In Italia il coronavirus sta dilagando in modo impressionate.
In una sola giornata hai avuto 500 contagi e 18 morti. Quasi tutte le regioni italiane hanno dei casi ed il quadro è in continua evoluzione, negativa. In tutto ciò si dice che la prossima settimana potrebbero svolgersi i recuperi delle partite contestate, a partire dal derby d'Italia e che addirittura lo si può giocare a porte aperte! Non è uno scherzo. Un discorso che vale anche per altre partite, non solo per quelle da recuperare. Ora, è evidente che a Torino forse c'è chi spinge perchè si possa giocare a porte aperte. Comprensibile. Ma qui l'emergenza è nazionale, i casi stanno incrementando in modo pazzesco. 

Qui si sta andando incontro ad uno scenario da incubo. Si rischiano ancora settimane, e non giorni, di estrema difficoltà per il Paese. L'auspicio è che le cose possano mutare rotta, ma bisogna preparasi al peggio. Ma il calcio non lo sta facendo.

Questo scenario non lo sta prendendo in considerazione. La cosa più importante, in questo momento, ed è stato detto in tutte le lingue, è il contenimento del virus. Contenere significa sacrificare dei beni per altri. Il bene primario ora è la salute, ed è questo che deve prevalere in modo assoluto.

In Italia c'è difficoltà ad adottare provvedimenti omogenei, ci sono zone segnate come rosse, altre gialle, altre potremmo dire arancioni e verdi. Se pensiamo che questa situazione dall'8 marzo sia cambiata in meglio, significa illudersi per i segnali che oggi ci sono. Ed il calcio deve muoversi nella direzione di accettare lo svolgimento di partite a porte chiuse. E' il minimo. Non c'è altra soluzione. Ma qui pare invece attivarsi nella direzione contraria, e ciò lascia sinceramente veramente basiti.