Alla notizia che l’Eredivisie e la Jupiler ProLeague si fonderanno insieme per creare un unico campionato tra squadre belghe e olandesi, si è subito gridato allo scandalo per un solo motivo: per come siamo abituati noi, pensare che due campionati di due stati diversi possano inglobarsi l’un l’altro è inconcepibile, motivazione assolutamente comprensibile. Se però andiamo a vedere un po’ più nel dettaglio la situazione, ci possiamo rendere conto che non si tratta di un’idea così folle come si può pensare non appena la si legge, questo discorso lo spiega bene Indaco32 nel suo articolo BeNe League o MaLe League? Salviamo il calcio! che mi ha ispirato a scrivere questo pezzo nel punto in cui dice che anche altre federazioni europee di stati minori (dal punto di vista calcistico), dovrebbero prendere in considerazione per un futuro neanche troppo lontano, l’idea di unirsi per creare un unico campionato più competitivo, più attraente e che quindi porta più incassi, che alla fine è il vero motivo per cui la UEFA o le federazioni fanno determinate riforme.

Da questa considerazione mi si è accesa una lampadina, se anche altre federazioni dovessero scegliere di intraprendere questa strada, quali sarebbero, che campionati verrebbero fuori, quali sfide affascinanti si potrebbero vedere? Per darmi una risposta ho pensato di provare a immaginarmi alcuni possibili campionati che si formerebbero dalla fusione di due o più leghe attualmente attive. Premetto che mi sono basato sulla posizione geografica dei vari stati e mi sono lasciato trasportare dal fascino storico dei club, oltre che dalla reale forza attuale, per creare match spettacolari anche sulle tribune e non ho considerato il funzionamento delle retrocessioni e delle promozioni in quanto è solo un’ipotesi basata sul gusto personale ma di sicuro non sarebbero campionati all’americana con sempre le stesse squadre partecipanti ad ogni stagione. Questo tipo di cambiamento andrebbe anche in aiuto alla volontà delle leghe maggiori di avere più squadre a rappresentarle nelle competizioni UEFA, in quanto se si fondono insieme due campionati il numero delle squadre partecipanti rimane tra le 12 e le 20, andrebbero rivisti i criteri di qualificazione alle competizioni continentali e andrebbero occupati i posti lasciati liberi, perché in un campionato a 16 squadre formato da due leghe che prima potevano mandare in Europa 4 team ciascuna, non possono mandarne 8, magari 6 ma almeno altri 2 posti andrebbero ridistribuiti ad altri campionati.

Scandinavia riunita per un solo titolo
Seguendo l’esempio portato avanti da Indaco nel suo articolo, se si pensa ad una regione geografica composta politicamente da stati le cui origini e i tratti distintivi sono molto simili, la prima che viene in mente è senza dubbio la Scandinavia. Si unirebbero quindi in un solo campionato la Superligaen, massima divisione danese, la Tippeligaen o Eliteserien, campionato norvegese, l’Allsvenskan, la corrispondente della nostra Serie A in Svezia e la Veikkausliiga, massima divisione Finlandese. Si andrebbero a riaccendere rivalità basate su fondamenti storici come quella tra Svezia e Norvegia, nata in nell’800 a seguito delle Guerre Napoleoniche o quella più recente tra le capitali Stoccolma e Copenaghen per chi sia la città migliore. A differenza di quanto si possa pensare, anche in Scandinavia le tifoserie sono molto calde e, a differenza di molte qua in Italia, vengono accolte in strutture moderne. Andando a riunire le migliori squadre tra le 4 nazioni verrebbe fuori un campionato a 18 squadre, che eliminerebbe anche i play-off che si fanno per non far terminare troppo presto la stagione. In rappresentanza della Finlandia le uniche due squadre più meritevoli sono l’Inter Turku, seconda forza della Veikkausliiga e ha partecipato ad alcuni turni preliminari di UCL e UEL e l’HJK Helsinki, detentori del titolo e squadra che lo ha vinto più volte nella storia, 30. Per la Norvegia ci sarebbero i plurititolati del Rosenborg, la sorpresa degli ultimi anni Molde, i campioni in carica del Bodo/Glimt e lo Stromsgodset IF, che può vantare di aver fatto vestire la sua maglia a Usain Bolt. Dalla Danimarca arriverebbero le prime squadre già più conosciute al grande pubblico, soprattutto per le svariate partecipazioni alle coppe europee come il Brondby e il Kobenavn, le storiche Aalborg e Aarhus e le nuove potenze Nordsjaelland e Midtjylland. Dalla Svezia arriverebbero invece le squadre rinomate e vincenti a livello continentale, ovvero il Malmo, che ha disputato la finale della Coppa dei Campioni nella stagione 1978-1979 e quella della Coppa Intercontinentale lo stesso anno e il Goteborg, che negli anni ’80 ha aperto un ciclo storico, culminato con la vittoria di due Coppe UEFA nel 1982-1983 e nel 1986-1987 dopo aver solo accarezzato il sogno di alzare la coppa dalle grandi orecchie con la semifinale del 1985-1986. Oltre a loro parteciperebbero i più volte trionfatori in patria Norrkoping, AIK, Djurgardens ed Elfsborg.

