È morto Sinisa Mihajlovic. L'ex allenatore del Bologna ci ha lasciati a soli 53 anni, dopo una lunga battaglia combattuta contro la leucemia, durata più di tre anni, dove la malattia, purtroppo, l'ha sovrastato. Lascia la moglie Arianna e i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas. Nel 2021, la figlia Vriginia ha dato alla luce Violante, la prima nipotina di Sinisa. 
La sua carriera calcistica è iniziata con una piccola squadra serba, il Vojvodina. Nel 1990 viene acquistato dalla tanto temuta Stella Rossa, con la quale vincerà La Coppa dei Campioni nell'annata 1990-1991. Due anni dopo, arriva in Serie A grazie alla Roma, che al tempo lo acquistò per 8,5 miliardi di lire, circa 4,3 milioni di euro attuali. 
Nel luglio del 1994, viene preso in prestito dai blucerchiati, che un anno dopo lo riscatteranno ufficialmente. A Genova spiccherà il suo preciso e potente sinistro, impeccabile nei calci di punizione, che diverrà in seguito il suo marchio di fabbrica che stupirà il mondo intero. 
Quattro anni dopo verrà acquistato a titolo definitivo dalla Lazio, per circa 22 miliardi di lire. Nel suo percorso biancoceleste realizzerà svariate reti, alcune anche con un certa importanza. Ha militato alla Lazio per sei stagioni, durante le quali ha vinto un campionato, due Supercoppe Italiane, una Supercoppa UEFA, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia.
Dalla stagione del 2004 a quella del 2006 ha giocato per l'Inter, dove divenne il marcatore più anziano del campionato, segnando un gol in Ascoli-Inter del 8 aprile 2006 all'età di 37 anni e 47 giorni. Con il club neroazzuro vincerà due Coppe Italia e uno scudetto, che verrà assegnato a tavolino alla squadra lombarda dopo lo scandalo di Calciopoli. 
Con la Nazionale jugoslava ha collezionato un totale di 63 presenze e 9 reti. 

Nella sua carriera calcistica è conosciuto come persona dal carattere nervoso, scontroso e aggressivo. Durante il suo cammino, ha ricevuto parecchie sanzioni per colpa delle sue azioni maleducate ed irrispettose. Ha inoltre accumulato un totale di 10 cartellini rossi, che secondo me, non sono molti in 18 anni! Era comunque molto rispettato per il suo coraggio e forza di volontà.
Nella sua carriera da allenatore, iniziata il 3 novembre 2008, ha allenato sette club e una squadra nazionale. Fu il CT di Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e Sporting Lisbona. Fu inoltre allenatore delle sua tanto amata Serbia. Non ha ottenuto nessun trofeo, solo 2 riconoscimenti come miglior allenatore serbo, ma bisogna ammettere che è stato un grande allenatore, che incitava e strizzava l'animo dei suoi ragazzi con tutte le forze che aveva, anche durante la malattia.

È davvero un'enorme tragedia, che ha sconvolto l'intero mondo calcistico. Anche se si era a conoscenza delle sue condizioni fisiche e che da quì a poco sarebbe venuto a mancare, la notizia è arrivata di punto in bianco, scombussolando parecchio i tifosi. 
Queste sono le sincere parole citate dalla società della Lazio: "Un grande laziale, un guerriero in campo e nella vita. Il suo coraggio sul terreno di gioco è stato secondo solo a quello dimostrato di fronte a una grave malattia."
Belle parole dedicate al serbo.  
Il mondo del pallone è semplicemente meraviglioso, ma alcune volte ci regala delle sorprese che ci sconvolgono e che non ci saremmo mai aspettati. 

Andrea, 13 anni