Il Milan torna dalla trasferta di Torino, dove affrontava la squadra allenata da Mister Juric, con un punto. Sufficiente per allungare sul Napoli, inaspettatamente sconfitto in casa dalla Fiorentina e restare avanti di due punti sull'Inter, ma torna a dipendere dal "famoso asterisco", poichè la squadra nerazzurra deve ancora recuperare la partita contro il Bologna, mai disputata a causa del Covid.

Analizzare i motivi per cui il Milan non ha più il passo di inizio stagione è fin troppo facile, ma tutto è obbligatoriamente condizionato da quali fossero le aspettative che chi esprime il giudizio aveva riposto su questo splendido gruppo allenato da Mister Pioli.
Cerco di essere più chiaro.
Ad inizio stagione, per quanto supportato dal solito ottimismo, compagno di viaggio di ogni tifoso, non avevo certo ambizioni di vincere lo scudetto, ma giornata dopo giornata avevo cullato l'illusione che rafforzando la squadra nel mercato invernale si sarebbe potuto realizzare un sogno.
Personalmente ho smesso di sperare, magari sbagliando, quando si è chiuso il mercato senza l'arrivo di nessun nuovo giocatore. Ecco perchè il mio giudizio sulla squadra non potrà mai essere critico. Perchè se guardo la classifica e vedo il Milan PRIMO, nonostante sia meno forte di una stagione fa, con assenze importantissime per infortuni, con giocatori totalmente fuori da ogni progetto futuro e con il bilancio economico avviato al pareggio, che è il punto più importante, con il teorico stadio, nel progetto della proprietà, il Fondo Elliott, essere delusi o insoddisfatti. sarebbe totalmente assurdo.

Il pareggio a Torino ha un valore ben superiore del medesimo risultato ottenuto una settimana fa contro il Bologna, fra le mura amiche di uno stadio pieno di tifosi, ma evidenzia un dato che preoccupa chi ha a cuore le sorti della squadra rossonera, ovvero la difficoltà a trovare la via del gol. Se analizziamo le ultime undici giornate di campionato, che non sono assolutamente poche, il Milan ha segnato due gol in sole due partite, la vittoria nel derby, in rimonta e il pareggio a Salerno. Sei volte ha segnato un solo gol, con quattro vittorie, una sconfitta e un pareggio, per altro contro Spezia e Udinese, che sappiamo quante polemiche (e punti) abbiano lasciato fin troppe recriminazioni.
Tre partite si sono concluse a reti bianche, contro Juventus, Bologna e Torino. La prolungata assenza di Ibra poteva anche essere preventivata e l'innesto di Giroud, per quanto anche lui segnato da età e campionati, è da ritenersi positivo. Inaspettata è stata la defezione di Rebic, praticamente quasi mai utilizzato in questa stagione, un'assenza pesante, oltretutto se Leao non riesce a dare continuità alla sua fase realizzativa. Sul tentativo di acquistare Pellegri, è superfluo recriminare, così come l'arrivo del giovane Lazetic, sono operazioni marginali che non influiscono sul gruppo principale dei giocatori che formano la "rosa".

Le note positive vengono dalla difesa, non solo perchè hanno saputo trovare un portiere fortissimo, che in pochi mesi ha cancellato il ricordo del suo predecessore, ma specialmente perchè nonostante il gravissimo infortunio di Kjaer, un Romagnoli oramai ai margini del progetto e un Ballò Tourè, corpo estraneo a questo gruppo, la compattezza del reparto è una garanzia per il futuro. Anche se l'operazione al menisco di Florenzi porrà certamente delle domande sulla validità del suo riscatto dalla Roma.

Tutto quindi ruota su due ruoli e tre giocatori, di cui abbiamo sempre conosciuto i pregi e i difetti. Diaz doveva sostituire il turco, Messias e Salamandra dovevano portare gol, cross e fantasia. Le sorti sportive del Milan transitavano obbligatoriamente dalle loro prestazioni. Non serviva certo la zingara, per prevedere il futuro.
Il Milan, sotto l'aspetto puramente estetico, gioca meno bene rispetto allo scorso anno. Certo è compatto, pressa alto e riparte veloce, ma la prima punta, Ibra o Giroud, non sono adatte a ripartenze veloci e non vengono mai servite con cross dal fondo, gli esterni segnano troppo poco e i centrocampisti si inseriscono meno dei terzini.
A sei giornate dalla conclusione del campionato la speranza di poter vincere, almeno un titolo, resta viva, ma l'andamento lento con cui si sta affrontando la volata finale, riduce di molto ogni più rosea aspettativa.

Per quanto faccia il possibile per godermi il presente, non sono solo avvilito di veder sfuggire uno scudetto che poteva tranquillamente tingersi di rossonero, visto i limiti delle avversarie, ma ancora di più quali e quanti investimenti servirebbero per garantire una squadra in grado di vincere.
Ieri guardando il Bordeaux in lotta per salvarsi, ho rivisto Niang, marcatore di un gol, mentre Adli è rimasto comodamente in panchina fino al minuto 83.
Ci sarà tempo per parlarne, ci avviamo alla Pasqua, ma la nostra Via Crucis, dura da troppi anni.
FORZA MILAN