Se la lontana sconfitta di Bergamo, per cinque a zero, segnava il punto di partenza nella costruzione di una squadra in grado di competere per le prime posizioni, fino ad arrivare a conquistare il suo 19° Scudetto, la sconfitta casalinga inflitta al Milan dal Sassuolo segna la conclusione di una magnifica cavalcata, durata tre anni, obbligando tutti, ad una profonda analisi.

San Siro pieno (come sempre!) con i tifosi a cantare anche a fronte di una sconfitta, umiliante per la facilità con cui si è concretizzata.
Un 5 a 2, inflitto dalla squadra quart'ultima in classifica, al Milan, CAMPIONE D'ITALIA, incapace anche delle cose più semplici.
Anche volendosi avventurare nelle analisi, più particolareggiate e dettagliate, spiegare i motivi per cui questa squadra si è smarrita, al punto di essere tutt'altro, diventa complicato. Un mix talmente ampio di cause che, con tutta sincerità, dubito possano essere risolte in questa stagione. Ho scelto dunque di riflettere, di lasciar passare ulteriore tempo, nel tentativo di essere il meno impetuoso possibile e provare a proporre una soluzione che possa essere costruttiva. La prima cosa che ho pensato è che, chi tifa Milan da molti anni, come me, si è già trovato in queste situazioni, anche con allenatori ritenuti "bravissimi".

La mia personalissima chiave di lettura, insiste su un concetto già espresso in articoli precedenti e cioè che il Milan HA GRIPPATO, muscoli e cervelli. Tre anni dando il massimo, correndo e lottando su ogni pallone e complice la pausa per i Mondiali, hanno logorato molti giocatori, quelli che oggi sembrano improponibili, il capitolo infortuni persiste ad essere inspiegabile. Dopo Dest si è fermato Bennacer, l'ultimo di una lista, talmente lunga da non poter aver nessun tipo di giustificazione plausibile. La conquista dello scudetto è stata ottenuta attraverso alcuni giocatori che avevano trainato tutta la squadra e dando forma ad uno "spirito di gruppo" che aveva portato a risultati ritenuti impossibili. 
Se Maignan, Kjaer, Ibra e Giroud avevano indicato la strada, tutti i giocatori, panchinari compresi, avevano garantito il 110 per cento del proprio valore. Con Leao, Theo, Kessie, Tonali e Tomori a livelli stellari.
Vincere aiuta a vincere e Pioli è stato osannato, splendido direttore di un'orchestra con musicisti, attenti e preparati.

Facendo un passo indietro per ricordare lo scetticismo generale, quando Maldini e Massara presero dall'Atalanta il capitano della Danimarca. Purtroppo gli anni passano e il grave infortunio che lo ha fermato lo scarso gennaio, che probabilmente metterà fine al suo ruolo di titolarità, sta influendo molto più di quello che si potesse preventivare. Kjaer non è stato sostituito adeguatamente ed era prevedibile che Kalulu e Tomori potessero avere una flessione. Kessie è partito, Ibra non fa più parte di questo progetto e Rebic non ha quella personalità e rendimento di cui si avrebbe bisogno. Ad aggravare ulteriormente la situazione si sono aggiunti l'infortunio di Maignan e il Mondiale di Calcio che ci ha restituito i tre calciatori, perno di questa squadra, in pessime condizione fisiche: Theo, Giroud e Leao. Erano stati loro nel girone d'andata a risolvere molti problemi e a tenerci agganciati al Napoli e la loro importanza è stata fin troppo chiara in questa sequenza di sconfitte. Sorrido nel pensare quanti tifosi milanisti non volevano Acerbi a giugno, oppure De Vray oggi. Un difensore di esperienza, serve sempre e se avete dubbi, pensate al Mitico Nereo Rocco e alle sue squadre fatte più da scarti che da acquisti.

