Ha fatto il giro del mondo. E non poteva che essere così. Siamo abituati a pensare all'America come la magnifica e superlativa terra della libertà.  Quella della statua immortalata in ogni film e donata dai francesi, cosa che non molti si ricordano. Terra di libertà! Fatto forse mitizzato all'inverosimile, effetti collaterali di Hollywood, per una terra che si è fatta con la violenza, con lo schiavismo, con il razzismo, quello che ancora oggi esiste e persiste in ogni angolo degli Stati Uniti d'America. Figli del Vecchio continente, quel continente ricco di storia, arte e bellezza che vuole erigersi a giudice, ma prima di giudicare gli altri dovrebbe giudicare se stesso, non meno atroce del proprio figliastro USA. Libia, morti nel Mediterraneo e rotta Balcanica, guardando ai fatti più recenti, ne sono la prova lampante di quanto cattivi siamo anche noi "poveri" europei. Ha fatto il giro del mondo, la foto di quel ragazzo haitiano, frustrato, dalla guardia di confine americana. Che si chiami Trump, Biden, cambia poco.

L'America questa è, continua a respingere i migranti al confine in modo brutale, record di arresti sono stati registrati al confine con il Messico, dove esiste il muro della separazione. Terra di libertà, l'America, ma non per tutti, non c'è posto per tutti, non può esserci, e va bene, ma è una "nazione" dai molteplici Stati, dove esiste ancora la pena di morte, dove si uccide per razzismo, dove si rimuovono statue di schiavisti e razzisti, e dove nasce il movimento epocale black lives matter. Sa reagire l'America. Ha fatto il giro del mondo quella foto del ragazzo haitiano inseguito dall'uomo servo dello Stato americano in sella al proprio cavallo con il cappello da cowboy. Quello figo dei film che abbiamo amato e forse anche odiato. Ma questo non è un film e neanche una scena di un fumetto con Tex. è la realtà del 2021.

Un 2021 dove l'Occidente si scandalizza dei talebani, che abbiamo armato, talebani che dicono di ispirarsi agli arabi di cui siamo alleati, quelli dove giochiamo la finale di Super Coppa italiana, o al Qatar, dove giochiamo i mondiali di calcio e abbiamo stravolto la storia di questa competizione per cedere al meraviglioso profitto, si giocheranno in inverno nella terra dove vige la sharia. Ma ditelo in silenzio, ci si può scandalizzare solo se riguarda i talebani, ora va di moda così. Prendersela con i talebani, che sono delle belve, sia ben chiaro. Aspettando il prossimo nemico e alibi di turno. Andiamo avanti con il passo del gambero, come hanno testimoniato i fatti d'Ungheria contro alcuni giocatori della nazionale inglese, bersagliati in modo violentemente razzista, e alla fine il tutto si è risolto con una pena ridicola e spicciola, per non parlare dei cori razzisti che hanno infangato tanto la civilissima Udine che i napoletani vittime dell'odio di un manipolo di delinquenti, e che dire del portiere del Milan preso di mira a colpi di "negro" da un paio di razzisti bianconeri? Non chiamiamoli tifosi, sono solo gente di "merda", il politicamente corretto verso questa gente non serve.

Sappiamo tutti che non ne siamo usciti meglio dalla pandemia, non sono passati ancora neanche due anni pieni sembra già che nulla sia successo, oltre 4 milioni di morti, oltre 100 mila morti in Italia, che volete che siano? Tra ondate di no vax, negazionisti e soprattutto chi osa in modo squallido, meschino ed osceno parlare di dittatura sanitaria paragonando un sistema che vuole tutelare la popolazione con il vaccino a quello che ha voluto l'olocausto. Questa gente meriterebbe di viverla una dittatura e di conoscerli i campi di concentramento per capire di cosa stanno parlando. Il punto è uno solo, dove stiamo andando? A schiantarci contro un muro, sicuramente, perchè questo mondo così come funziona, semplicemente non va.