti, e ci riferiscono di come gli arabi si stiano comprando il nostro calcio, allungando la loro pioggia di denaro su tutte le manifestazioni e molte società calcistiche europee, senza curarsi del Fair Play finanziario, e di regole di partecipazione alla governance del calcio.
Sappiamo che ormai la Premier è nelle loro mani e che può disporre di milioni di sterline, procurate dai possessori di giacimenti di idrocarburi tra i più grossi al mondo. E qui penso che forse la Superlega poteva essere la risposta a questo strapotere, ma qualcuno l'ha definita il calcio dei ricchi. Perché, forse gli sceicchi ci danno il calcio dei poveri? Ad majora.