''Il complesso delle trattative per il trasferimento, definitivo o temporaneo, di un giocatore di calcio da una società a un'altra''.

Una definizione semplice, per nulla poetica se vogliamo, ma in queste righe ci sono fogli scribacchiati, calcoli excel su possibili acquisti e cessioni, ore e ore di aggiornamenti pagina aspettando il fatidico si (!) delle parti coinvolte intorno al movimento di queste anime dai piedi fatati, che accompagnano la lunga estate del teatro dei sogni, o forse degli incubi, quando la squadra del cuore lascia partire quel nome sulla maglia a cui mai avresti voluto rinunciare e che mai avresti pensato sulle spalle dell'acerrimo nemico. 
E poi ancora ci sono le famigerate 'clausole rescissorie'; una postilletta sui contratti a cui anni fa non eravamo abituati, e che invece ormai 'pende' sopra la testa di tantissimi calciatori, o meglio sopra la testa di tantissimi tifosi che talvolta vedono la cifra di svincolo come una garanzia, guardano i loro beniamini come fossero rose, per poi finire feriti dagli aculei di quelle tremende spine che spesso sono lì, palesi, vistose, eppure invisibili, certi che mai quei fiori così belli e innocenti possano in alcun modo ferire.

Correva l'anno 2016, la mia Roma aveva chiuso la stagione rincorrendo il Napoli in un forcing iniziato con l'arrivo di Spalletti a inizio anno e culminato poi chiudendo la stagione sul gradino più basso del podio, a soli 2 punti dagli azzurri guidati magistralmente da Maurizio Sarri, che si palesava al mondo come un allenatore straordinario arrivato sin troppo tardi in una piazza di livello, e che nonostante una stagione meravigliosa non li aveva comunque portati al titolo, visto che la Juve (manco a dirlo), ancora una volta e nonostante una partenza tutt'altro che esaltante, si laureava campione d'Italia. 
Quel finale di stagione aveva lasciato in me come credo in tanti altri tifosi, la sensazione che se il tecnico di Certaldo fosse stato ufficializzato l'estate precedente anziché soltanto nei primi giorni del gennaio successivo, la Roma avrebbe potuto seriamente lottare per lo scudetto; quell'estate magica del 2015, il direttore sportivo Walter Sabatini aveva fatto un autentico capolavoro rivoluzionando l'attacco giallorosso e portando ai piedi del Colosseo Mohamed Salah ed Edin Dzeko, cedendo il modesto (non me ne voglia) Bertolacci al Milan per 21 milioni e poco dopo sempre ai rossoneri il giovanissimo e promettente Alessio Romagnoli per 25; in sostanza il club di milanello sovvenzionò il mercato romanista, che a quel punto messo su un undici di assoluto livello, si candidava prepotentemente ad antagonista principale dei bianconeri.
Come detto e come saprete, le cose non andarono esattamente in questa maniera (al solito), e tornando all'estate successiva, quella su cui focalizzarsi in chiave melodrammatica, si ci arrivava comunque consapevoli della propria forza, e che magari con qualche giusto arrivo dal mercato, si potesse comunque competere per la stagione alle porte. 
E allora eccoci pronti, iniziava il calciomercato, prime voci, primi abboccamenti, ma fulmine a ciel sereno 'ufficiale: Pjanic alla Juventus, i bianconeri pagano la clausola rescissoria da 32 milioni'; finita, la morte nel cuore per quel numero '15' che solerte scavalca la barriera con quel tocco quasi impercettibile che accarezza la sfera facendola capitolare in rete.
Come tanti lo vissi come un tradimento, altri incolparono la società per aver accettato una clausola così 'bassa' e invitante agli occhi degli acquirenti; comunque la si pensasse, un incubo e una strategia, quella del direttore generale Marotta, a cui poi ci siamo abituati ad assistere negli anni a venire sia in bianconero che più di recente in casacca nerazzurra (vedasi Calhanoglu, Dzeko, Mkhitaryan e chissà forse Dybala). Gioie e dolori quindi, così come la vita stessa. 

E siamo di nuovo qua, in attesa del prossimo giro di giostra: il calciomercato riapre i battenti ufficialmente il 1º Luglio, ma come sappiamo perfettamente le contrattazioni sono iniziate da mesi, o forse non si sono mai fermate tra gli addetti ai lavori.
Siamo in quella fase di studio, una sorta di fase REM del sogno, dove gli eventi si susseguono rapidi così come le voci di ciò che accade o dovrebbe, tra nomi tangibili e inarrivabili, per poi ancora spegnersi spesso in un nulla di fatto che ti porta a dire 'siamo a Giugno, calma, è ancora presto', e nel frattempo clicchi in alto a destra, dove c'è quella freccia curva, e aggiorni, nella speranza che quel secondo in più sia l'attimo che cambierà le sorti di un giorno, un'estate, una vita.
W il Calciomercato!