Sì, in questo periodo compio gli anni. E tutti magari mi faranno gli auguri, ma non è questo che cerco! Innanzitutto il proprio genetliaco dovrebbe essere un bel giorno di serenità, di dolci e libagioni, con l'affetto di chi ti sta vicino, moglie, figli, nipoti e amici. Ma quando ti guardi indietro e scopri che taluni compleanni non erano veramente felici, ti chiedi perchè li festeggi. 
Alcuni miei compleanni hanno coinciso con fatti infelici della mia vita.
Cominciai presto! Undici giorni prima del mio primo anno di vita, mio nonno ci lascia. Proprio quello di cui porto il nome. E fortunatamente ero troppo impegnato a succhiare latte da mia madre per capire il dolore della mia famiglia e soprattutto di mia madre, che aveva una specie di venerazione per suo padre. 
Lasciamo passare qualche anno ed arriviamo al 1987! Il giorno prima della mia festa, mio suocero ha un attacco di ictus. Corri in ospedale, conforta mia moglie e le mie cognate(in mezzo a tante donne non è facile). Rimane semi-paralizzato per quindici anni, quando nel 2002 ci lascia anche lui.
Ma la famiglia di mia moglie non mi lascia in pace. Proprio il giorno del mio compeanno, nel 1995, mia suocera, morta nel 1976, viene riesumata. Fortunatamente è tutta ossa, e quindi lo spettacolo è meno difficile da digerire. Naturalmente come in tutte le buone famiglie, chi va a presenziare? Io e mia moglie! Eppure ci sarebbero altre tre sorelle ed un fratello. Ma si sa che a correre sono sempre gli stessi, mentre ad ereditare tutti insieme in solido! E questo varrà poi anche per la mia famiglia! Ma oltre al macabro spettacolo della giornata, arriva anche un'altra notizia, seppure svelata tre mesi dopo. Mia suocera viene messa in una cassettina, portata in un loculo in alto e, con nostra sorpresa, accanto c'è un altro nome, uno che si chiama esattamente come mio padre, nome e cognome uguali. Sul momento ci pare una strana coincidenza, e mio padre, saputo il fatto, si fa una risata: "Mi ha allungato la vita"! Dichiara senza paura. Ma tre mesi dopo, mio padre muore, dopo il decorso di un mese dalla diagnosi di un tumore. 

Comincio a fare gli scongiuri, e mi avvicino sempre con circospezione ai miei compleanni, come il ladro guardingo, che si volge sempre da qualche parte, e sperando che sia la parte giusta. E per qualche tempo non mi succede nulla. Ma il tempo è galantuomo e spesso fetente.
Così arriviamo al 2020! Devo essere operato al ginocchio e quando mi operano? Due giorni dopo il mio compleanno, con ricovero nel giorno prima. Naturalmente, dovendo essere a posto con le analisi, invece che torta e libagioni, devo festeggiare con il brodino.
Ma non c'è pace sulla terra, nemmeno in questo caso, perchè lo stesso giorno che mi operano, arriva il paziente "uno" a Codogno. Scatta l'allarme Covid. E cosa avviene? Di tutto! Mia moglie non può entrare a visitarmi se non per brevissimi periodi. Nel frattempo dopo avermi operato, la mia sala operatoria smette le sue funzioni e diventa sala di rianimazione, ed io dal piano dove sono ricoverato vengo mandato nel piano di sotto, così mi prendo le stampelle e dopo solo 12 ore dall'intervento vado a piedi nella nuova stanza, anche se prendo l'ascensore (e ci volevano pure le scale!). I disagi sono evidenti, e siamo anche a Milano. Mia moglie con difficoltà riesce a mangiare decentemente, ed io appena posso chiedo di andarmene. Visto che recupero bene e che dimostro di sapere come fare la riabilitazione, mi congedano dopo soli cinque giorni. 
Cosa è successo durante il Covid, lo sappiamo tutti, ed io ho anche il problema  di dover togliere i punti. La mia dottoressa si dice disponibile, però il giorno indicato sparisce. Ha preso il Covid. Riesco a trovare una bravissima infermiera, la quale con molta temerarietà affronta la situazione con coraggio e riesce a togliermi i punti. Naturalmente non avevamo le mascherine, ma a quanto pare il Covid non era interessato a noi! 

Nel 2022 tutto sembra rinascere. Il Covid sembra essere all'angolo, l'economia riparte, seppure con il problema delle materie prime. Ma arriva il mio compleanno e, come regalo, due giorni dopo, Putin invade l'Ucraina. 
Ma allora ce l'avete con me, e ditelo! Persino in Russia si danno da fare per rompermi i maroni quando dovrei festeggiare. Ma seppure stia celiando, il dramma della guerra arriva in tutte le case. Del mio compleanno non me ne interessa nulla. Ci sono persone, uomini, donne, anziani, bambini che vengono falcidiati dalla furia della pazzia umana. Sarebbe tanto bello e più facile vivere in pace, e scambiarsi beni e commerci e auguri di ogni tipo. Invece no, per qualcuno si deve fare la guerra!
Ed io, a distanza di un anno dallo scoppio dell'"operazione speciale", così detta da Putin, festeggio il mio compleanno, pensando a quanto freddo e fame hanno da quelle parti. Perché in guerra si muore in tanti modi, anche di malattia, di solitudine e tutto animato dalla propaganda che opera al suo interno e muove il sistema e sembra in taluni casi le coscienze. 

