Ho iniziato a seguire attivamente il calcio un po' tardi. All'inizio mi ero scelto una squadra pro-forma, solo perché tutti i coetanei ne avevano una, ed era stata l'Inter. Tale scelta durò pochi giorni ovvero finché uno zio milanista non mi convinse a passare in rossonero. Ci volle più di un anno, invece, perché diventassi un tifoso attivo. I mondiali del 1970 in Messico furono galeotti, in quanto coinvolsero tutti, compreso il mio babbo cui del calcio, in tempi normali, non gliene poteva fregare di meno. Da allora, pur afflitto dalla malattia incurabile del tifoso, descritta alla grande da Nick Hornby, non ho tuttavia perso la lucidità per arrivare a una conclusione esistenziale: la zavorra di una squadra di calcio sono i tifosi (me compreso, forse). Lungi dall'essere un punto di forza, i supporter sono una piaga autentica. Se per assurdo si costituisse una squadra senza tifosi, ma con i soldi delle altre a disposizione, quella società vincerebbe quasi sempre.

Prendiamo il caso Giroud, dato quasi per certo in rossonero e diventato improvvisamente improbabile poche ore fa. Per giorni ho letto di tifosi che si lamentavano dell'età del giocatore, 34 anni, dimenticando che Cafu ne aveva 33 quando venne a disputare stagioni bellissime in rossonero. Ho letto anche di tifosi per i quali non aveva senso ingaggiare il francese, visto che era solo riserva al Chelsea, dimenticando a loro volta che era in panca in una squadra vincitrice della Champions League. Ora, appena è circolata la notizia che il Chelsea gli aveva rinnovato il contratto, è iniziato il pianto, perché Giroud non approderà in rossonero. Verrebbe da chiedersi, come Totò, se siamo uomini o caporali. Avevo previsto tutto in un altro articolo e, con grottesca puntualità, è accaduto.

L'affare Giroud ricorda un po' il voltafaccia del fortissimo belga Ceulemans, che una quarantina di anni fa era venuto a Milano per accordarsi col Milan. Dopo aver stretto in pubblico la mano a Rivera, tornò in Belgio dove fu bloccato da una mamma apprensiva, che non voleva separarsi dal suo pargoletto. Beppe Viola fu molto critico verso la dirigenza del Milan, accusandola di non essersi accorta che il giocatore si era servito della trattativa per rendersi prezioso agli occhi della propria squadra, ma a mio avviso fu troppo severo. Anche noi saremmo troppo  e ingiustamente severi se, nel caso di Giroud, ce la prendessimo con Maldini e Massara.

Giroud si era presentato sul mercato come un giocatore libero al 1° luglio e come tale ha trattato col Milan, ma il Chelsea ha annunciato di aver esercitato già ad Aprile l'opzione di rinnovo del contratto per un altro anno, anche se ha ufficializzato la cosa soltanto ieri.  E' un pasticciaccio brutto, perché è evidente che giocatore e procuratori hanno taciuto per più di un mese che il loro assistito non era più un giocatore svincolato, ma aveva ormai un altro anno di contratto contro una squadra che, si sa, non libera i giocatori gratis. Di certo, non lo fa quando c'è di mezzo il Milan, nei confronti del quale sembra avere un'ostilità a priori. Certo, è trapelata la notizia che il Chelsea lascerebbe andare il francese, se l'offerta arrivasse dall'estero. Ma a quali condizioni? Una cosa, infatti, è sapere che se un calciatore si accorda con te, è tuo, ma altra cosa è accordarsi per riconoscergli prebende da svincolato e poi andare a Londra col cappello in mano a chiedere che venga lasciato andare. E hanno un suono poco gradevole anche le dichiarazioni del giocatore, fra l'imbarazzato e lo stizzito, secondo cui il Milan è una delle opzioni possibili. Maldini e Massara, con tutti i loro limiti e difetti, non avrebbero mai trattato il giocatore, se avessero saputo che c'era da accordarsi con il Chelsea. Se lo hanno fatto, vuol dire che non hanno ricevuto informazioni corrette, anzi non sono chiari neanche i motivi del  ritardo con cui la società londinese ha annunciato di aver esercitato l'opzione.

Il problema è che il Diavolo è mal visto nella sede del Chelsea e forse con un po' di ragione, visti i diversi giocatori che i rossoneri hanno acquisito in prestito, per poi trattarne al ribasso il rinnovo. Tutta questa storia, quindi, solleva quantomeno il fumus di un agguato e farè bene il Milan a non cascarci. Meglio il ritorno di un pulcino come Lorenzo Colombo, che prendere Giroud riconoscendo anche 1 cent al Chelsea. E se i tifosi, dopo essersi lamentati che Giroud era inadeguato, ora piangono che il Milan non è stato in grado di prendere il francese, Maldini e Massara se ne stra-freghino, perché almeno io sarò con loro, per quello che conta. Ma andiamo avanti.

