Nei giorni scorsi sono circolate voci incontrollate di una cena tra Pradé, Barone e Maurizio Sarri con lo scopo di convincere l’ex mister della Juventus a sedersi sulla panchina dei Gigliati a partire dalla prossima stagione, voci subito smentite con fermezza dal patron Commisso ma che vanno ad aumentare l’instabilità che c’è attorno alla posizione attualmente occupata da Prandelli. Oltre a quello di Sarri si sono fatti tanti altri nomi, forse anche troppi, senza un’idea precisa del profilo adatto per questo incarico che resta sempre importante vista la storia e le richieste di una piazza come quella di Firenze, mi è venuto quindi da pensare, ma fra tutti questi allenatori chi è che può veramente far fare un salto di qualità alla quadra? Andiamo quindi a vedere come potrebbe giocare la Fiorentina in base a quella che è la rosa attuale secondo gli stili di gioco di ognuno dei nomi accostati alla panchina Viola.

Partendo da chi attualmente allenatore dei Gigliati è, dopo un inizio di stagione altalenante con continui cambi di modulo, di 11 titolare fino al cambio di allenatore, Prandelli adesso ha trovato la quadratura giusta per far rendere al meglio la sua squadra in un 3-5-2 basato principalmente su un  palleggio che coinvolge tutta la formazione, che a volte diventa troppo macchinoso e sullo sfruttamento della corsia di sinistra dove Biraghi galoppa e sforna cross a profusione, è secondo nella classifica dei cross effettuati a partita e sulla quale piace allargarsi e ricevere palla Ribery in modo da rientrare sul destro e concludere in porta. La Fiorentina ha tre problemi, il primo è la scarsa vena realizzativa del reparto offensivo, nonostante Vlahovic da inizio gennaio ha cominciato a carburare non può sostenere da solo tutto il peso della fase offensiva, il secondo nasce in fase difensiva, quando si trova contro squadre a cui piace attaccare e lo fanno con più uomini possibile, quindi il sistema di marcatura a uomo salta e spesso bisogna ricorrere a falli più o meno cattivi per interrompere l’avanzata avversaria e il terzo è che la fascia destra non ha un padrone e diventa territorio di caccia per le altre squadre. Nonostante sia benvoluto dalla piazza è molto improbabile che venga riconfermato, anche perché da quando è arrivato a stagione in corso, della svolta epocale che vorrebbe vedere Commisso non c’è nemmeno l’ombra.

Il nome di grande spicco che potrebbe arrivare può essere quello di Maurizio Sarri, infatti anche se il patron Viola ha smentito le voci di un incontro, un minimo di interesse sembra esserci davvero. Il suo arrivo prevederebbe uno stravolgimento tattico totale, conoscendo Sarri, si passerebbe dalla linea a 3 dietro ad una a 4 col passaggio anche dalla marcatura a uomo a quella a zona, cambiamento radicale che potrebbe comportare delle difficoltà nelle prime uscite. A centrocampo potrebbe tornare protagonista Pulgar, un po’ accantonato da Prandelli con l’arrivo del mister di Napoli avrebbe nelle sue mani le chiavi, ai suoi lati per Castrovilli non cambierebbe molto, gli verrebbe richiesto lo stesso di provare la giocata, di inventare, ma anche di dare una mano in fase di non possesso e infine il giocatore che chiuderebbe il terzetto sarebbe uno tra Amrabat, che io faccio molta fatica a vedere come perno del centrocampo con Sarri, e Bonaventura, il primo sarebbe più impegnato ad aiutare la difesa, recuperare palla e scaricare ai compagni per lo sviluppo dell’azione, mentre il secondo sarebbe chiamato ad essere più presente durante gli attacchi, pronto a inserirsi o a tirare da fuori area. I tre davanti sarebbero Vlahovic, che con Sarri secondo me avrebbe la possibilità di esplodere definitivamente, Ribery a sinistra se decide di rimanere e a destra l’addio di Callejon non sarebbe più scontato visto che ritroverebbe l’allenatore con cui ha fatto meglio in tutta la sua carriera.

