Lo scrivevo quando era in procinto di essere rispedito a Francoforte da qualche genio: Ante Rebic è un cobra letale, ha tutto quello che manca a Suso, Calhanoglu, Paquetá e Bonaventura messi insieme, ovvero scatto e cambi di direzione fulminei, tiro e, soprattutto, uno sguardo poco raccomandabile. In due parole il giocatore tipo per cui stravedo!

Classico sguardo balcanico, impenetrabile ed allo stesso tempo minaccioso, si vede che incute paura agli avversari: se uno così ti tampona in auto ed ha torto, rimani seduto e offri la portiera rimasta intatta!

Frutto dell’intuito fino di Boban che sempre più mi da l’idea di quello che ha una direzione molto più chiara del dirimpettaio Maldini in termini di profili, è un toro scatenato che arriverà ad essere l’alter ego di Lautaro Martinez se solo darà 70 minuti alla sua continuità. Teniamo presente che l’attaccante nero azzurro oggi vale 111 milioni e qua casca l’asino! Ante è in prestito biennale dal Francoforte e poi? Qualcuno ha pensato di muoversi adesso e non fra sei mesi per riscattarlo subito? Se ciò non fosse avvenuto aspettiamoci club di primissima fascia sul croato già dalla sessione mercantile di giugno: questo, signori, è un fuoriclasse, vale mezzo Milan e necessita di una società solida che gli offra un contratto coi fiocchi ed investa su di lui! Tradotto: l’opposto del banco dei pegni attuale. È anche belva da combattimento autentica ed esigente al pari del vecchio Ibrahimovic: basta vedere le loro facce quando ricevono il passaggio di ritorno dal Paquetá o dal Calhanoglu di turno: li mangerebbero vivi, perché esigono automatismi perfetti.

Il rischio, quindi, con una società che non parla e non pianifica, di ritrovarsi a luglio con una fotocopia dell’affaire Bakayoko è altissimo, con la differenza che nel caso del gigante di colore si trattava solo di un ottimo centrocampista (oggi sarebbe indispensabile!), nel caso del croato siamo di fronte ad uno degli attaccanti più forti che io abbia mai visto.