Dittatori, democratici, politicanti di ogni razza o senza razza hanno sempre affermato di voler governare per il bene del Paese. Ma alla fine non si è mai capito in cosa consistesse questo fantasioso bene per il Paese. Interessi specifici con interessi generali si mescolano, conflitti di interessi irrisolti in una Repubblica dove è il particolare a prevalere sul generale. Si dice di essere nella terza Repubblica, chi parla di quarta, chi dice che siamo ancora nella seconda, chi rimpiange la prima, chi non sa più cosa inventarsi. Giochiamo sempre con le parole, solo che quando vengono dette dall'alto per scivolare come una valanga verso il basso, quelle parole diventano acqua che si disperde nell'oceano della banalità. Si parla di salvezza nazionale, di alto profilo, ma la verità è che l'Europa non si fida di noi italiani, ci presta tanti soldi, miliardi di euro, e vuole garanzie, come farebbe qualsiasi creditore verso un debitore. Solo che noi italiani viviamo con il debito come spada di Damocle fin dalla nascita. Si nasce debitori. L'Europa voleva delle garanzie, e le ha con uno dei suoi massimi esponenti della Troika, quella che ha affossato la Grecia, con sacrifici immani. Era un momento storico diverso, l'uomo della BCE è quello con cui condividiamo la sua presenza da anni, senza neanche saperlo forse. Come? Basta leggere la sua firma sulle banconote. Siamo cresciuti con lui, con l'uomo della salvezza nazionale, che come tanti viene dal mondo dei gesuiti, e qui si apre un complotto galattico. I gesuiti alla conquista del mondo. La verità è che in Italia siamo ridotti male, l'emergenza coronavirus ha piegato senza ancora spezzarlo il Paese, in modo importante. Mafie, corruzione, distruzione sociale, un Paese sempre affascinato dall'uomo forte al governo, che poi sia un pagliaccio o meno, poco importa, siamo italiani e possiamo farci governare anche da clown.
Ma questo è il momento della serietà. Non si scherza. Tutti vogliono starci dentro perché i soldi da gestire sono tanti e così sarà nonostante un ridicolo teatrino di no, sì e ni, e tutti vogliono una fettina di torta. Siamo italiani e si ragiona all'italiana, quel modo di ragionare ed affrontare le cose che alla fine ha contaminato il mondo, come nel calcio. Teatrali, tuffatori, moralisti e antimoralisti che poi alla fine sono più moralisti dei moralisti medesimi. Bestemmi e apriti cielo, ti sfiorano con un dito e simuli un cazzotto alla Bud Spencer, usi sostanze dopanti e accusi la moglie, la fidanzata, gli zombie. Siamo abituati a dare la colpa sempre agli altri, e poi quando arriva qualcuno che tutto d'un pezzo ti rimette in riga, ecco il populismo da quattro spiccioli dilagare. Una nazione da 60 milioni di abitanti, vecchia, decadente, con i giovani costretti a fuggire, gli anziani a non potersi neanche godere la beata pensione perché devono evitare che i propri figli, nipoti e pronipoti cadano nell'abisso.
Si lavora fino all'ultimo respiro per sopravvivere, mafie e corruzione hanno devastato anche lo sport più bello del mondo, il calcio, ma alla fine eccolo, immancabile, per il bene del Paese a cui oramai non ci crede più nessuno, perché siamo nella Patria dell'ognuno pensi a se stesso, e come dare torto a chi la pensa così?
Si salvi chi può e come può e buona fortuna a tutti noi.