"Fallo di Rummenigge su Oriali... Battuta la punizione, cross di Gentile... Gol! Ha segnato Rossi! Rossi! Rossi! Gol di Rossi al dodicesimo del secondo tempo!".
Con quelle parole Nando Martellini commentava il gol di Paolo Rossi. Un gol indimenticabile in una serata, quella dell'11 luglio 1982, che nessun italiano mai potrà dimenticare. Le speranze degli italiani sembravano andate perdute nel momento in cui Cabrini fallì il rigore che avrebbe portato l'Italia in vantaggio, ma, nel secondo tempo, uno dei più forti attaccanti dell'epoca, su un cross di Gentile si avventò di testa sulla palla e la schiacciò in rete. Paolo Rossi, per l'Italia Pablito, aveva fatto gol! Le bandiere italiane al cielo, lo stadio sobbalzò, l'Italia fu travolta da un urlo di gioia unanime, milioni e milioni di italiani erano in festa. Quel giorno fu coronato dalla vittoria dell'Italia sulla Germania Ovest per 3-1... Dalla bocca di tutti uscivano solo tre parole: "Campioni del Mondo!". Tutti noi ci sentivamo campioni, ma ce n'era uno che indiscutibilmente lo era: Paolo Rossi. 
Oggi, 23 settembre 2020, Paolo spegne 64 candeline ed io non mi sentirei un vero italiano se non gli dedicassi un omaggio speciale in un giorno che per lui è molto speciale. 

La carriera dell'eroe di Spagna '82.
La carriera professionistica di Paolo Rossi iniziò nel 1973 con la maglia della Juventus, squadra che dopo avergli fatto fare una stagione di gavetta in Primavera, decise di promuoverlo in prima squadra. Il suo esordio arrivò in Coppa Italia e quella fu la prima ed ultima partita stagionale. Nella successiva annata, considerato ancora troppo esile e immaturo per il calcio che conta, Rossi scese in campo solo in due occasioni.
Ai bianconeri era cosa risaputa: Paolo doveva farsi le ossa. Per questo motivo, il giovane attaccante fu mandato in prestito al Como, dove però non visse un anno positivo: 6 presenze e 0 gol. 

Poi, la svolta. Il Vicenza lo acquistò in compartecipazione con la Juventus. Il colpo di genio lo ebbe Giovan Battista Fabbri, neo-allenatore del Vicenza, al resto ci pensò Rossi. Infatti, Fabbri spostò quest'ultimo da ala a centravanti pensando che potesse fare il salto di qualità e così fu. Nella stagione 1976-77, Paolo fu il miglior marcatore della Serie B e condusse i Berici in Serie A. La successiva stagione fu la sua miglior stagione sotto tutti i punti di vista. Il Vicenza si piazzò al secondo posto alle spalle della Vecchia Signora e Rossi vinse il titolo di miglior marcatore della Serie A con 24 reti, il 48% sul totale delle reti del Vicenza. I suoi due anni da indiscusso protagonista con la maglia biancorossa convinsero l'allora C.T, Enzo Bearzot, ad inserirlo nella lista dei convocati per il Mondiale 1978 in Argentina. Con gli Azzurri disputò un buonissimo campionato del mondo segnando 3 gol, arrivando al quarto posto dopo la sconfitta contro il Brasile nella finale per il terzo posto ed entrando di diritto nella All-Star-Team della competizione insieme al connazionale Roberto BettegaPerò, la successiva stagione non fu trionfale. Paolo Rossi si infortunò al ginocchio e il Vicenza fu retrocesso in Serie B, nonostante le 15 marcature di Pablito.

​​​​​​La retrocessione nella serie cadetta del Lanerossi spinse Rossi a chiedere la cessione. Così andò in prestito biennale al Perugia. Giocò discretamente le sue carte, ma era evidente che il Rossi dell'annata 1977-78 era scomparso. 14 gol in 32 partite stagionali, ma il coinvolgimento nello scandalo calcioscommesse, da tutti noi conosciuto come Totonero, segnò il punto più basso della sua carriera. Rossi fu accusato di aver truccato, insieme ad altri compagni ed avversari, Avellino - Perugia finita 2-2 con doppietta della punta perugina, in quanto all'Avellino serviva un punto per non rischiare la retrocessione. Il CAF decise quindi di squalificare Rossi per 2 anni, una squalifica pesante che lo costrinse a saltare gli Europei 1980. Un colpo basso per un giocatore a cui serviva soltanto un altro passo per raggiungere la vetta del calcio mondiale. Paolo commentò così la sua squalifica: "Non sapevo nulla delle scommesse: pensavo al classico pareggio accettato da due squadre che non vogliono farsi male. Seguii il processo come qualcosa di irreale, come se ci fosse un altro al posto mio. Capii che era tutto vero quando tornai a casa e vidi le facce dei miei.". Non si può sapere quanto ci fosse di veritiero nelle sue parole, ma persiste lo scandalo che lo ha visto coinvolto in un simile reato che condanna i sani valori dello sport portandolo nella sfera della corruzione e del denaro sporco.