L’altro allenatore sondato dalla società che ha già allenato squadre importanti è Gattuso, pupillo e prima scelta di Commisso, potrebbe tornare al 3-4-3 di quando allenava la primavera del Milan. Sarebbe comunque in grado di passare senza grossi problemi ad un 4-3-3 o un più sbilanciato 4-2-3-1 forse più conforme alle caratteristiche di questa Fiorentina. In qualsiasi situazione si tratterebbe di una squadra che lascerebbe il gioco agli avversari ma che andrebbe ad alzare la linea difensiva per pressarli assiduamente, concetti molto sarriani. Con l’eventuale arrivo di Ringhio i difensori centrali diventerebbero i registi e a centrocampo Amrabat sarebbe l’uomo più importante, seppur sempre con il compito di recuperare palla e ripartire velocemente, sarebbe lui a dover lanciare le ali, verticalizzare per il taglio di quest’ultime o far partite filtranti velenosi per gli inserimenti dei centrocampisti, Castrovilli su tutti, che col mister calabrese potrebbe tornare al suo ruolo naturale e nel quale sorprese tutti nella doppia annata a Cremona, quello di trequartista dove avrebbe sia il compito di inserirsi ma rimarrebbe lo stesso colui a cui viene richiesto di fare la giocata che fa saltare il banco. Pure con Gattuso riassumerebbe importanza la posizione di Callejon, che con lui era tornato a splendere dopo il periodo un po’ buio sotto la guida di Ancelotti a Napoli, mentre Vlahovic è la prima punta ideale dell’ex Milan e ancora plasmabile secondo le sue esigenze, sta imparando sempre di più a giocare con e per la squadra, ha una struttura fisica molto importante ed è bravo a creare spazi per i compagni.

Gli altri papabili sostituiti di Prandelli che piacciono dalle parti di Blooming Grove hanno uno status internazionale minore rispetto ai due precedenti candidati in quanto allenano squadre italiane di medio-bassa classifica, ma sono sicuramente nomi credibili e che potrebbero fare bene a Firenze. Il primo che vediamo è la rivelazione di quest’anno, Vincenzo Italiano. Che sia perché si pensava che lo Spezia avrebbe fatto solo presenza in questo campionato ed era un po’ la squadra da scherzare o perché poi il gioco di Italiano ti coinvolge sul serio, le attenzioni sulla squadra del mister di Karlsruhe sono aumentate sempre di più fino a metterlo nella posizione di essere tra i candidati a grandi panchine, non solo la Fiorentina ma anche il Napoli ci sta pensando. Con il suo arrivo si passerebbe ad un 4-3-3 basato sul pieno controllo del match, per la fase difensiva non cambierebbe molto, anzi, i concetti attualmente in pratica verrebbero estremizzati ancor di più mentre a centrocampo Pulgar potrebbe trovare nuova linfa e di fianco a lui Castrovilli e Bonaventura assumerebbero un ruolo fondamentale, avete presente come giocava il Real Madrid di Don Alfredo, di Puskas? Ecco, la fase offensiva proposta dalle squadre di Italiano è identica, attacco a 5, la punta centrale che deve essere molto fisica fa un lavoro come quello del pivot nella pallamano lasciando lo spazio, negli anni 50’ agli interni, oggi alle mezz’ali di inserirsi. Vlahovic potrebbe col tempo imparare a fare bene questo compito ma attualmente non ce lo vedo molto ma non mi stupirebbe che dopo Trapani e La Spezia, Italiano non si porti anche a Firenze il suo figlioccio Nzola.

