Nacquero nei tempi immaginari, antichissimi, ad Olimpia. Si era nel 776 a. C. Competizioni locali, dedicate a Zeus per arrivare a diventare un contenitore universale di decine e decine di discipline sportive nella forma dei giochi olimpici dell'era moderna. Siamo nel terzo millennio e i giochi olimpici sono ancora qui con noi. L'edizione di quest'anno è forse una delle più tristi della sua storia, stanno cadendo tanti vip dello sport, esaltati fino all'inverosimile, stanno emergendo le fragilità umane, cosa a dire il vero positiva, perchè nessuno è una divinità, e soprattutto, ci si sta ponendo l'interrogativo se le Olimpiadi abbiano o meno ancora un senso nel mondo di oggi.

Oramai siamo assediati da mille competizioni, impossibile stare dietro a tutto, non c'è più spazio per una sosta, non c'è più tregua per un respiro. Le Olimpiadi sembrano essere diventate un qualcosa di autoreferenziale, privo di senso che sembra emozionare o interessare solamente i diretti chiamati in causa o chi è nostalgico di una società e di un mondo che non esiste più. Sarà anche per gli orari strampalati di quest'anno o per gli effetti delle misure del coronavirus, ma queste Olimpiadi sembrano essere più seguite per i titoli dati dai media che per l'evento sportivo in quanto tale. Il punto è, ma le Olimpiadi hanno ancora un senso? Hanno attraversato le tappe dell'umanità più importanti, ma nulla è eterno, neanche Zeus lo è stato, anzi è finito per essere non solo dimenticato ma rinchiuso nel cassetto della mitologia. La società di oggi è complessa, organica, siamo un mondo globalizzato che sta implodendo, corre troppo nella sua interconnessione.

Ma cosa rappresentano per le nuove generazioni le Olimpiadi? Quale valore? Quale senso hanno? Se ai giovani di oggi si chiedesse se nella loro vita cambierebbe qualcosa se non ci fossero più le Olimpiadi, probabilmente non gli farebbe nè caldo nè freddo. Arriverà forse il momento in cui si dirà, c'erano una volta le Olimpiadi, si narrerà la loro storia, il percorso travagliato e la sua fine, quella che è sotto gli occhi di tutti, si tratta solo di accertarla e di porre fine a quell'accanimento terapeutico che rischia di trasformare in zombie una storia epica, bellissima, ma giunta al capolinea.