Nel 1981, con 365 giorni di squalifica ancora da scontare, il presidente della Juve, Boniperti, decise di riportare a Torino, Rossi. Allenamento e dieta, questo prevedeva il programma dell'attaccante bianconero il quale non poteva scendere in campo per prender parte alle competizioni ufficiali. Rientrò in campo negli ultimissimi match della stagione 1981-82 in cui riuscì a segnare un gol all'Udinese e a conquistare, seppur non da protagonista, lo Scudetto con la Juventus. Poi, il Mondiale 1982. A sorpresa, Bearzot ebbe il coraggio ma anche la sfrontatezza di convocare Paolo Rossi, nonostante il bruttissimo periodo che aveva appena vissuto. Però, fu proprio nel Mondiale che Rossi dimostrò di essere uno dei migliori, in grado di lasciarsi alle spalle i momenti peggiori per rilanciarsi all'età di 26 anni. L'Italia dell'82 fu spettacolare, 11 leoni che scendevano in campo pronti alla battaglia e tra questi si nascondeva un eroe, anzi un supereroe: Paolo Rossi.
Pronti, via e fu subito un'accesissima partita, ma per i gol bisognerà aspettare la seconda frazione di gioco. Al 57' minuto, l'incornata vincente di Pablito porta in vantaggio gli Azzurri. Dopo 11 minuti, l'Italia, sugli sviluppi di un contropiede portato avanti da Scirea, trova il gol del raddoppio con Tardelli. E a chiudere le sorti del match ci pensò Spillo Altobelli all'81' minuto. Dopo 2 minuti, arrivò il gol della bandiera della Germania Ovest firmato da Breitner, ma ciò non bastò ai tedeschi. L'Italia diventò per la terza volta nella sua storia Campione del Mondo e l'artefice di questo successo fu Paolo Rossi! Disputò un torneo favoloso: miglior marcatore del Mondiale con 6 reti, presenza nella All-Star-Team e, per concludere in bellezza, la vittoria del Pallone d'Oro 1982, il più alto riconoscimento che un giocatore possa avere.
Era cosa scritta: Paolo Rossi era il più forte al mondo! 

Riprese con la Juventus in cui disputò altre 3 stagioni, nelle quali vinse: 1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa dei Campioni. Nonostante i tanti trofei in bacheca, non proseguì sulla scia del 1982 complice anche la sbornia post-Pallone d'Oro.
Chiuse volutamente il suo trascorso in bianconero dopo 4 anni passando al Milan. Giocò una sola stagione sotto il segno del Diavolo giocando 20 partite, poche a causa di un infortunio subito al ginocchio, e mettendo a segno 2 reti.
Si trasferì infine al Verona per porre fine alla sua carriera. Giocò 20 partite e segnò 4 gol. Diede l'addio al calcio giocato a soli 31 anni e chiuse la sua breve carriera, preda di numerosi infortuni ma anche molto emozionante. 

Una nuova vita
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Paolo Rossi si è preso una lunga pausa dal calcio partecipando di rado ad interviste o a talk show. Dal 2018, però ha deciso di ritornare nel mondo che lo ha contraddistinto: il calcio. Ovviamente non come calciatore, bensì nelle vesti di dirigente, entrando a far parte dell'area amministrativa dell'L.R Vicenza nel ruolo di consigliere indipendente. Ruolo che ancora oggi ricopre all'interno del club biancorosso, tornato in Serie B dopo 3 stagioni di astinenza.

Oggi, nel giorno del suo 64° compleanno, ho deciso di scrivere questo pezzo nella speranza di far rivivere i suoi magici momenti agli italiani che hanno avuto la fortuna di vederlo all'opera. Perché quelli come lui, esclusi i suoi periodi bui, si sono visti poco spesso in Italia e quindi, quando il nostro Paese ci consegna questi campioni amiamoli e, se la vita non ce ne dà l'opportunità, riscopriamoli.
Auguri Paolo!