L’arrivo in Inghilterra di Casemiro per l’importante cifra di 70 milioni di euro, è solamente l’ultimo capitolo delle faraoniche trattative di calciomercato che hanno coinvolto Real Madrid e Manchester United nel terzo millennio. Stiamo parlando probabilmente dei due più grandi club della storia del calcio e che con le loro trattative dal 2000 ad oggi, hanno plasmato il calcio per come lo conosciamo oggi e che si apprestavano ad iniziare il nuovo millennio con alle spalle situazioni molto differenti. Il Real Madrid stava risentendo dell’escalation del Barcellona targato oranje con le gestioni di Cruijff e Van Gaal, campione di Spagna solo due volte negli anni ’90, la seconda con Capello in panchina nel 1996-1997, che risolleva la squadra dopo il 6° posto dell’anno precedente, la cui conquista restituisce anche la qualificazione alla Champions League, poi vinta con Jupp Heynckes, era un primissimo assaggio di ciò che si sarebbe visto negli anni a seguire.
Il Manchester United al contrario dominava in patria vincendo titoli su titoli e ha anche avuto un primo assaggio di Europa con la vittoria nella Coppa delle Coppe 1990-1991 e la Supercoppa UEFA del medesimo anno, conseguenze del trionfo in FA Cup nella stagione 1989-1990, mentre si era laureto Campione d’Europa nella assurda finale del Camp Nou contro il Bayern Monaco nel 1998-1999. Alla guida dei Red Devils c’era Sir Alex Ferguson, colui che lo stesso double europeo era riuscito a compierlo allenando l’Aberdeen, terza squadra scozzese per importanza ma prima per trionfi in competizioni UEFA, battendo proprio il Real Madrid nella finale della Coppa delle Coppe 1982-1983. Nel corso della sua vita Sir Alex avrà un rapporto molto altalenante con le Merengues, dalla folgorazione di quando era solo un ragazzo alla rabbia verso il presidente Calderon, ciò dovuto anche a motivazioni ideologiche, lui da sempre socialista si è integrato alla perfezione nella realtà di Manchester mentre invece i Blancos rappresentavano il potere capitale della dittatura franchista.

L’inizio del 2000 e l’era Galacticos
La fase ad eliminazione diretta della prima Champions League giocata a cavallo del millennio mette di fronte subito ai quarti di finale il Manchester United, campione uscente e il Real Madrid, futuro vincitore, 0 a 0 al Bernabeu e ritorno spettacolare ad Old Trafford col Real che si porta in vantaggio grazie all’autorete di Keane e alla doppietta di Raul, propiziata dalla giocata favolosa di Redondo, il Manchester sfiora l’impresa ma si ferma sul 2 a 3. In quell’estate del 2000, a seguito dei trionfo in Champions League, si svolgono le elezioni per il nuovo presidente dei Blancos, vince Florentino Perez che comincia di anno in anno a non badare a spese pur di assicurarsi i giocatori più forti del momento, subito Figo dal Barcellona, Zidane dalla Juve l’anno dopo e Ronaldo dall’Inter nel 2002. L’edizione 2002-2003 della Champions League vede nuovamente Real Madrid e Manchester United sfidarsi ai quarti di finale, all’andata in Spagna un’altra doppietta di Raul bastona lo United che perde poi 3 a 1, mentre il ritorno in Inghilterra è forse una delle gare più belle della storia della massima competizione europea per club, Il Fenomeno è infermabile e ne mette tre, la banda di Ferguson reagisce grazie anche all’aiuto di Ivan Helguera che se la infila nella sua porta, nel secondo tempo entra David Beckham, nel giro di un quarto d’ora fa doppietta, uno dei due è, ovviamente, un bellissimo calcio di punizione, saranno le sue ultime reti europee con la maglia dei Red Devils. La sessione estiva del 2003 infatti vede concretizzarsi la prima grande cessione tra le due società, si tratta del passaggio dello Spice Boy in camiseta blanca, grande colpo da parte di Florentino Perez che mette in mostra tutte le sue doti imprenditoriali assicurandosi il giocatore con più visibilità del momento, ritorno economico garantito. Gli anni di Beckham a Madrid coincidono con cambio generazionale della squadra, lui era l’ultimo dei Galacticos ormai a fine ciclo, in 4 anni vince una Supercoppa di Spagna e una Liga, non va mai oltre i sette gol stagionali e finirà poi per non rinnovare il contratto e iniziare vai e vieni tra Los Angeles Galaxy e Milan chiudendo tra lacrime e applausi con la maglia del Paris Saint – Germain.

