Quando sentirò Suma proporre un ragionamento, meglio qualcosa che ci somigli, teso a criticare il Milan come squadra o società, sarò nei Campi Elisi come i legionari di Decimo Meridio nel Gladiatore a cavalcare le verdi praterie.

Trascurando quindi per principio il giornalista, in quanto preferisco affidarmi a chi fa dell’obiettività e del pensiero indipendente il proprio credo, registro comunque una minoranza di tifosi per i quali restano inossidabili vecchie manfrine, secondo cui le amichevoli contano poco o niente, fregano zero a giocatori ed allenatore ed i giudizi vanno stilati non prima della terza di campionato.

Andiamo con ordine: contro una neopromossa dalla serie D hai il dovere di aver sviluppato un gioco convincente dettato da giocatori che dopo un mese e mezzo hanno assimilato i dettami del tutto nuovi del mister, mostrando di essere cresciuti sotto tutti i punti di vista, devi sommergere di reti gli avversari e mostrare molteplici soluzioni in attacco. Fatto tutto questo te ne puoi fregare alla grande e giocare bene da Udinese-Milan in poi.

E invece no! Donnarumma salva con un miracolo il risultato, i movimenti dei giocatori sono la fotocopia orripilante dello scorso anno, le soluzioni d’attacco pure, i tiri in porta uno come in una qualunque delle esibizioni della scorsa stagione: in poche parole il Milan non ha fatto mezzo passo avanti, non ha un leader, non ha un regista, non ha un secondo centravanti, non sa creare un gioco d’attacco, ha Rodriguez sempre più convinto che sia Donnarumma quello da castigare, ha come una condanna alla pena capitale giocatori da Lega Pro che partono costantemente titolari (Biglia, Rodriguez, Calhanoglu, Borini, per essere magnanimi), ha Suso che ci offrirà innumerevoli volte gli spettacolari obbrobriosi di questa sera a Cesena innumerevoli volte, non fornisce indicazioni attendibili sul fatto che i nuovi acquisti possano cambiare il volto di una squadra vuota come l’atmosfera della superficie lunare.

Ecco le ragioni per le quali è doveroso un plauso a chi, invece, in tutto questo vede la semina del domani: perché se così fosse sarebbe vero che le amichevoli servono a mettere minuti nelle gambe anche se si fa schifo.

Ecco, per lo stesso motivo, avendo esaurito da un decennio gli scogli in società sui quali aggrapparmi, che oggi è a costoro che faccio affidamento: non aver capito una mazza a ferragosto per me sarebbe una delle più grandi soddisfazioni provate dai tempi di Sormani.