Grecia, Turchia e Cipro per match infuocati
Già da soli i derby di Istanbul o Atene generano grande fascino ma anche caos, se in più le squadre e le tifoserie delle due città più importanti di due nazioni che non vanno molto d’accordo dovessero sfidarsi regolarmente ogni anno in campionato, sono assolutamente certo che non ci si annoierebbe mai. Ad alimentare le tensioni, nel periodo più recente, ci ha pensato la questione cipriota che di fatto separa l’isola in due stati, uno di maggioranza greca e uno di maggioranza turca. Si andrebbe a formare una divisone a 16 club di cui dall’isola del Mediterraneo parteciperebbe la squadra più titolata, più presente e maggior esponente del calcio cipriota in Europa, l’APOEL Nicosia, seguita dall’altra squadra più importante di Cipro, l’Omonia Nicosia, che ad oggi raccoglie il 40% di tifosi fra tutta la popolazione. Oltre a loro ci sarebbero anche l’Apollon Limasson, conosciuta ai più per essere stata nel girone dell’Atalanta durante l’edizione 2017-2018 dell’Europa League e la terza squadra più titolata di Cipro, l’Anorthosis. Dall’Anatolia prenderebbero parte al campionato 6 squadre, non serve neanche dire che 3 sono il Galatasaray, il Fenerbache e il Besiktas mentre ad accompagnarle ci sarebbe la quarta squadra di Istanbul nonché nuova potenza del campionato turco, l’Istanbul Basaksehir, una delle poche squadre che sono riuscite a rompere il dominio delle big e un altro team che ci è riuscito e prenderà parte alla manifestazione è il Trabzonspor. A completare il cerchio delle squadre turche partecipanti ci sarà il Gotzepe, vincitrice si svariati titoli nazionali, ha vinto il campionato quando ancora non esisteva la Super Lig è stata anche protagonista di alcune campagne di rilievo nella Coppa delle Fiere, coppa in cui ha affrontato Bologna e Roma e dove nel 1968-1969 ha raggiunto la semifinale. Sono 6 anche le partecipanti con sede in Grecia, immancabili i plurititolati Olympiakos e Panathinaikos insieme all’altra squadra di Atene, l’AEK. Oltre a queste ci sarebbero anche l’AE Larissa, che ha vissuto il suo periodo di maggior splendore negli anni ’80 e le due squadre di Salonicco, l’Aris e il PAOK, che nella sua unica partecipazione alla Coppa dei Campioni è stato eliminato al primo turno dal Verona di Bagnoli laureatosi campione d’Italia la stagione precedente.

Ritorna la Jugoslavia, ma solo calcisticamente.
Non c’è dubbio che se chiediamo ad una qualsiasi persona croata, bosniaca o slovena se rivoglia uno stato unito risponderebbero di no prima ancora di finire la domanda e siamo sicuri anche che resistano gli aspri per quanto accaduto nei primi anni ’90, ma non sarebbe bello riunire in un’unica manifestazione tutte le migliori squadre degli stati che erano sotto il potere di Tito? Per fortuna noi possiamo immaginarci come sarebbe ma ammetto che mi sono dovuto prendere qualche licenza, ossia visto il livello troppo basso del campionato montenegrino o kosovaro non ci sono squadre che a mio parere meritavano di partecipare e per andare a completare la divisione ho inglobato anche l’Albania, che seppur non faceva parte della Jugoslavia, geograficamente è vicina ai suoi territori. Partiamo quindi con l’iscrizione dei campioni in carica in Bosnia ed Erzegovina del FK Sarajevo affiancato dai compatrioti del FK Zeljeznicar, conosciuti per aver raggiunto la semifinale di Coppa UEFA nel 1984-1985 e due volte la semifinale della Coppa Mitropa nel 1962-1963 e nel 1968-1969. Dalla Macedonia arrivano solo gli 11 volte campioni del Vardar, anch’essa ha raggiunto la semifinale di Coppa Mitropa, nel 1967-1968 e ha disputato più volte le coppe europee. Per la Slovenia parteciperebbero le due squadre che danno vita al famoso derby eterno, il Maribor, conosciuto anche inEuropa e l’Olimpija Ljubljana, una delle poche serie contendenti al titolo ai rivali di sempre, prima e anche dopo il fallimento del 2005. Le compagini croate che prenderebbero parte a questo mega campionato, oltre alla scontata Dinamo Zagabria, forse la squadra più forte della categoria, ci sarebbero l’HNK Rijeka, terzo club più titolato di Croazia che ha raggiunto come apice della sua storia la semifinale di Coppa Mitropa nel 1985-1986 e si è fatto conoscere maggiormente in Italia per essere stato un avversario del Milan nella fase a gironi dell’Europa League 2017-2018 e l’Hajduk Spalato, che vanta il gruppo ultras più antico di tutta l’Europa, fondato nel 1950, ha disputato una semifinale di Coppa delle Coppe nel 1972-1973, una di Coppa UEFA nel 1983-1984 e vanta uno dei settori giovanili più rinomati dell’Europa dell’est avendo sfornato giocatori come Igor Tudor, Marco Pasalic o Nikola Vlasic. Dalla Serbia arriverebbero 4 squadre, due le sappiamo già, disputano ogni stagione uno dei derby più caldi al mondo in due impianti che ti incutono terrore, da Belgrado la Stella Rossa e il Partizan. Oltre a loro c’è il Vojvodina, che vanta una finale di Coppa Mitropa vinta nel 1976-1977, una persa nel 1938-1939 e la finale dell’edizione del 1998 della Coppa Intertoto UEFA e la terza squadra per importanza della capitale serba, l’OFK Belgrado, che nel suo palmares non ha nessun titolo internazionale ma si è guadagnato una semifinale di Coppa delle Coppe nel 1962-1963, una di Coppa Intertoto UEFA nel 2004 e due consecutive di Coppa Mitropa nel 1938-1939 e 1939-1940. A completare i 16 team che si affronterebbero in questo campionato, parteciperebbero 4 squadre albanesi, di cui tre provengono direttamente da Tirana, il KF, l’FK Partizani e la Dinamo Tirana e al di fuori della capitale albanese ci sarebbe lo Skenderbeu, forgiatosi di 7 titoli d’Albania ha preso parte alla fase a gironi dell’Europa League 2015-2016.