Tra rifiuti degli stessi, cambi di idee della società o semplici suggestioni sviluppate dalla stampa, altri allenatori che sono stati accostate alla Fiorentina sono Spalletti, Cannavaro, De Rossi, Blanc e Gotti, ma, per un motivo o per un altro, molto difficilmente saranno loro a guidare i Viola l’anno prossimo e nel mentre assume sempre più concretezza il nome di Roberto De Zerbi. Per lui sarebbe il passo che lo separa da una grande panchina, anche europea, il passo che potrebbe finalmente rilanciare nel calcio internazionale un allenatore italiano dl futuro roseo. Nonostante sulla carta il modulo sia sempre il 4-2-3-1, a volte mostrato in alcune sue diverse sfaccettature, le squadre allenate da mister bresciano tendono molto ad adattarsi agli avversari sia con gli 11 che scendono in campo, sia nel modo di costruire l’azione offensiva, che però rimane sempre basata sul possesso palla che parte molto spesso dal portiere. La fase difensiva, seppur con una linea a 4, sarebbe simile a quella attuale, andando a prendere alti i creatori di gioco delle altre squadre cercando di portare a buon compimento il primo pressing, altrimenti sarebbero guai grossi. Degli componenti dell’attuale rosa della Fiorentina credo che, Ribery escluso, visto il suo talento renderebbe bene con tutti e in qualsiasi posizione, solo Vlahovic possa ottenere dei vantaggi significativi, in tutto il roster di centrocampo trovo ci siano delle incongruenze con le idee dell’ex allenatore del Benevento, Castrovilli come mediano arretrerebbe troppo il suo raggio d’azione ma il trequartista di De Zerbi deve saper giocare in fascia o come falsa punta, caratteristiche che non appartengono al classe ’97 scuola Bari, Amrabat non è abituato a fare scambi corti e triangolazioni e a Bonaventura non riesco a trovare una collocazione definita, l’unico utilizzabile è Pulgar.

L’ultima nomination per la panchina Viola nella prossima stagione, spetta al tecnico che penso sia la miglior soluzione possibile e Firenze è l’unica destinazione in cui accetterei di vederlo lontano da dove è ora, sto parlando di Ivan Juric. Rapporto complicato quello dell’ex allenatore del Genoa con la Fiorentina, infatti l’estate scorsa aveva raggiunto un accordo di massima con Pradè, il quale però sembra aver fatto saltare la trattativa proprio sul più bello, cosa che a Juric non è andata giù e ancora oggi ricorda con un leggero rancore. Il croato, di marcato stampo Gasperiniano, gioca con un 3-4+3 e il +3 non è casuale, infatti può schierare tre mezze punte/trequartisti, un trequartista e due punte oppure due giocatori a fare da collante tra il centrocampo e l’unico vero riferimento offensivo. La cosa che più sorprende è come sia più comune trovare nell’area di rigore avversaria almeno uno dei due braccetti della difesa a 3 piuttosto che un interno di centrocampo, tutto ciò durante un’azione normalissima, non dopo un corner o una punizione. I centrocampisti di Juric hanno il compito uno di recuperare palla e far ripartire velocemente l’azione, per questo a Firenze ritroverebbe Amrabat, l’altro invece è un classico regista, anche qui la figura di Pulgar potrebbe ottenere uno spessore non irrilevante. Dei difensori della Fiorentina, quello che potrebbe maggiormente sfruttare a suo favore l’arrivo del tecnico croato è Martinez Quarta, giocatore che mi piace molto, già abituato a difendere a uomo portando un pressing costante e a salire in fase offensiva, avrebbe tutte le carte in regola per fare quell’ultimo salto di qualità che gli manca per conquistarsi una chiamata di una big europea. Con Juric sono convinto che anche Castrovilli, spostato più avanti in un ruolo alla Zaccagni riuscirebbe a trovare le condizioni ideali per confermarsi definitivamente come uno dei migliori centrocampisti italiani e pure Bonaventura otterrebbe molti vantaggi, senza scordarci di Ribery che giocando nei due dietro alla punta, avrebbe ancora più possibilità di inventarsi giocate illuminanti che scompigliano i piani degli avversari. Infine Vlahovic, quando l’anno scorso si parlava di un suo possibile prestito al Verona, mi immaginavo che fosse la meta giusta per lui in modo da esplodere e se Juric dovesse andare a Firenze, l’attaccante serbo non avrebbe nemmeno bisogno di cambiare casacca per incontrare uno stile di gioco in cui si integrerebbe alla perfezione.

Ad oggi l’allenatore della Fiorentina per la stagione 2021/2022 è ancora un grande punto di domanda, io ribadisco la mia preferenza verso Ivan Juric, chiaro che se restasse a Verona mi farebbe ancora più piacere, ma certamente anche De Zerbi e Sarri riuscirebbero senza problemi a far fare alla Fiorentina il salto di qualità tanto atteso da tutti.