Ormai due mesi fa scrivevo che l’esonero di Di Francesco, secondo me, era la scelta peggiore per la quale Setti potesse optare e che con l’arrivo di Tudor il Verona avrebbe faticato ancor più di prima, col senno di poi saremmo tutti bravi a parlare, ma mi sembra doveroso a questo punto fare un sunto dei primi mesi sulla panchina Gialloblu del tecnico croato.

La carriera in panchina e i dubbi da sciogliere
Al momento del suo annuncio avevo diverse perplessità riguardo l’ex vice di Pirlo alla Juventus, memore della doppia esperienza su un’altra panchina bianconera, quella dell’Udinese. Tudor è stato l’allenatore dei friulani per due volte, come traghettatore per le ultime 4 partite del 2017-2018 e poi come sostituto di Oddo, esonerato per un record di sconfitte consecutive, da marzo 2019 a novembre dello stesso anno. La famiglia Pozzo gli ha dato la prima importante opportunità della sua carriera da allenatore, con tutto il rispetto per Hajduk Spalato, PAOK Salonicco e Galatasaray, esperienze che comunque sono state molto formative e a livelli elevati per il campionato in cui si trovava e dove già aveva evidenziato una caratteristica, la scarsa tenuta difensiva, che finora è una costante delle sue squadre. La prima parentesi Bianconera quasi non è neanche da considerare, aveva un compito, salvare l’Udinese e l’ha portato a termine dopo un pareggio folle a Benevento, una sconfitta con l’Inter e una decisiva doppia vittoria di misura, di cui una contro un Verona già retrocesso, nelle ultime due giornate, tutti risultati ottenuti con la forza della disperazione più che con altro.
La seconda possibilità gli viene concessa quasi un anno dopo e parte pure bene, stabilendo come modulo di riferimento un 3-5-2 molto fisico dove De Paul era l’artista, nelle prime tre uscite impatta col Milan in casa e batte Empoli e Genoa, poi un mese buio dove in 5 gare le Zebrette conquistano solo 2 punti, di cui uno con l’Inter, realizzando un’unica misera rete col Sassuolo, seguono infine altre 3 vittorie che gli valgono la riconferma per la stagione 2019-2020. La vittoria col Milan all’esordio illude l’ambiente, arrivano 3 sconfitte di fila, di cui due pesanti con Parma e Brescia, prima di un leggero risollevamento con 4 punti in due match e poi i 12 gol presi in 3 partite, seppur con Fiorentina, Atalanta e Roma, a fronte di uno solo segnato e 0 punti ottenuti conducono nella direzione dell’esonero. Nel periodo di permanenza in Serie A ha improntato la sua squadra in modo tale che giocasse a viso aperto contro chiunque, cercando sempre la soluzione tramite un’azione manovrata e non limitandosi a difesa e contropiede, idee che hanno influito anche sul rendimento difensivo molto basso e ha evidenziato in particolare come tenda a fare periodi in cui tocca picchi altissimi e altri in cui non riesce ad opporsi in nessun modo agli avversari. La voglia di far gioco, l’impermeabilità difensiva discutibile e l’incostanza nei risultati sono state le 3 costanti dell’avventura come allenatore di Tudor fino ad oggi, ma sviluppate in modi differenti, in patria durante il doppio ciclo all’Hajduk Spalato, al PAOK e al Galatasaray schierava un 11 basato sul 4-2-3-1 mentre all’Udinese si è dovuto anche lui adattare ad un calcio diverso, ma nel quale ha avuto una lunga permanenza da calciatore, passando ad un 3-5-2.