L’Austria-Ungheria si riprende la Cecoslovacchia
Per quanto il movimento del calcio austriaco stia progredendo ad una velocità impressionante, al di fuori del RB Salisburgo, difficilmente si trovano squadre realmente insidiose a livello europeo e, visti anche i soli 12 club iscritti alla Bundesliga austriaca, forse la fusione con campionati limitrofi potrebbe portare molti vantaggi. Si andrebbe a formare un campionato a 16 squadre con team provenienti dall’Ungheria e da tutto il territorio della ex Cecoslovacchia. Dalla casa d’Asburgo, oltre al già nominato RB Salisburgo, arriverebbero altre tre squadre, due sono di Vienna e sono le uniche che sono state in grado di provare a scalfire il dominio incontrastabile della Red Bull, il Rapid e l’Austria Vienna mentre la quarta compagine austrica risponderebbe al nome dello Sturm Graz, che a me veronese riporta alla testa la sconfitta ai sedicesimi di Coppa UEFA del 1983-1984 sotto la neve della notte di Graz, manifestazione in cui lo Sturm arrivò fino ai quarti di finale. Le partecipanti provenienti dall’Ungheria profumano di storia e anche quella che vanta meno risultati importati in Europa, è stata la squadra in cui è sbocciato Ferenc Puskas, l’Honved. Oltre a loro ci sarebbero altri 5 team ungheresi, i campioni in carica plurititolati del Ferencvaros, il Videoton, finalista di Coppa UEFA nel 1984-1985 e una delle poche squadre a contrastare la dittatura dei Biancoverdi, l’MTK Budapest, seconda squadra più titolata del paese e finalista di Coppa delle Coppe nel 1963-1964, l’Ujpest, che non vince il campionato dal 1998 e vanta una semifinale di Coppa dei Campioni nel 1973-1974, una di Coppa delle Coppe nel 1961-1962, una finale di Coppa delle Fiere nel 1968-1969 oltre che due trionfi in Coppa Mitropa nel 1928-1929 e nel 1938-1939. A chiudere il quadro delle squadre provenienti dall’Ungheria ci penserebbe il Vasas, che ha trionfato l’ultima volta in patria nel 1976-1977 e precedentemente ha disputato due semifinali di Coppa dei Campioni, nel 1957-1958 e nel 1964-1965, infine ha il record di vittorie in Coppa Mitropa, 6 successi. In rappresentanza della Repubblica Ceca ci sarebbero le quattro squadre più importanti del paese, Slavia Praga, semifinalista Coppa UEFA nel 1995-1996 e attualmente ai quarti di Europa League, i 12 volte campioni dello Sparta Praga, la nuova potenza del Viktoria Plzen e infine lo Slovan Liberec. Solo due sarebbero le squadre slovacche in questo campionato, lo Spartak Trnava, semifinalista di Coppa dei Campioni nel 1968-1969 e i campioni in carica freschi di stella sul petto dello Slovan Bratislava, che vantano anche una vittoria in Coppa delle Coppe lo stesso anno della semifinale dei loro avversari e una finale di Coppa Mitropa nel 1963-1964.

Siamo quindi giunti al termine di questo viaggio in giro per l’Europa, sicuramente non tutte queste leghe e federazioni vorranno seguire la strada intrapresa da Belgio e Paesi Bassi e sicuramente non ne ho nominate altre che potrebbero unirsi, però non nego il fatto che campionati del genere sarebbero molto più intriganti di quanto non lo siano ora quelli delle singole nazioni e in più si alzerebbe il livello medio il che permetterebbe alle giovani promesse di misurarsi su standard più alti ed essere più pronte per un salto nel grande calcio internazionale. Il calcio del futuro, lo si costruisce oggi.