" Io non voglio essere Michael Jordan. Non voglio essere Magic. Non voglio essere Bird o Isiah, non voglio essere uno qualsiasi di questi ragazzi. Quando la mia carriera sarà finita, mi guarderò alla specchio e dirò: ho fatto a modo mio"Allen Iverson.

La storia che sto per raccontarvi è la dimostrazione tangibile che a volte i sogni, anche quelli più folli e impossibili, possono essere realizzati. 

 

7 giugno 1975, Hampton, Stati Uniti d'America. Una data che ha cambiato per sempre uno degli sport più spettacolari al mondo, Il basket.

 

Allen Ezail Iverson non sapeva ancora che la sua nascità avrebbe sconvolto per sempre il mondo della pallacanestro. Non lo sapeva ancora perchè il 7 giugno del 1975 era appena venuto al mondo. Un mondo, quello dei bassi-fondi di Hampton, meschino e crudele. Un mondo dove regnava la violenza e il caos. Un mondo che al talento dei ragazzi voltava le spalle, quasi infastidito da quel raggio di speranza che solo lo sport sapeva dare loro. 

 

Allen era nato con quel tipo di talento. Un talento mischiato, purtroppo, con il caos di una vita sempre in perenne equilibrio tra la violenza delle strade e la gloria nei campi di tutto lo stato. Allen aveva un desiderio, diventare uno dei più grandi giocatori di basket nel mondo. Un sogno che lo tenne , per molti versi, lontano dalla cattiva strada. Una strada che, una volta imboccata, lo avrebbe portato a dire addio per sempre al suo sogno più grande.

 

Qundo tutto sembrava andare  finalmente nel verso giusto, la fortuna gli voltò le spalle ancora una volta. Allen fu condannato a 15 anni di reclusione per una rissa tra bianchi e neri in una pista da bowling nella sua città natale. le prove erano tutte a favore dell'innocenza di Allen. Tuttavia, per la giuria, era pur sempre un ragazzo di colore, proveniente da un quartiere difficile e pericoloso. La sentenza condannò Allen a scontare una pena di 5 anni, fermando così la sua strada verso la gloria.

 

Quando tutto sembrava perduto, accadde l'impossibile. Il governatore della Virginia chiuse il caso per mancanza di prove concrete. Allen era finalmente libero!

 

Finita l'università, Allen entrò nel mondo dell'Nba. Venne scelto come primo in assoluto dai Philadelphia 76ers e cominciò così la sua carriera, che cambiò per sempre la cultura del basket.

 

Il basket era infatti uno sport prevalentemente da ricchi, con la cultura popolare aveva poco o niente in comune. Tutto questò cambiò con l'arrivo di Iverson. Collane d'oro, bandane, felpe e pantaloni oversize, orecchini e musica Hip-Hop erano il modo di esprimersi di Allen. Oltre a questo, Allen cambiò lo stile del basket. Uno stile fatto di cambi di velocità impressionanti e cambi mano ubriacanti, senza contare i suoi crossover( cambi di mano rapidi), che lo resero uno dei giocatori più letali di tutta l'Nba. Quasi dimenticavo, Iverson era alto solo 1.82 per 72 kilogrammi , nulla per il mondo della pallacanestro.

 

La strada di Allen verso il successo non fu tutta rose e fiori. La sua vecchia vita bussò più volte alla sua porta, portandolo a commettere errori che avrebbero potuto compromettere definitivamente la sua carriera professionistica. Iverson era così, poteva sembrare arrogante e presuntuoso da fuori, ma una volta entrato in campo dava tutto per la squadra.

 

Nel 2016 entrò nella Hall of Fame della Nba. Un riconoscimento per la sua immensa carriera, fatta di successi collettivi e individuali. Una carriera divisa tra il bene e il male, tra il genio e la sregolatezza, tra le vittorie e le sconfitte. Una carriera che lo ha reso una persona  migliore.

Da galeotto a leggenda, un sogno impossibile che si è avverato.