La situazione di Dommarumma è chiara. Il ritardo nell'annunciare che è un giocatore bianconero, serve solo a giustificare il motivo per cui l'estremo difensore sta andando a Torino per una cifra inferiore a quella che gli offriva il Milan. Gigio è cascato nella trappola di credere che il calcio italiano sia solo la Juventus e ha deciso di legare le proprie sorti al carro bianconero. Era suo diritto, visto che era a fine contratto, ma i milanisti possono solo augurargli di essere finito alla Juventus per limitarsi a vincere la Coppa Italia, quella che ai bianconeri non si nega mai, quando non hanno vinto nulla. Chi ha visto l'ultima finale contro l'Atalanta, sa di cosa parlo. E sbaglia il mio conterraneo Franco Ordine, quando sostiene che l'acquisto di Maignan è uno smacco a Raiola. E' ciò che cercava il procuratore, invece, ma ognuno ha diritto di vederla a modo suo, ci mancherebbe altro.

Chala è in difficoltà. Per quanto svincolato, infatti, non è facile che ottenga 5 milioni di euro dalla Juventus, che dovrà comunque riconoscere una cifra importante a Donnarumma. La Juventus è, con ogni probabilità, un'opzione sventolata dal procuratore Stipic per spaventare i rossoneri, ma l'offerta vera per il turco viene dalla penisola arabica. Si tratta di bei soldi, ma per scomparire nel cimitero degli elefanti che è il calcio in quelle lande esotiche. Il turco è ancora in età per dire la sua nel calcio vero, quindi non ha molto senso che accetti. Stipic e il giocatore, però, si sono esposti troppo, per cui ora hanno difficoltà ad accettare le condizioni rossonere. Nicchiano, sperando che si faccia avanti qualcun altro con mezzo milione in più. Ne vale la pena? Secondo me no, ma come ognuno ha diritto di vederla a modo suo, così ciascuno ha diritto di giocare le proprie carte come crede.

Tornando al Chelsea, se il comportamento degli inglesi e di Giroud ha un sapore sgradevole, un rimprovero va mosso al Milan per aver chiesto l'ennesimo sconto alla società di londra al momento di riscattare Tomori. C'era un opzione di riscatto del contratto e si sapeva che il Chelsea avrebbe preteso i soldi pattuiti, allora tanto sarebbe valso presentarsi con i soldi e pagare senza fiatare... hop hop hop din din din... perché tanto è quello che alla fine si è stati costretti a fare. E non ha avuto senso neanche presentare il riscatto dell'anglo-canadese come una trattativa portata a buon fine. C'era un'opzione ed è stata esercitata. Se mai la trattativa è stata portata avanti per lo sconto, ma è andata male. E' su queste cose che la società deve crescere.

Pioli ha dichiarato che non considera una priorità il rinnovo del proprio contratto, ma che lo è il rafforzamento della squadra. Bella dichiarazione, molto diplomatica, che fa onore all'intelligenza del tecnico emiliano. Pioli è sgusciato via con stile ed eleganza dal nocciolo di una questione molto antipatica ovvero che la società non sa se fra un anno proseguirà con lui e non ha neppure paura di perderlo, dal momento che l'interessato non sembra poi tanto ambito sul mercato. Bardi, aedi e menestrelli vi diranno di no, ve lo diranno... ve lo diranno... anzi ve lo dicono di continuo,  ma la verità è che Pioli resta un traghettatore la cui traghettata si sta protraendo, in quanto Sarri o Conte (parlando di tecnici liberi) farebbero richieste precise e la proprietà non vuole liste di acquisti onerosi da portare a termine a ogni costo. Non in questa fase della propria storia. Non ancora.

Calabria e Kessie non hanno ancora rinnovato, ma qui conviene attendere. Parlando soprattutto di Kessie, non ha senso riconoscergli 6 oppure 8 milioni netti l'anno, come succederà, prima che Chala firmi a 3,5 milioni più bonus. Ma se ci si deve svenare, e il Milan lo sa, conviene farlo solo per l'ivoriano, l'unico vero colpo azzeccato di Massimiliano Mirabelli. Come è giusto, infatti, far notare che quel dirigente che ha fatto più danni di un tornado, da galantuomini bisogna dire che su Kessie aveva visto giusto. Ci avrebbe visto giusto anche su André Silva, se il Milan non fosse stata una squadra del campionato italiano, dove la palla sul piede non la danno neanche a Cristiano Ronaldo. Ma Mirabelli non aveva considerato questo aspetto. Ahi!