Per sapere il nome della squadra che vincerà questo campionato di calcio, bisognerà aspettare ancora una giornata, l'ultima. La splendida e complicata vittoria del Milan, contro la temuta Atalanta, in uno stadio traboccante di tifo e passione, non è bastata per mettere la parola fine alla sfida cittadina che sta continuando praticamente da inizio stagione. L'Inter ha prontamente risposto. Nonostante la stanchezza per il match di Coppa Italia e un avversario, il Cagliari, alla disperata ricerca di punti per evitare la retrocessione in serie B, i ragazzi di Mister Inzaghi hanno vinto, tenendo ancora accesa la speranza nel sorpasso, per quanto complicato, fino all'ultimo minuto. Saranno quindi Sassuolo-Milan e Inter-Sampdoria a decidere le sorti di un'intera stagione.

La squadra allenata da Mister Pioli è prima, con due punti in più e con lo scontro diretto a proprio favore. Un vantaggio notevole che consentirà di dover evitare solo la sconfitta per essere matematicamente certa di potersi cucire lo scudetto tricolore sul petto, senza neppure dover conoscere l'esito del match della rivale cittadina, allenata da Mister Simone Inzaghi. Scaramanzie a parte, è logico considerare il Milan quale favorito. Ma più dei punti di vantaggio, lo giustificano le splendide prestazioni, che sta inanellando, dando dimostrazione di forza e di un'ottima condizione fisica, l'attenzione di tutti i giocatori e una difesa che sembra insuperabile. Battere l'Atalanta di Mister Gasperini, oltretutto alla disperata ricerca di punti per la qualificazione europea, non era per nulla facile. Un dato su tutti era particolarmente preoccupante, erano otto anni che il Milan non batteva la Dea a San Siro e anche pareggiare, per quanto sufficiente a mantenere la testa della classifica, avrebbe obbligato a recarsi a "Sassuolo" giocando solo per la vittoria. e quindi con pressioni ben maggiori di quelle che ci saranno ugualmente. 

Nella vittoria, importantissima, di ieri, non va sottovalutato l'affetto dei tifosi. San Siro pieno e tinto di rossonero ha spinto la squadra per tutta la partita, gioendo al gol di Leao ed esplodendo tutta la tensione al raddoppio di Theo. Un gol strepitoso, una cavalcata coast to coast, similare a quella di George Whea, più sinuosa, meno potente, ma ugualmente bellissima e rara da vedere nei rettangoli di gioco.
A 90 minuti dalla fine è il Milan il padrone del suo destino. La vittoria di ieri, vera e difficile, fa da proseguio a quelle conquistate contra Genoa, Lazio, Fiorentina e Verona, con una costante che autorizza all'ottimismo, la crescita e la determinazione di ogni singolo elemento.
Due dati non possono sfuggire: è l'undicesima volta, nel solo girone di ritorno, la diciassettesima totale, che il Milan non subisce gol, mentre sono 26 i punti conquistati con le squadre di vertice, contro i 20 dell'Inter o i 19 del Napoli. Una sola sconfitta, per altro ingiusta, contro il Napoli, a Milano e tre pareggi, due con la Juventus e uno con l'Inter.

Sarà una settimana apparentemente più lunga del solito, che ci porterà all'ultima partita. Bisognerà saperla affrontare serenamente, per non disperdere energie, consapevoli delle proprie forze, ma senza calare la concentrazione e il rispetto nell'avversario da affrontare. Il "popolo rossonero" saprà garantire il calore necessario a superare anche l'ultimo ostacolo. Come ben sapete, sono sempre stato molto scettico sulla possibilità di poter tagliare il traguardo per primi. Ho addirittura paragonato l'impresa del Milan alla scalata del Monte Everest, in infradito, ma vedere ieri, questi "splendidi ragazzi", applicarsi al massimo delle proprie capacità con paura ed entusiasmo, mi ha trasmesso una gioia infinita. Mancano solo novanta minuti, poi ci sarà il tempo per qualsiasi analisi.
Ora c'è solo da aspettare. Se guardo indietro, alla ricerca di una vittoria, il tempo trascorso è fin troppo. Il rigore decisivo di Pasalic, ieri rivale, o uno scudetto trascinati da Ibra. Undici anni dopo, sembra impossibile, ma il Campione svedese è ancora qui, con il suo faccione sorridente, le gambe doloranti e una voglia di vincere che faceva sorridere molti.

Serve ancora uno sforzo, contro il Sassuolo, dove due anni fa tutto ebbe inizio, con l'arrivo di Rangnick stoppato da Maldini, con il rinnovo a Mister Pioli e al "vecchio campione", puntando su un manipolo di giovani sconosciuti.
Per chi cerca cerchi da chiudere, nulla di meglio. Aspetterò l'ultima giornata, il fischio finale, per esplodere tutta la mia felicità, ma è innegabile che da due anni il sangue scorre più veloce e aspetto le partite con un entusiasmo che era sopito.

FORZA MILAN, da Nesta in tribuna a Tomori al centro della difesa, da Ambrosini ai microfoni di Danz a Tonali, da Maldini a Theo, da Sacchi e Capello a Pioli, un intreccio di emozioni e ricordi, una lunga cavalcata che ci porterà all'ultimo atto, all'ultima partita, l'unica e la più importante.