Il calcio, e una storia d’amore con una persona, se vissuti entrambi con passione hanno molte più cose in comune di quanto sì possa pensare. Entrambi possono farti passare momenti indimenticabili, gioiosi, di pura euforia e felicità. Nel calcio è facilmente individuabile in una qualche vittoria importante, magari uno scudetto, una coppa, o in una salvezza inaspettata. Nella vita reale, di coppia, possono essere momenti di passione intima, o un viaggio, un figlio... insomma ce ne sono. 

Entrambi, però allo stesso modo, possono farti passare anche dei brutti momenti e lasciare qualche cicatrice. Come per le gioie, nel calcio, i momenti brutti nascono da una sconfitta inattesa, una finale persa, una retrocessione. In amore può venire da un tradimento, o la fine di una storia per vari motivi. In entrambi i casi, però, la delusione, la rabbia, la sorpresa per quanto accaduto, è grande perché molto probabilmente non siamo stati bravi a cogliere i segnali, o non abbiamo voluto coglierli. Chiunque di noi che nella vita abbia avuto esperienze di storie d’amore finite male, e ci è rimasto molto male, è probabile che poi ripensandoci a mente fredda, abbia realizzato che i segnali c’erano tutti. Quando amiamo a 360 gradi, non vogliamo vedere altro, siamo rapiti totalmente e non siamo in grado di contemplare qualcosa di negativo, così arriviamo al punto di fingere di non vedere o non capire, ci giriamo dall’altra parte, e ci raccontiamo un sacco di bugie per non ammettere l’amara realtà, ma prima o poi la realtà arriva e ti travolge e ti trova impreparato. 
Nel calcio può arrivare oltre che da poca obiettività, anche dà aspettative sbagliate. 
Da quando ero bambino ho vissuto tutte le fasi dell’amore e passione per il calcio. Dalle partitelle per strada o su un campetto di periferia, al mangiare a tavola o fare i compiti sempre col pallone tra i piedi, alle fughe fuori per giocare, con mia mamma che urlava di tornare a casa, fino a quel 1982 quando nasce dentro di me l’amore anche per il calcio da seguire in tv o per radio.

Ho sempre vissuto di calcio, ho sempre amato alla follia la mia squadra, con passione vera, l’ho amata così tanto da perdere a volta l’obbiettivita’ e a volte crearmi false aspettative. L’ho amata come si fa con una donna. Non volevo vedere ciò che non volevo vedere, per me era sempre la squadra piu bella, forte e con i giocatori più forti del mondo, e potevamo battere chiunque e vincere qualsiasi cosa. E così quando la mia squadra perdeva era sempre per colpa di sfortuna, arbitri, ecc...

Non dormivo la notte, mi rovinavo le giornate, la mia vita girava attorno al calcio e alla Juventus, era la mia passione. Ricordo l’enorme gioia a Roma nel '96, poi i cocenti “tradimenti” con Borussia e Real nei due anni successivi. Poi le gioie in Italia nei primi anni 2000, ancora una tremenda tranvata a Manchester nel 2003, poi il 2006 e così via. 

Con il tempo il mio rapporto con il calcio e la Juventus è via via cambiato. Oggi vivo tutto questo in maniera diversa, sempre con passione ma molto più distaccato. Sono diventato più realista, obbiettivo e vivo il mio rapporto cercando sempre di tenere il focus più equilibrato e le aspettative più reali possibili. In questo modo sono più al riparo da certe cocenti delusioni. In questo modo difficilmente rimango sorpreso da certi verdetti. Capisco prima le reali potenzialità della squadra e dove può onestamente arrivare. Non mi illudo più. Forse sono meno innamorato, non lo so, forse più vecchio, certamente ma di fatto ora la Juventus non è più il centro della mia vita. Mi sorpredo a volte di non sapere nemmeno precisamente quando e a che ora gioca la mia squadra, e quando la guardo in tv, mi distraggo spesso col cellulare o altro. Cosa impensabile fino a pochi anni fa. 
Il calcio rimane la mia passione e la Juventus la mia squadra del cuore, in certe sfide sento ancora la adrenalina, ma è tutto diverso rispetto a un tempo. 
Così mentre quest’anno molti tifosi juventini sono in depressione, e non riescono a darsi pace, non riescono ad accettare il momento della squadra, io sono molto più sereno e tranquillo. Lo sono perché anche se ancora innamorato, ho colto i segnali, non mi faccio più trasportare dalla sola passione, ma osservo, elaboro la situazione e di conseguenza so che la squadra quest’anno sta facendo esattamente la stagione che avrebbe dovuto e potuto fare, tenendo conto di tutto.

Il nuovo progetto, per lo più con un esordiente in panchina, e con diversi nodi venuti al pettine, dovuti ad errori di valutazione di alcuni giocatori presi dalla dirigenza, misto a diversi giovani giocatori da inserire in un contesto difficile e pesante come la nostra squadra, non poteva essere diverso da quello attuale. Alti e bassi, fanno parte di questa stagione, sarà così fino alla fine della stagione, poi con la speranza che la società non cestini tutto per ripartire nuovamente da zero, si potrà fare qualcosa di diverso l’anno prossimo. La base è buona, e i giovani affidabili, il difficile sarà “piazzare “ alcuni errori commessi in passato che pesano molto sia sul livello tecnico della squadra, sia in quello economico. Mi riferisco in particolare a Ramsey,Rabiot, Bernardeschi, e poi fare chiarezza su giocatori come Dybala, e Demiral. Ma anche in questo caso, visto il recente passato non mi faccio illusioni. 
In compenso, però, la passione per la mia splendida famiglia rimane intatto, non distratto e nemmeno superficiale, sempre con le antenne dritte in attesa di eventuali nuovi segnali.