C'è modo e modo di perdere le partite di calcio e l'unica cosa che ogni tifoso del mondo, pretende dalla squadra per cui tifa, è di ONORARE la maglia e impegnarsi al massimo. Nella sconfitta di Udine, squadra fisica e storicamente, particolarmente difficile per la squadra rossonera, ci sono tutti i segnali negativi, di cui una squadra che ambisce a posizioni di alta classifica, dovrebbe essere priva.

Se la giustificazione è che Dirigenza, Allenatore e Giocatori, sono rimasti con la testa a Sion, per il sorteggio di Champions e per sognare di alzare l'ottava Coppa, allora è meglio svegliarsi, poichè il sogno facilmente può trasformarsi in un incubo, quello di non arrivare nelle prime quattro posizioni del campionato.
Non si salva nulla di una serata iniziata, come è spesso accaduto in questa stagione, in modo svogliato e conclusa uscendo dal campo a testa bassa, sconfitti da un perentorio 3 a 1. Solo Ibra, forse, può esultare poichè con il gol segnato su rigore, fortunatamente ripetuto, visto che il primo tentativo era stato respinto dal portiere Silvestri, ora è ufficialmente il giocatore più vecchio della Serie A ad aver segnato un gol. Mentre tutti gli altri, sarebbe opportuno se riuscissero a capire con quale superficialità sono scesi in campo. La fotografia della partita è tutta racchiusa nei momenti finali del primo tempo quando il Milan, trovato il pareggio dagli undici metri, grazie ad un rigore che, per quanto fortuito per la carambola del pallone fra gamba e braccio allargato del difensore udinese, è sancito dal regolamento, riesce ugualmente a non tenere il risultato, a subire un gol evitabile e a rientrare negli spogliatoi, in svantaggio per 2 a 1.

In queste situazioni, generalmente, l'allenatore approfitta dell'intervallo, non solo che dare una scossa a tutta la squadra, responsabilizzandola e cercando di motivarla, ma attinge dalla panchina, per correggere ciò che non è funzionato. NIENTE, Mister Pioli ha continuato con gli stessi undici, aspettando il minuto 64 per i primi due cambi e poi il 76 a partita oramai compromessa, per la consueta "passerella" dei restanti tre, dove Origi con un solo pallone toccato in ventun minuti di gioco, spicca per totale inutilità. Allora è fin troppo evidente che se i giocatori sono i principali responsabili, per svogliatezza e atteggiamenti, se la Dirigenza o non ha saputo rafforzare la squadra, oppure non trova un dialogo costruttivo con l'allenatore, le scelte proposte da Mister Pioli, non sono solo totalmente insufficienti e impossibili da capire, ma stanno smantellando tutto ciò di positivo che lui stesso aveva saputo proporre. Un esempio pratico, Krunic. Se c'era una partita dove il giocatore bosniaco poteva mettere in risalto le sue qualità, fisico agonistiche era proprio contro l'Udinese, viceversa il Mister si è affidato a Bennacer e Diaz, complimenti. Se gioca Ibra titolare, un ragazzo di 41 anni, almeno non facciamolo venire a centrocampo a cercare lo scambio, perchè poi per arrivare in area serve .... il taxi. Allo stesso tempo se Origi e Rebic, sono quelli visti ieri a Udine, allora è meglio attingere da qualche giovane della primavera di Abate, perchè peggio è impossibile fare. Ma soffermarsi sui singoli sarebbe il maggiore degli sbagli, poichè se anche Maignan è apparso distratto è proprio dovuto al fatto di non saper motivare un gruppo che oltretutto è inutilmente numeroso. Era troppo difficile affidarsi proprio a chi gioca meno, come Pobega, Kjaer, Florenzi, CDK o Calabria, per attingere dalle loro motivazioni? Infortunatosi Messias e con Giroud squalificato, è difficile capire che senza un gioco la via del gol è quasi preclusa al Milan? 
Il punto è proprio il GIOCO.
Mister Pioli nella "smania" di voler proporre la difesa a tre, di continuare in una sperimentazione di cui lui stesso non conosce i benefici, ha smontato ciò che aveva costruito in tre anni, proponendo non si è ancora capito cosa
. Diaz ad esempio, ha delle giocate, ma non può portare palla perchè il calcio moderno è anche fisicità. Leao deve giocare largo, allargare il campo e sfruttare gli spazi, se gioca Ibra, deve fare la "briccola" dentro l'area di rigore e servirlo con cross o passaggi precisi. Non serve essere dei geni è sufficiente l'ABC del calcio. Tutte considerazioni fatte e rifatte, che volevano solo avvisare l'allenatore rossonero delle conseguenze a cui stava andando incontro.

Purtroppo i proverbi non falliscono mai e quel: "non c'è peggior sordo, di chi non vuol sentire", si adatta fin troppo bene al Nostro Allenatore. Le inutili giustificazioni a cui si appella, ad ogni post partita, iniziano ad indisporre. Tutti i dati parlano chiaro e ciò dovrebbe preoccupare il Mister poichè la Proprietà fa proprio dei dati la linea guida del loro agire. Troppi i giocatori dimenticati, troppi i gol subiti, troppe le sconfitte e pochissime le occasione da gol create.
Se poi Mister Pioli pensa realmente di alzare a Istanbul l'ottava Coppa dalle grandi orecchie, allora chiedo scusa e osanno il "genio, incompreso di Parma"

Auguri a tutti i papà e penso a Rocco o a Lidholm, al loro modo di proporre calcio, a saper abbinare semplicità e concretezza, senza tanti voli pindarici, forse solo, in modo totalmente diverso avrebbero saputo domare un Udinese tanto fisica, ma poco altro.