L'emergenza Covid-19 rallenta, ma non è finita. Fortunatamente i reparti di terapia intensiva nei vari ospedali stanno tornando alla normalità, le regole da seguire si ammorbidiscono un po, ma i problemi in generale sono sempre tanti. I tricolori sulle terrazze, i disegni con l'arcobaleno e i flash mob da balcone sono ormai un ricordo lontano. Quel senso di unione, l'impegno da parte tutti di rispettare le regole imposte e le dimostrazioni di apprezzamento e stima nei confronti di medici infermieri e volontari, hanno lasciato spazio ad una marea di polemiche, tipicamente italiane. Un conto è quando nel mondo del calcio ci improvvisiamo tutti ct o ds, e questo è anche il bello di questo sport, ma tutt'altro discorso è quando la presunzione ci fa sentire, virologi, immunologhi, scienziati e crediamo di poter risolvere i problemi meglio dei professionisti.
Ora, la crisi è chiara un po' per tutti, oltre il fattore sanitario, esiste quello economico che chi più chi meno ha colpito o sta colpendo tutti. L'impazienza di tornare a lavorare è sacrosanta, ma credo che nessuno di noi possa realmente avere la minima idea di come fare, senza sbagliare. Ora l'estate è alle porte e gestire tutto il cosiddetto mondo estivo, fatto di stabilimenti balneari, piscine, spiagge, rifugi di montagna ecc... sarà un gran problema. Tutti vogliono riaprire, tutti hanno una soluzione giusta in tasca per poter permettere il normale svolgimento di tutte queste attività in pieno rispetto delle regole e in totale sicurezza per gli ospiti. Francamente, quando oggi non posso ancora vedere i miei genitori e amici, devo girare con mascherina e guanti e tenermi a due metri dal prossimo, fatico a comprendere una normale giornata al mare a Rimini o in piscina, o una serata in viale Ceccarini a Riccione. Vedremo. Sarà una bella scommessa e battaglia, non senza polemiche.

Poi c'è il calcio, che ad oggi vive ancora una fase di incertezza, senza date certe. In Olanda e in Francia hanno già preso la decisione di chiudere la stagione nazionale, senza andare oltre e senza aspettare ad oltranza con il rischio di sconvolgere e compromettere anche la prossima stagione. In Italia, è ancora tutto in stand by. La mia idea, che ovviamente non conta nulla, è quella di seguire, appunto, Francia e Olanda, chiudere qua, non assegnare titoli, e tenere buona la classifica dell'ultima giornata solo per delineare le coppe europee della prossima stagione, e le retrocessioni e promozioni sempre in base all'ultima classifica.
Certamente anche in questo caso non tutti saranno d'accordo, ci mancherebbe, i retrocessi che stavano combattendo per una salvezza, e chi in serie B stava lottando per la promozione non saranno d'accordo, ma sarebbe lo stesso se non ci fossero retrocessioni e promozioni, per gli stessi motivi. Ovviamente è chiaro l'intento da parte di quasi tutti di portare a termine la stagione, gli interessi sono enormi, e a parte i calciatori, allenatori e dirigenti ci sono un sacco di persone che lavorano attorno ad una società di calcio che sono in serie difficoltà, ma anche in questo caso niente di diverso da tutte le categorie in difficoltà. Quindi, che le società di calcio e la Lega, sfruttino queste categorie per far pressione per tornare a giocare lo trovo di pessimo gusto.
Il sottoscritto, ad esempio, è a casa da lavoro dal 25 marzo e sicuramente almeno fino al 15 maggio e sinceramente il pensiero del calcio e di una partita di pallone non è certamente al primo posto. Si parla spesso di comportamenti di buon senso, ma il calcio, non ne vuole sapere. Tutti, o molti altri sport storici si sono arresi F1, MotoGp, tennis, ciclismo perfino le olimpiadi, poi il mondo dello spettacolo, dai concerti ai cinema e teatri, il calcio no. La pressione del mondo del calcio è enorme e costringe il governo a delle regole apposite per il pallone. Con tutti i rischi del caso. Pensate a tutte le difficoltà per far ripartire il movimento e magari poi ci si ritrova con dei contagiati, che si fa?
Tutti si stanno sacrificando, non vedo perché il calcio no. Si riparte da settembre con la nuova stagione e stop. Invece no, si falsa questa e pure la prossima. Poi insorgeranno le polemiche tre i tifosi. Chi vincerà non avrà vinto pulito, chi perderà avrà alibi, e ci dovremo sorbire tutto questo, oltre al triste spettacolo di una partita a porte chiuse.
Mi aspettavo di più, dalle società, dalla Lega e anche dal governo, che ha imposto regole e sacrifici a tutti gli italiani, ma non è stato in grado di farlo col calcio. Ennesima occasione persa.