E sulle coscienze, ci sono anche le versioni pacifiste. Ebbene, penso che ognuno sia d'accordo che la pace è meglio della guerra. Ma le guerre hanno una dinamica tutta particolare. Come nascono? Perché nascono? Chi la sostiene? Come si arriva alla pace? Tutte domande che devono avere una risposta! Com'è nata questa guerra? Sicuramente dal desiderio di un dittatore che ha problemi di natura interna al suo potere. La sua popolarità non decolla, ed il suo popolo anche se non viene detto apertamente, cerca di crescere diversamente, in una dimensione democratica che in Russia è totalmente assente. Il consenso scende paurosamente. Ed allora, perché non additare un nemico esterno? E non la chiama nemmeno guerra, ma solo un intervento per mettere a posto le cose contro i "nazisti" ucraini, "l'operazione speciale"! Perché nasce? Nasce dall'instabilità delle ragioni filorusse del Dombass, dove la vicinanza tra etnie non poi  così diverse tra loro,  porta a scontri, che comunque sembrano avere una matrice esterna, con Putin al comando! Chi la sostiene?
E qui non è facile la risposta. Qualcuno dice che l'occidente fa la guerra a Putin! Ma mai come oggi la Nato è apparsa così unita nel condannare l'invasione di uno stato da parte di un altro stato. Le armi che vengono inviate all'Ucraina non sono altro che una giusta fornitura di mezzi militari e la Russia non può deplorare le altre nazioni che si schierano non, contro l'armata rossa, ma contro la violazione del diritto internazionale.
C'è molta ipocrisia da parte di Putin! Secondo lui può bombardare l'Ucraina in tutti i modi, usando anche nazioni confinanti, ma l'Ucraina non può usare armi troppo sofisticate! Come dire, fatti ammazzare, non fare storie! E qualcuno dice che bisogna fare di più per la pace.
Ed arriviamo alla conquista della pace! La domanda più difficile è: come si arriva alla pace? Che cosa si deve dare e ricevere perché si arrivi allo stop dei bombardamenti? Per qualcuno la pace è la resa dell'Ucraina, così tutti siamo più felici, Zelensky non rompe più le scatole con le sue richieste, e Putin è contento. Ma questa non sarebbe pace, ma disastro umanitario! Dove le truppe russe hanno combattuto hanno lasciato distruzione, morte, disastro ambientale e sociale, nemmeno un progetto di rinascita comune, nessuna  ricostruzione sulle macerie. No, hanno solo lasciato un monito. Per non parlare di intere establishment nazionali distrutte da eccidi ed esecuzioni. Alla faccia della "pace"! Si veda in Siria, Georgia, Cecenia e si capirà cosa vuol dire lasciare mano libera a quella "belva" di Putin.

E poi se non si vince la guerra, si deve almeno vincere la pace! E la pace deve soddisfare tutti, non solo una parte.
E dire a Zelensky che deve lasciare le provincie conquistate da Putin, con tutti i morti e le aberrazioni fatte dai russi, è da folli!
Intanto ci sono gli stupri, le torture e le esecuzioni sommarie compiute dai russi che lasciano un segno indelebile e una memoria che chiama vendetta. Come potrebbe Zelensky accettare e perdonare tutto quello che il suo popolo ha subìto? Lo caccerebbero subito a pedate!
E poi c'è il grande dilemma Putin! Tutti hanno provato a dialogare, ma lui vuole solo la vittoria, persino ora che sa che non l'avrà mai, e per spaventare l'opinione pubblica agita lo spettro della guerra nucleare. Ma sa benissimo che le sue armi nucleari si rivolgerebbero contro di lui. Per prima cosa, tra occidente e Russia c'è un gap tecnologico che ancora oggi a Putin è sconosciuto, ma che immagina perché non è uno stupido, e poi non ne uscirebbe vivo nemmeno lui e la sua famiglia.
La speranza è che il popolo Russo, tramite adeguati rappresentanti, lo deponga dal suo piedistallo e pensino finalmente ad una Russia libera, più ricca e meno povera, con un capo che non faccia come gli Zar, loro si che affamavano i popoli.

Ed il mio regalo di compleanno? Che possa festeggiare i prossimi con la pace nel cuore e più pace nel mondo. La sfiga deve finire prima o poi! E vorrei anche che i nostri politici smettessero di cavalcare il pacifismo e il Covid per scopi elettorali.
Quando si gioca con le vite non è più politica, ma degrado morale!