Per una porzione enorme, interminabile, del primo tempo, il Milan ha giocato come se il centravanti in campo fosse Olivier Giroud, la boa capace di smistare o di girarsi grazie all'elasticità di una schiena morbidissima. I rossoneri non hanno trovato sbocchi, ma in compenso il Cagliari ha sfondato con una percussione sulla sua destra, dove si sono sovrapposti Nandez e Luvumbo. Il Milan ha ribaltato il risultato prima del riposo quando, nei minuti finali, ha capito di dover andare sul fondo per servire Okafor faccia alla porta, non spalle alla stessa come avviene per Giroud. Nel secondo tempo, Loftus-Cheek ha centrato l'angolo basso dal limite dell'area, chiudendo una partita che i rossoneri hanno controllato con un po' di sofferenza, ma anche senza vedere le streghe.

Ieri Ranieri ha iniziato con un 5-3-2 elastico, che diventava spessissimo un 5-4-1, perché Luvumbo scalava indietro. Ma era proprio questo attaccante esterno l'uomo chiave della tattica sarda, in quanto Petagna era solo in centravanti boa, che doveva catalizzare l'attenzione dei centrali rossoneri, mentre proprio Luvumbo svolgeva il ruolo di mini-pendolino dal centrocampo alla porta avversaria. Passato in svantaggio, Ranieri è passato a un 4-4-2 che cercava di soffocare il Milan nell'impostazione dal basso. Il pressing cagliaritano vedeva all'opera fino a 6 giocatori, a seconda del numero di rossoneri coinvolti nell'impostazione dell'azione. 

Il Milan era schierato con un 4-3-2-1, in cui Adli sostituiva Krunic come vertice basso del centrocampo, mentre Florenzi copriva il ruolo tradizionale di Calabria, molto meglio peraltro del capitano rossonero  assente. Calabria è decisamente limitato dal punto di vista tecnico, a differenza del più maturo collega. Reijnders e Loftus-Cheek erano le mezze ali, mentre Pulisic sostituiva Leao sulla sinistra, rimpiazzato a destra da Chukwueze.

Per 40', Ranieri ha avuto ragione e non solo per essere andato in vantaggio. La doppia linea difensiva del Cagliari, forte di 9 uomini, era cortissima e fagocitava il povero Okafor, in grande difficoltà spalle alla porta. Chukwueze, Pulisic e compagnia cantante lanciavano palloni in area dai vertici dell'area o dalla trequarti, come se al posto del pur bravo Okafor, ci fosse il solito Giroud.

Adli interpretava il ruolo di vertice basso del centrocampo in modo diverso da Krunic, in quanto, come Okafor ha caratteristiche diverse da Giroud, il francese ha doti diverse dal bosniaco. Krunic porta più palla ed è meno propenso al lancio lungo rispetto ad Adli che, invece, preferisce far viaggiare il pallone. Si potrebbe dire che Adli sarebbe piaciuto a Liedholm, il quale diceva che non devono essere i giocatori a correre, ma la sfera. Il calcio è cambiato, è vero, ma certi concetti non vanno dimenticati.

Lasciamo perdere il gol del Cagliari, comunque, in occasione del quale Luvumbo ha vinto il tackle con Adli. Per il resto, Adli è stato impeccabile. Del resto, in occasione del vantaggio isolano, Nandez e Luvumbo hanno bucato una zona in cui giostravano anche Tomori e Theo. Forse ognuno dei tre contava sugli altri.