Ricambio generazionale e altri affari
Tra il 2003 e il 2006 entrambe le squadre vivono il classico periodo di ricambio generazionale, lo United inserisce le pedine che costituiranno il secondo ciclo vincente, arrivano tra gli altri Vidic, Cristiano Ronaldo, praticamente il figlioccio di Sir Alex e Wayne Rooney, simbolo della working class che diventerà uno degli idoli più grandi per tutto Old Trafford. Dopo tre stagioni a secco dal 2006 al 2009 vincono altri tre campionati consecutivi in mezzo a cui ci si piazza la terza Champions League della loro storia, vinta nel 2008 a Mosca contro il Chelsea in quella famosa lotteria di rigori ma ne perderanno altre due, entrambe contro il Barcellona nel 2009 e nel 2011, probabilmente chiunque avrebbe perso contro quella squadra. Il Real invece deve fare i conti con il cambio in presidenza, da Florentino Perez a Ramon Calderon nel 2006 e cambiano anche le politiche sui trasferimenti, non più all-stars ma futuri campioni da forgiare, arrivano tanti giocatori in quegli anni ma in pochi resteranno a lungo, gli unici sono Sergio Ramos e Marcelo, poteva esserci anche Higuain ma andò a Napoli l’anno della decima. Nel mentre prendeva forma anche il secondo ciclo d’oro del Barcellona, prima con Rijkaard che riporta la Champions League in Catalogna e poi la sublimazione di tutto nel quadriennio Guardiola, in mezzo al passaggio di consegne dei discepoli degli insegnamenti di Cruijff, il Madrid torna a vincere la Liga nel 2006-2007, nuovamente con Don Fabio Capello rimasto un solo anno e si ripeterà la stagione successive. Anche in questi anni non sono mancati gli affari tra Manchester e Madrid, entrambi con partenza dall’Inghilterra e arrivo in Spagna, il primo riguarda il cambio di maglia per Van Nisterlooy, il bomber olandese era in lite aperta con Ferguson, già l’estate prima aveva espresso la volontà di lasciare i Red Devils ma alla fine era rimasto riuscendo anche a segnare 21 reti in campionato diventando vicecapocannoniere, il primo anno madridista conferma le sue doti poi, complice anche qualche infortunio, cala drasticamente di rendimento e chiuderà la carriera al Malaga. L’altra cessione ha un impatto molto minore sia per lo United che perde il giocatore sia per il Real che lo acquista, si tratta di Gabriel Heinze, passato poi dalla Roma, un po’ di presenze senza alcun elogio particolare in entrambe le sue esperienze ma sembra che abbia avuto un ruolo particolare nella prossima vicenda.

La cessione di Ronaldo e l’estate 2009
L’estate del 2009 rappresenta senza ombra di dubbio la svolta storica per quello che è oggi il calcio. Il 1° giugno a Madrid Florentino Perez viene rinominato presidente del Real e come prima sessione di mercato si tiene leggero, arrivano giusto Xabi Alonso dal Liverpool insieme al compagno Arbeloa, Karim Benzemà dal Lione, Kakà dal Milan, Albiol dal Valencia, solo qui siamo a 155 milioni spesi (dati Transfermarkt) che diventeranno quasi 250 quando per la modica cifra di 94 milioni di euro arriva dal Manchester United Cristiano Ronaldo, ora approfondiamo. La crociata per portare Ronaldo a Madrid l’aveva iniziata l’ex presidente Calderon il giorno della sua elezione nel 2006, mettendo l’arrivo del portoghese come sua priorità, rinnovando le proprie intenzioni nel 2008 con una campagna propensa alla vittoria del pallone d’oro da parte del numero 7, questi comportamenti non sono stati apprezzati a Manchester e non hanno fatto altro che alimentare la rabbia di Ferguson verso i Blancos, che in alcune occasioni definì “mafia e gentaglia alla quale non venderei nemmeno un virus”. Ebbe poi delle uscite in cui parlò anche di Francisco Franco e del fatto che l’acquisto di Heinze di qualche anno prima fosse un modo per avvicinare Ronaldo a Madrid in quanto i due erano amici e capitava di vederli esultare insieme. Sir Alex tentò in tutti i modi di lavorare sull’idea del Real che aveva Cristiano, come nell’intervista post clasico perso 6 a 2, provò a venderlo al Barcellona, che definì “per sempre moralmente superiore al Real Madrid” ma alla fine dovette arrendersi alla volontà di CR7, il quale aveva già espresso la sua voglia di andare alle Merengues nel 2007, ma poi rimase e fece le fortune di quella squadra. Successivamente poi tornò alla vecchia opinione che aveva del Real Madrid grazie ai buoni rapporti con Florentino Perez, Ronaldo e José Mourinho. Provate solo ad immaginare se la missione di Sir Alex Ferguson di cedere Cristiano Ronaldo al Barcellona di Guardiola fosse andata a termine, oggi parleremmo di un mondo calcistico profondamente diverso. I super acquisti del Real terminarono poi nel 2013 quando arrivò Gareth Bale per 101 milioni di euro dal Tottenham, squadra dalla quale l’anno prima era arrivato Luka Modric per una trentina di milioni.