Quanto manchi Maignan è fin troppo evidente. Lo scorso anno, per chi lo avesse scordato, aveva letteralmente salvato alcune partite, spesso evitando di andare in svantaggio, come contro Bologna o Fiorentina, in partite poi vinte facilmente. Un motivatore, in grado di far rendere al meglio i suoi compagni del reparto difensivo. Nel calcio non ci sono riprove, ma anche contro il Sassuolo, con un portiere più reattivo di Tatarusanu, il primo tempo poteva tranquillamente finire uno a uno e il secondo tempo magari indirizzarsi in ben altra maniera. Calabria, Kalulu, Gabbia e Theo sono sembrati l'ombra dei giocatori ammirati lo scorso anno, è anche questo colpa di Pioli? Tiaw è più bravo di Gabbia, al punto di poterlo proporre con San Siro pieno? Perchè con Florenzi, Dest, Ballò, Tomori e Kjaer infortunati, c'è solo lui utilizzabile. 
Un altro passaggio da chiarire, per evitare di illudersi, è il modulo da adottare. Sicuramente proporre tre centrocampisti favorirà una maggior copertura, ma ciò non garantirà la vittoria delle partite se il rendimento dei singoli continuerà ad essere quello esibito recentemente.                           

Il campanello d'allarme doveva suonare ai due gol del Lumezzane e probabilmente è suonato, ma Kalulu, Tomori era la migliore soluzione proponibile, ma non sufficiente a sigillare la difesa.
Serve REALISMO. Quello che ci porta a realizzare che Salamandra e Messias giocano al Milan per il solo fatto di essere costati poco. Discorso che diventa inspiegabile nell'analizzare l'arrivo del talento belga, CDK. Un calciatore fin troppo similare a Paquetà, il campione brasiliano voluto da Leonardo e mai inseritosi nel contesto rossonero. Perchè Maldini abbia voluto investire così tanti soldi, quando le direttive puntano a tutt'altro, resterà probabilmente una domanda senza risposta. Così come sapere se vi sia una reale armonia societaria e Moncada sia un tutt'uno o una "mina vagante". Gli acquisti di Ballò Tourè e Adlì lasciano, a tal proposito, parecchi dubbi. Così come la sua recente intervista dove affermava che il mercato francese è il più appetibile per il Milan, cosa che a quanto pare Maldini fatica a condividere. Resta un dato, per nulla piacevole per noi tifosi milanisti. La proprietà Americana del Chelsea continua con investimenti milionari, mentre quella del Milan chiude ad ogni possibilità.       

L'unica cosa che possiamo fare è stringerci intorno alla squadra nella speranza che ci sia una reazione.
Quando si grippa il motore della macchina, bisogna fermarsi, smontarlo e cambiare molte componenti. Una volta aggiustato bisogna ripartire, ma senza esagerare nelle accelerazioni. Forse la colpa maggiore di Mister Pioli è non aver colto i segnali, di aver insistito sempre con gli stessi giocatori, senza affidarsi a ciò che aveva a disposizione.
Oggi, pensare di poter arrivare fra le prime quattro classificate, è privo di ogni logica. Se il Milan che scende in campo è quello delle ultime settimane diventa impossibile conquistare punti contro qualsiasi avversario. Se poi spaventa il fatto di non poter disporre delle risorse economiche assicurate dalla UEFA a cui la proprietà ambisce, sarà un ulteriore banco di prova, per capire i progetti reali e le ambizioni di chi guida il Milan. A giugno, fra prestiti e fine contratto, saranno in sei a salutare Milanello e altrettanti saranno messi sul mercato a partire dal Gioiello Leao, il cui rinnovo appare sempre più difficile.

Una partita alla volta. Alla ricerca di compattarsi, di fare la conta su quanti e quali giocatori poggiare la squadra del futuro. Perchè il calcio, come la vita, continua ad andare avanti e ci sarà sempre una squadra e un Milan da incitare. Siamo Campioni d'Italia e nessuno può toglierci la gioia che abbiamo condiviso.
Anche se la caduta continuasse, al punto di toccare il fondo, sapremo rialzarci, come è già successo: fa parte della Nostra Storia e forse è anche questo il motivo per cui amiamo così tanto questi colori.
FORZA MILAN