Quando si parla di Sanremo, si apre un capitolo di storia italiana complesso, leggero, politico, artistico, polemico, di costume, di cultura. Insomma Sanremo è una istituzione italiana che ha fatto la storia in un modo o nell’altro. Lo si ama o lo si odia, in base a tanti fattori, ognuno di questi legittimi, ma resta il fatto che ogni italiano ha un Sanremo dentro. Che sia per gli artisti che ne hanno calcato il palco, che sia per delle canzoni che hanno fatto la storia, o per le polemiche che spesso la kermesse accende, di Sanremo ne abbiamo parlato tutti almeno una volta nella vita. 
Per quanto mi riguarda, visto la mia età e il fatto che ormai vedo il traguardo dei cinquant’anni a portata di mano, di Sanremo e ricordi ne ho abbastanza, ma sicuramente il ricordo più importante era la solennità che si viveva in casa in quei giorni dove tutto sembrava fermarsi e tutto girava intorno al festival. 

Erano gli anni '80, erano gli anni in cui le canzoni e i testi uscivano sul settimanale “Tv sorrisi e canzoni”, dove si imparavano le canzoni a memoria. Ricordo mio padre che si procurava in anticipo le musicassette Tdk da 60 minuti e le conservava come oro. Il registratore portatile appostato accanto al televisore, e ad ogni canzone premeva il tasto Rec, e da quel momento guai a fare il minimo rumore. Poi le canzoni le si ascoltavano il giorno dopo con una qualità audio che oggigiorno fa rabbrividire, ma in quegli anni era l’alta definizione per eccellenza. Ricordo mio padre scattare in piedi ed esultare come ad un gol della sua Inter in Coppa Campioni, quando nel 1982 Claudio Cecchetto annunciò che il vincitore di quella edizione fu Riccardo Fogli, con la canzone “Storie di tutti i giorni”, era il cantante preferito dei miei genitori. 
Sicuramente di Sanremo se ne potrebbe parlare più per quanto accaduto dietro le quinte, con storie incredibili di guerre, scontri e polemiche tra gli interpreti, sia per delle edizioni imbarazzanti con conduttori assolutamente non all’altezza. Il Pippo Baudo nazionale che va a salvare l’operaio che voleva buttarsi giù dalla gradinata, rimane un momento incancellabile della storia di Sanremo, ma ce ne sarebbero molti altri. Ma anche canzoni incredibili che ancora oggi restano intramontabili.

In questi giorni si è parlato di Sanremo perché il conduttore e direttore artistico, Amadeus, ha diramato la lista dei big partecipanti alla prossima edizione. Spiccano nomi importanti, con un mix di vecchie glorie come Iva Zanicchi o Massimo Ranieri e Gianni Morandi, il ritorno di Elisa e Emma, poi giovani come Blanco e Mahmood, ecc… un mix di sicuro successo che porterà diverse generazioni a potersi interessare. Del resto Amadeus nelle due edizioni precedenti ha dimostrato di essere uno che ne sa qualcosa, non a caso i suoi Sanremo hanno avuto grande successo, perché giovani, leggeri con i cantanti e le canzoni al centro di tutto, e la capacità di unire tutte le generazioni trasformando un Sanremo principalmente per “vecchi” in una sorta di mix tra Sanremo Festivalbar. L’amico Fiorello sarà ovviamente la spalla perfetta per momenti di sicuro divertimento.

Ma la cosa più strana che sta succedendo a Sanremo, quasi un mistero senza spiegazioni che si avvicina al terzo segreto di Fatima, è la venticinquesima esclusione consecutiva in venticinque anni di fila dei Jalisse, vincitori nel 1997 con la canzone “Fiumi di parole” e da allora mai più accettati al festival. Venticinquennali anni, diversi conduttori e direttori artistici che si sono susseguiti, e venticinque canzoni diverse scartate. Quanto brutte saranno potute essere queste venticinque canzoni da essere tutte immancabilmente scartate?
Sicuramente c’è qualcosa di diverso sotto sotto.
Nel '97 il duo artistico e anche nella vita privata si presentò a Sanremo in forma “indipendente” cioè non sponsorizzati da nessuno né tantomeno “prodotti” o “protetti” da qualche casa discografica o produttore. Passarono le selezioni e parteciparono nella categoria big. Il regolamento di quell’anno prevedeva questo e nessuno dei grandi “burattinai” si preoccupò di loro, però la loro canzone prese una carettata di voti, sia dal pubblico che dalla giuria di qualità, presieduta, tra gli altri, da Luciano Pavarotti e Gino Paoli. A sorpresa Mike Bongiorno, presentatore di quella edizione, annunciò i Jalisse come vincitori tra l’imbarazzo e incredulità di molti. 
Da quel momento iniziò il successo del duo?? Assolutamente no, anzi peggio.
Da vincitori del Festival parteciparono di diritto all’Eurovision di Dublino, dove fino all’ultimo erano in testa per la vittoria finale, ma alla fine arrivarono quarti, come mai?
I ben informati di quegli anni, i critici e gli inviati a Dublino parlarono di strane telefonate. La nazione dei vincitori deve ospitare la manifestazione l’anno successivo e in Rai non ne volevano sapere. Troppi soldi e troppi investimenti per una manifestazione che in precedenza non aveva avuto il ritorno economico sperato e quindi nessuno voleva correre il rischio. All’ultimo giro di votazioni i Jalisse sono in testa, una telefonata avvisa ì vertici Rai dell’imminente vittoria, poco dopo seguono altre telefonate e alla fine i Jalisse arrivano quarti. Nessuno in Rai voleva correre un altro rischio.

Inizia un lungo percorso di ostracismo nei loro confronti. Poche o nessuna partecipazione a trasmissioni, niente inviti a spettacoli e cose del genere. Fino ai giorni nostri... quando per la venticinquesima volta la loro canzone è stata scartata al festival di Sanremo. Un lungo sfogo sui social da parte di Fabio Ricci “ festeggia” le nozze d’argento di esclusioni ironicamente, ma non troppo.
Le ipotesi di questo incredibile mistero sono svariate, ma la più realistica rimane quella di due persone innocenti che si sono trovate nel posto sbagliato nel momento sbagliato, e hanno involontariamente rovinato i piani di chi quell’annata aveva altri progetti.
Il primo riguarda la canzone “E dimmi che non vuoi morire” scritta da Vasco Rossi e Gaetano Curreri per Patty Pravo. Era quella la prescelta, e da quel momento in poi sul duo marito e moglie, detto Jalisse, si è scagliata una sorta di maledizione. Ma i due assicurano che non molleranno e che ci riproveranno l’anno prossimo e quello dopo ancora. 
Ultima, nello sfogo social, Ricci confessa che Fiorello si è scusato personalmente con loro per l’esclusione, quasi a testimoniare un imbarazzo. 

Aspetteremo l’anno prossimo per vedere se saranno ventisei!