Che le partite di calcio non siano mai uguali è un dato inconfutabile, così come il fatto che la prima giornata di Campionato abbia sempre un significato particolare, a prescindere dall'avversario che viene affrontato, poichè, volenti o nolenti, è il "termometro" della condizione, fisica , tattica e mentale, di ogni squadra.

Il Milan supera l'Udinese con un perentorio 4 a 2, partendo con il piglio giusto e festeggiando nel modo migliore, davanti al proprio pubblico, sempre numerosissimo e caloroso, il diciannovesimo  scudetto cucito, in bella mostra, sulla maglia e dando continuità a tutto ciò di positivo esibito nella scorsa stagione. Il Milan batte l'Udinese, avversaria storicamente ostica, perchè è una squadra consapevole delle proprie potenzialità e specialmente perchè sa esibire un gioco, bello e concreto, che coinvolge tutti i giocatori ed ormai sembra assimilato perfettamente, a prescindere da chi venga schierato dall'allenatore. Il Milan vince questa prima partita perchè ad un Leao in formato, "svagato", risponde un Rebic, dei giorni migliori, perchè Bennacer è finalmente "padrone del suo ruolo" e specialmente perchè Diaz, torna ad essere quel giocatore che avevamo ammirato prima che il Covid ne condizionasse le sue prestazioni.

Considerazioni che non portano certamente ad affermare o credere che sia "tutt'oro quel che luccica", oppure che non ci siano margini di miglioramento. Al contrario, è proprio la consapevolezza che questa squadra abbia notevoli margini di crescita e che quindi, come sempre, le sorti future dipendano esclusivamente più dal Milan che dalle avversarie di turno, ad autorizzare all'ottimismo, consapevoli che la strada intrapresa sia quella corretta. Pronti, via ed il Milan è subito in svantaggio. Anche se l'Udinese è molto più forte del Vicenza, affrontato nell'ultima amichevole precampionato, la trama è la medesima, con i Campioni d'Italia che schiacciano gli avversari, fisici e veloci, nella propria area di rigore, creando occasioni e trovando il pareggio e il vantaggio nel giro di pochissimi minuti. Prima il rigore di Theo, visto dalla VAR e probabilmente da pochi altri, per fallo su Calabria e poi la girata di Rebic, mettono la partita nel binario giusto e soddisfano i tifosi che non si erano minimamente preoccupati al vantaggio friulano. Sono trascorsi solo quindici minuti e il Milan è padrone assoluto del campo, con un Kalulu in una forma strabiliante, con Theo che gestisce le sue accelerazioni, ma anche con Tomori leggermente in ritardo, Krunic sempre non oltre il "compitino" assegnato e Messias eterno rimpianto per quel rinforzo, tecnico, che sulla corsia destra dovrebbe garantire la stessa qualità proposta a sinistra. All'ultimo minuto di recupero del primo tempo, l'Udinese, complice una dormita generale rossonera, con Messias principale colpevole, trova il momentaneo pareggio. L'intervallo serve a Mister Pioli per caricare la squadra e al ritorno in campo è subito 3 a 2. Segna Diaz, con l'aiuto della difesa ospite che combina un vero e proprio pasticcio, indegno della serie A. Il quarto è ultimo gol è realizzato ancora da Rebic, su passaggio di Diaz, dopo un ulteriore pasticcio della difesa friulana che con il passare dei minuti aveva perso molte certezze.

Nella girandola di sostituzioni, proposte da Mister Pioli, CDK, Salamandra e Giroud sono entrati al 70 minuto e specialmente il giovane belga proveniente dal Bruges ha potuto mettere subito in mostra le sue qualità, accendendo l'entusiasmo dei tifosi che ripongono molte speranze in lui. A seguire, qualche minuto anche per Pobega e Origi, per assaporare il clima di San Siro. Finisce 4 a 2, con il pubblico che canta e la squadra sotto la curva. Il puro dato statistico certifica che il Milan ha già due punti in più rispetto allo scorso anno poichè l'incontro con l'Udinese era finito 1 a 1 con quel gol di mano, che solo la Var aveva avuto difficoltà ad evidenziare. Inizio convincente, ma già si guarda alla trasferta di Bergamo, al match contro l'Atalanta, ostacolo già insidioso su quel percorso che vorremmo entusiasmante. Certamente un occhio è sempre rivolto al mercato a quei due o tre innesti a cui, più la Dirigenza che la tifoseria, continua a far riferimento nel tentativo di allungare un teorico vantaggio sulle rivali, in competizione per la vittoria finale, Inter e Juventus, principalmente. 

Come sappiamo, "Noi siamo a posto così" è diventato uno slogan, utile per rinunciare a sognare e veder svanire giocatori che, accostati al Milan, finiscono ai margini di altri club, ma ben retribuiti. Così che Kessie, gioca diciotto minuti nel pareggio casalingo del Barcellona, Sanches entra al minuto 86, sul risultato di 4 a 1 per i parigini, riuscendo anche a segnare un gol e vederne subire un altro dal "nostro ex" Gigioprodigio, per il definitivo 5 a 2 e il sogno Vlasic, della passata stagione, dai costi proibitivi, oggi vestire la maglia granata e giocare un tempo, contribuendo alla vittoria conquistata a Monza dai ragazzi di Juric. La cosa importante è che oggi Mister Pioli ha a disposizione molte soluzioni alternative. Se Leao è svogliato, Rebic non è certo un ripiego, se Origi è guarito, Giroud può riposare e con De Kateleare e Adlì si aggiungono gol e centimetri, diventando molto più pericolosi. Ripetere gli 86 punti conquistati la scorsa stagione significherebbe sicuramente la vittoria dello scudetto. Considerato che negli scontri diretti il Milan ha ottenuto quasi il massimo dei punti, sarà contro le formazioni più "abbordabili" che bisognerà migliorarsi e se l'Udinese può essere un test, la risposta è stata più che positiva. Ora si va a Bergamo, una partita alla volta e tanta voglia di ripetersi.