Ci sono comportamenti e valori che non si possono giudicare, difendere o criticare a proprio piacimento, sono regole, spesso non scritte e come tali vanno giudicate. L'arroganza, la prepotenza, la superficialità o l'incompetenza, per fare esempi semplici,  sono indifendibili.

Mi è venuto in aiuto William Sheaspeare che, per i più giovani, non è un calciatore inglese, e la sua citazione immortale, to be, or not to be, per analizzare al meglio. il licenziamento di Boban. Sono molti i milanisti che ritengono che Zorro abbia sbagliato ad esporre pubblicamente le proprie lamentele. Responsabile dell'accaduto e quindi giustamente allontanato dalla Società, che è stata danneggiata dal suo comportamento.

Personalmente sono di ben altra opinione. La risposta dell'ex calciatore, a Gazidis, è stata causata dall'essere stato, scavalcato e delegittimato dell'incarico affidatogli. Un estremo tentativo per indicare ad una proprietà, assente e lontana, la possibilità di utilizzare soluzioni alternative a quelle indicate dall'Amministratore. Doveva stare zitto? Accettare in silenzio la ridicola intervista rilasciata dal "capo", rigorosamente in inglese, farcita da frasi tanto inutili quanto scontate, dimostrando di condividere ed appoggiare un programma che, OGNI TIFOSO MILANISTA, reputa un'offesa alla Storia di questa gloriosa Società ?.

Il capo, non ha sempre ragione. Nella vita di tutti i giorni succede a molte persone di dover tacere, di dover abbassare la testa e mangiare i fatidici "bocconi amari", troppa è la paura di perdere il posto di lavoro e non tutti possono permetterselo, ma ciò non vuole significare che sia giusto. No, Boban non poteva stare zitto. Sarebbe stato complice di chi preferisce dare stipendi altissimi, ai numerosi dirigenti, piuttosto che ai giocatori. Accettare una programmazione basata sul :"primo non spendere", invece di puntare sulle vittorie sportive per attirare gli investitori. Avvisare i tifosi sul comportamento, ambiguo, di Gazidis, da lui giudicato non all'altezza della situazione, irrispettoso verso i collaboratori, che oggi si chiamano Maldini e Boban, ma saranno altri nel futuro.

Amo il Milan, quello che gioca nei campi di calcio, virus permettendo, soffrendo per le sconfitte e gioendo per le vittorie, consapevole che il tempo cancella velocemente ogni giudizio, fa parte della vita, ma ciò non significa che si debba perdere la capacità di saper valutare le situazioni in modo coerente, cercando di distinguere sempre il giusto, dallo sbagliato.  Due ultime considerazioni: Mauro Suma, che stimo ed apprezzo, di cui rispetto la posizione, spesso troppo "aziendalista", ha scritto un bel articolo, che non condivido, elogiando le doti di Gazidis e ricordando come Galliani, nella sua lunghissima carriera sia sempre stato rispettoso verso il Presidente. Un paragone improponibile, con l'attuale Dirigenza del Milan. Stima e Amicizia hanno avuto un ruolo fondamentale, che andarono ben oltre il rapporto di lavoro e che continua anche oggi, a Monza. Quotidianamente ascolto "esperti economisti" che snocciolano numeri, bilanci, entrate e perdite, passate e future del Milan, evidenziando le potenzialità della proprietà e il ruolo, fondamentale, assegnato a Gazidis. Mi permetto di ricordare che il Fondo di investimento ha pagato il Milan, metà del suo reale valore e certamente meno di quanto aveva offerto Comisso, attuale presidente della Fiorentina. Una manovra di "alta finanza", che in tempi passati aveva il nome di : "strozzinaggio legalizzato". Evitate quindi le superflue spiegazioni, sistemare i conti, risparmiare e se possibile cedere i giocatori richiesti, non è finalizzato ad essere una società modello, ma piuttosto ad ottimizzare il guadagno attraverso quella vendita che ci auguriamo avvenga il prima possibile.

Boban quindi non è la colpa, è piuttosto la consapevolezza che il nostro grido, GAZIDISOUT, non è lo sfogo di tifosi amareggiati da otto lunghi anni senza essere competitivi, quanto piuttosto l'aver constatato che chi è al comando, non conosce le soluzioni per tornare a vincere.