Nella giornata del 16 Dicembre 2022 il mondo del calcio è in lutto. Si è spento a soli 53 anni il grande Siniša Mihajlović. Un campione, un grande uomo e un esempio di vita. Egli si è sempre contraddistinto per il carattere forte, e la voglia di lottare per ogni obiettivo prefissato di certo non gli è mai mancata!

Siniša è stato sicuramente un grande calciatore e lo ha dimostrato con i fatti sul campo. La sua peculiarità da fuoriclasse era quella dei tiri chirurgici e i gol dai calci di punizione. Molte sono state le reti che hanno fatto esultare i tifosi dalla gioia, quei tiri che non ci si aspetta, che fanno saltare all'improvviso gli spettatori dai seggiolini dello stadio, che con occhi increduli vedono finire il pallone in rete. Non è un caso che i tifosi biancocelesti cantino ancora in coro "e se tira Siniša è gol!".
Numerosi sono stati i trofei conquistati con la maglia della Lazio: un campionato (nel 2000), due Supercoppe italiane (1998 e 2000), una Supercoppa UEFA (1999), una Coppe delle Coppe (1999) e due Coppe Italia (2000 e 2004).   

Dopo aver finito con il calcio giocato di certo non ha smesso di essere un uomo di calcio ma anzi, si è introdotto nel mondo dei tecnici. Infatti sono numerose le panchine che ha avuto il mitico Mihajlović: Catania, Torino, Milan, Sampdoria, Fiorentina e il Bologna che non ha voluto lasciare neanche dopo aver saputo della malattia
Siniša spesso ha raccontato della sua vita, di aver conosciuto la guerra da bambino nel suo paese di origine. Era anche un uomo che ha sempre saputo dispensare pillole di saggezza in qualsiasi circostanza, tra le tante: 

IO SONO NATO A VUKOVAR, I CROATI ERANO MAGGIORANZA, NOI SERBI MINORANZA LÌ. NEL 1991 C'ERA LA CACCIA AL SERBO: GENTE CHE PER ANNI AVEVA VISSUTO INSIEME DA UN GIORNO ALL'ALTRO SI SPARAVA ADDOSSO. È COME SE OGGI I BOLOGNESI DECIDESSERO DI FAR PIAZZA PULITA DEI PUGLIESI CHE VIVONO NELLA LORO CITTÀ.

PRIMA DELLA GUERRA PER ANDARE DAI MIEI GENITORI DOVEVO FARE 1,4 KM, MA SENZA PONTI ERAVAMO COSTRETTI A UN GIRO DI 80 CHILOMETRI. PER MESI LA GENTE HA SOFFERTO INGIUSTAMENTE. BOMBE SU OSPEDALI, SCUOLE, CIVILI: TUTTO SPAZZATO VIA, TANTO NON FACEVA DIFFERENZA PER GLI AMERICANI. SUL DANUBIO GIRAVANO SOLO DELLE ZATTERE VECCHIE. COME LA GIUDICO? HO RICORDI TERRIBILI, INCANCELLABILI, INACCETTABILI.

NON HO MAI DIMENTICATO CHE LA SAMP MI AIUTÒ IN UN MOMENTO DIFFICILE DELLA MIA CARRIERA DI GIOVANE CALCIATORE. QUANDO IN DIFFICOLTÀ C'È STATO IL CLUB NON HO POTUTO DIRE DI NO. ORA PERÒ LA SAMP STA BENE E IO CREDO DI AVER SALDATO IL MIO "DEBITO" MORALE.

IO SONO BIANCOCELESTE. PER QUELLO CHE HO VINTO E PER QUELLO CHE MI HANNO DATO I TIFOSI DELLA LAZIO. RISPETTO LA ROMA E I SUOI SOSTENITORI, MA IO SONO LAZIALE.

In conclusione, possiamo con certezza dire, che in queste ore, il mondo del calcio piange la scomparsa di una grande persona, prima che di uno sportivo, che pur lottando con le unghie e con i denti, nulla ha potuto fare con un male così bestiale.
SINIŠA PER SEMPRE!