Scrivo quando ho appena finito di guardare Italia-Portogallo e sono rimasto piuttosto perplesso riguardo alle scelte del C.T azzurro Roberto Mancini.
Certo ho apprezzato moltissimo l'aria di cambiamento nell'undici iniziale, con ben nove giocatori diversi rispetto alla partita contro la Polonia. Tuttavia mi sono chiesto se tutta questa "rivoluzione" fosse proprio necessaria. Per esempio l'esclusione di due pilastri come Bonucci e Chiellini mi pare una mossa sì molto coraggiosa, ma allo stesso tempo rischiosa in partite dove l'esperienza conta a volte più delle qualità tecniche dei singoli.
Senza contare il problema attaccanti. Immobile e Zaza  hanno creato poco o nulla, nonostante le loro indubbie qualità tecniche mostrate con i loro club. Solo Chiesa ha provato a tenere alto l'onore azzurro con tanta grinta e voglia di fare bene. Non è una bocciatura sia chiaro, tuttavia da un giocatore come Immobile, capace di segnare più di 30 gol tra Seria A e coppe, ci si aspetta molto di più.

Una cosa che mi è parsa poco chiara durante la partita di stasera, sono stati i cambi fatti durante la ripresa. Belotti avrebbe potuto fare molto bene se inserito da subito al posto di uno spento Cristante. Anche Bernardeschi avrebbe avuto un impatto molto positivo sulla partita date le sue qualità da spacca-partite, già dimostrate con la Juventus. L'ingresso di Berardi e di Emerson Palmieri mi è sembrato qualcosa di forzato e lasciato un po al caso, nonostante abbiano provato a dare verticalità alla squadra.
Una cosa che ho molto apprezzato è stata la scelta di Schierare Lazzari, autore di una buona prova nonostante fosse la sua prima partita con la nazionale, contro una squadra come il Portogallo che ha sempre fatto bene in Europa dimostrando che questa squadra va oltre le qualità del suo uomo chiave, Cristiano Ronaldo.

È impossibile giudicare questa nuovo Italia dopo sole due partite, come ribadito in precedenza ci vogliono  tempo e pazienza. Tempo per collaudare i meccanismi della squadra e  scegliere un  undici iniziale stabile. Pazienza per trasformare un gruppo di singoli, fortissimi nei loro Club,  in una vera e propria squadra capace di competere con le nazionali maggiori e uscirne a testa alta.
Concludo facendo i complimenti a Donnarumma, ancora una volta migliore in campo grazie ai suoi provvidenziali interventi che hanno evitato un risultato di gran lunga peggiore. Se ci fate caso le azioni più importanti partono sempre dai piedi del  portiere.
Sarà davvero Donnarumma il primo  pilastro su cui fondare una nuova Nazionale?