Si è visto che Adli e Reijnders parlano la stessa lingua calcistica, nel senso che Reijnders si prende la responsabilità di dettare il passaggio, anche se marcato. Adli gliela dà perfetta e Reijnders si libera o si inserisce con lodevole disinvoltura. Sembrano nati per giocare insieme. Già sullo 0-0, Adli aveva servito Reijnders, il cui assist aveva trovato finalmente Okafor faccia alla porta, ma ancora timido come un pulcino bagnato. Ma al 40', era sempre Adli che faceva correre la palla per Reijnders il quale, come un gemellino del compagno, la faceva correre sulla fascia per Pulisic. L'Amerikano finalmente andava sul fondo e serviva l'assist al centro per Okafor. Radunovic riusciva solo a spingerla sui piedi dello stesso Okafor che, con grande freddezza, scherzava l'estremo difensore e insaccava. Dopo il 45', ancora il gemellino Reijnders dettava il passaggio sul calcio d'angolo, irrompendo in area sulla destra milanista. Adli gliela serviva a pelo d'erba con un tocco da disegno geometrico. La velocità di pensiero e di esecuzione dell'azione impediva a Radunovic di rendersi conto che Reijnders l'avrebbe scaraventata in diagonale. Sul secondo palo, un perfido Tomori anticipava Okafor togliendogli la doppietta. Ma era OK così.

In un certo senso, la partita si è decisa qui, anche se nel secondo tempo il Milan ha dovuto stringere un po' i denti nella parte iniziale e in quella finale. Pioli, allarmato dalla foga del Cagliari, preferiva togliere i gemellini Adli e Reijnders, anticipando un po' il cambio rispetto al solito minuto 60. Musah e Pobega erano più adatti a reggere l'impeto, in alcuni casi anche molto duro, dei cagliaritani.

Nell'infrangersi su questa nuova palizzata milanista, la palla rifluiva verso l'area del Cagliari. Pulisic riandava in profondità e la ridava indietro, questa volta lunga. Loftus-Cheek puniva la difesa del Cagliari con un rasoterra dalla distanza

Alla fine c'era spazio anche per un bel riflesso di Sportiello e per vedere in campo Romero, un po' in difficoltà sulla fascia per le doppie e triple marcature dei sardi. Non sarebbe stato il caso di aiutarlo?

Il Milan non è una squadra che ha la rosa folta per coprire con efficienza un modulo standard, perché non esistono veri sostituti di ciascun titolare. Se cambiano i giocatori, deve un po' cambiare il modulo, come aveva ammesso lo stesso Pioli qualche settimana fa. Ciò è conseguenza di una mentalità un po' da fantacalcio della dirigenza, che ha privilegiato le caratteristiche del singolo e non la visione di insieme di una squadra con equilibri e meccanismi. Ma se ciò comporta un lato negativo ovvero la necessità di cambiare pelle in corsa, comporta anche un aspetto positivo. Se la squadra, infatti, riuscisse a essere un po' camaleontica, sarebbe anche molto meno prevedibile.

Per raggiungere questo obiettivo, occorre che Pioli non resti legato ai suoi schemi di base, ma agganci gli schemi ai giocatori volta per volta impiegati. Il difficile sarà proprio individuare i moduli volta per volta più indicati. Visto il tipo di rosa, per il momento almeno, non è una difficoltà evitabile. 

E sarà meglio che tutti, ma dico tutti, siano coinvolti. Forse non è possibile avere un parco giocatori di tutti titolari, ma devono esserci soltanto titolari e quasi-titolari, evitando che ci siano riserve con poche chance oppure reietti privi prospettive.

Ieri Pioli era in versione virtuosa. Dando per scontato, infatti, che non dovessero giocare Giroud e Jovic, Okafor era una scelta obbligata. Nel corso del match i compagni hanno pian piano capito come farlo giocare e lì il Diavolo ha fatto sua la partita. Musah e Pobega, entrati insieme, hanno dimostrato di saper mettere muscoli e bravura senza pestarsi i piedi.

E' merito del tecnico, del resto, aver capito che Adli e Reijnders andavano sostituiti insieme e, per giunta, con un pacchetto diverso, ma altrettanto ben assortito.

Il Sassuolo ha sorpreso l'Inter a San Siro, ricompattando in qualche modo la classifica. Il Milan, però, tenga conto che potrebbe non avere una seconda chance, se inciampasse in un nuovo derby.