Affari recenti con inversione delle parti
Dal 2010 in poi continuano le trattative a cifra faraoniche tra le due società ma si nota come sia lo United questa volta a comprare, dall’addio di Sir Alex al termine della stagione 2012-2013 la squadra e i tifosi non hanno più trovato pace e stabilità, ci sono stati acquisti importantissimi che poi hanno reso quasi nulla. Uno di questi è Angel Di Maria, arrivato da Madrid nell’estate 2014 per 75 milioni di euro, rimarrà a Manchester una sola stagione, deludendo ampiamente per poi essere rivenduto al Paris Saint – Germain dove invece diventerà una pedina fondamentale per tutti gli allenatori che si sono susseguiti. Per anni sembra dover arrivare il momento del passaggio di Pogba da Manchester a Madrid, cosa che non avverrà mai, mentre l’unico giocatore che compirà questo passaggio in questa decade è il Chicharito Hernandez, giovane promessa messicana portata agli ordini di Ferguson nel 2010 senza altre esperienze europee ma solo un paio di stagioni fatte bene col Guadalajara. In Premier League riuscirà a sorprendere tutti fin da subito, solo il quarto anno è difficoltoso e coincide poi con l’addio allo United per unirsi al Real dove però non convincerà appieno, farà bene poi a Leverkusen e abbastanza con la maglia del West Ham, ora gioca da 3 stagioni con i Los Angeles Galaxy, peccato perché avrebbe potuto dare di più.

Dopo anni di quiete nelle ultime due sessioni estive si è rianimato pesantemente l’asse Madrid – Manchester, confermando la nuova tendenza ad abbandonare la camiseta blanca per la maglia dei Red Devils. L’anno scorso fu Varane a volare in Inghilterra, doveva diventare il pilastro difensivo della squadra guidata da Ole Gunnar Solskjaer prima e da Rangnick, peggio, dopo, non ottenendo decisamente i risultati sperati e nemmeno l’avvio di questa stagione sembra poter cambiare le cose, anche se la vittoria prestigiosa nella sfida contro il Liverpool può rappresentare un nuovo inizio. Per accompagnare questo nuovo inizio la dirigenza ha piazzato nei giorni scorsi il colpo Casemiro per 70 milioni di euro, notizia venuta fuori quasi dal nulla ma che ha intrigato il giocatore, vero ago della bilancia in questa trattativa, vedremo se sarà in grado di risollevare una squadra allo sbaraglio.

Bonus
Finora ci siamo riferiti all’asse Madrid – Manchester parlando esclusivamente di Real e United, ma ci sono due affari che hanno coinvolto Atletico e City di grandissima importanza per ciò che vediamo oggi in campo. Il primo è l’acquisto nel 2011 di Sergio Aguero per 40 milioni di euro da parte del City, probabilmente senza di lui gli Sky Blues oggi non sarebbero ciò che sono, arriva e subito riporta il titolo d’Inghilterra nella metà blu di Manchester, dove mancava da ben 44 anni, contribuendo alla causa con 23 reti in campionato e 30 totali in stagione, diventerà poi il miglior marcatore nella storia del club e il giocatore straniero con più gol nella storia della massima divisione inglese, porterà in bacheca altri 4 campionati, 3 Community Shield, 6 EFL Cup, anche questo un record in condivisione con Fernandinho e 1 FA Cup, diventando, credo senza grossi dubbi, la più grande leggenda del Manchester City. Il secondo giocatore è Rodrigo Hernandez, Rodri, acquistato sempre dall’Atletico Madrid nel 2019 per poco più di 60 milioni, da come è arrivato Guardiola lo ha subito messo al centro del suo progetto tecnico, è il metronomo perfetto per gestire i ritmi di una super squadra, ci aggiunge la fisicità in fase di recupero e nell’ultimo anno si è pure scoperto utile in zona gol, ha realizzato 7 reti, non male per uno come lui, basti pensare che Busquets ne ha fatte 11 in tutta la carriera. Visto che abbiamo aperto la parentesi Manchester City, ricollegandoci all’estate 2009, Carlos Tevez fece uno sgarro imperdonabile ai tifosi del Manchester United, trasferendosi dai soldi dei cugini, dove poi disputò stagioni pazzesche, diciamo solo che gli assidui frequentatori di Old Trafford non hanno particolarmente apprezzato la cosa.