Pro e contro dei due mesi all’ombra dell’Arena
Arriviamo dunque al 19 settembre di quest’anno, a cinque giorni dall’annuncio di Tudor come nuovo allenatore del Verona arriva subito una prova tostissima, al Bentegodi si presenta la Roma di Mourinho, a punteggio pieno e in gran forma, ma l’Hellas, utilizzando un po’ per ciascuno tutte le caratteristiche degli ultimi 3 tecnici avuti, strappa un incredibile 3 a 2 culminato dall’eurogol di Faraoni. Gioco molto propositivo e coinvolgente che entusiasmano il pubblico e si rivelano vincenti, ma già con Di Francesco era stato fatto questo miglioramento in confronto alle due stagioni passate nonostante mancasse ancora la malizia sottoporta, mentre dei passi indietro si registrano in fase difensiva e i primi dubbi sulla tenuta della squadra mi sorgono. Seguono poi due test banali sulla carta ma incredibilmente complicati se li si andava ad analizzare per bene, trasferte a Salerno nel turno infrasettimanale e poi a Genova col Genoa, quindi pure per quanto riguarda l’ordine pubblico non c’era da stare tanto tranquilli visti i trascorsi tra le squadre, anche se parlando di questo argomento facciamo prima a contare le città in cui la probabilità di disagi è bassa durante le trasferte del Verona rispetto al contrario. Contro la Salernitana avviene il “miracolo” della doppietta di Kalinic, ma la magia dura 45 minuti, il fiato finisce e una difesa che marca metà a uomo metà a zona con le idee parecchio confuse non regge sull’urto d’orgoglio dei Granata e termina 2 a 2, discorso simile a Genova, dove però sembrava poter andare pure peggio, da 0 – 2 a 3 – 2 e infine ancora Kalinic al 91esimo a sistemare una gara senza senso. Se per alcuni possono sembrare punti guadagnati, per ciò che mi concerne si tratta di 4 punti persi in malo modo, i quali rispecchiano appieno le caratteristiche delle precedenti squadre di Tudor e che mi convincono sempre maggiormente che non sia stata la scelta giusta e con Di Francesco almeno la metà di quelle reti non le avremmo subite. Poi arriva finalmente una grande prestazione per 4 a 0, seppur contro uno Spezia inesistente in difesa e che quando si proponeva non ha fatto altro che mettere in risalto, per la prima volta da quando è sbarcato a Verona, le qualità di Lorenzo Montipò, che già l’anno scorso a Benevento era stato uno dei migliori fino a parlare di un interessamento della Lazio. Nel complesso lo possiamo quindi giudicare come un periodo positivo, 2 vittorie e 2 pareggi, il problema sorge se si guarda il calendario al rientro dalla sosta di ottobre: tabù San Siro col Milan, poi Lazio, trasferta a Udine, campo storicamente ostico per noi, Juventus e visita al Napoli, sembrerebbe proprio che si possa entrare nell’alternanza di periodi che hanno segnato la carriera di Tudor. La prima col Milan non fa altro che alimentare i dubbi, nuovamente in vantaggio per 0 a 2 subiamo il ritorno in massa dei Rossoneri che culmina con l’incomprensibile autorete di Gunter, valida per il definitivo 3 a 2, pensavo fosse l’inizio della fine. Invece la sosta è servita per lavorare su molti degli aspetti elencati finora e quando arriva la Lazio in campo c’è un'altra squadra, con un’altra testa, altre gambe e finalmente dopo 2 stagioni un attaccante degno di questo nome, Simeone è indiavolato. 4 reti alla Lazio, 2 alla Juventus e una al Napoli valgono la bellezza di 7 punti quando le prospettive erano molto inferiori, nel mezzo uno 0 a 0 con l’Udinese. Altri protagonisti importanti sono Veloso che ritrova splendore fisico, Barak che si scopre utile anche in fase di non possesso, Caprari che rinasce dopo stagioni negative e un solido assetto difensivo formato da Gunter come perno centrale e marcatore personale della punta avversaria, Dawidowicz e Casale liberi di avanzare quando si attacca. Nota negativa sono le riserve poco incisive, la sfortuna negli infortuni e per me lo spazio nullo concesso a Cancellieri, che nelle prime giornate aveva fatto vedere diversi spunti interessanti.

Statistiche e futuro
A conferma del buon momento che sta vivendo il Verona ci si mettono pure le statistiche, per quanto possano essere utili fino a un certo punto: possiamo notare miglioramenti difensivi essendo al 6° posto per passaggi intercettati a partita e al 5° per i duelli aerei vinti a partita denotando che si tende a blindare l’area di rigore, infatti la maggior parte dei tiri subiti sono arrivati da fuori e si tratta della seconda squadra per tiri in porta subiti dalla zona 14 del campo, molti dei quali parati da Montipò che si trova al 6° posto per le parate sui tiri provenienti da fuori area. Rimane preoccupante il dato sui gol presi a difesa schierata su calcio piazzato, categoria che vede i Gialloblu sul secondo gradino del podio. I numeri evidenziano molto positivamente anche gli enormi miglioramenti fatti in fase d’attacco, infatti oltre alla statistica che circola un po’ in tutta Italia secondo cui solo il Bayern Monaco ha realizzato più reti dell’Hellas dalla terza giornata in poi, siamo la prima squadra in Italia per reti arrivate a conclusione di azioni manovrate, che spesso ci portano a concluderle negli ultimi 5 metri di campo, statistica per cui saremmo la seconda squadra per percentuale di tiri a favore effettuati dentro l’area piccola su tiri a favore totali.

Lasciamo da parte i numeri e torniamo ad occuparci di campo, oggi è arrivata la notizia della positività al Covid-19 di Igor Tudor, spero che si risolva in un breve periodo in modo che possa tornare presto a lavorare per non perdere i progressi fatti nelle ultime 4 gare. Al rientro dalla sosta il calendario sembrerebbe dalla nostra parte, sperando di non entrare in uno dei famosi momenti bui delle squadre del tecnico ex Udinese, andremo ad affrontare nell’ordine l’Empoli al Bentegodi, gli amici Doriani in trasferta, di nuovo tra le mura amiche per ospitare il Cagliari e poi il derby veneto al Penzo col Venezia: gli Azzurri sono una squadra piacevole da vedere che sta andando sopra le aspettative iniziali e potrà generare una sfida molto elettrizzante, la Sampdoria vive un momento davvero complicato e potrebbe arrivare alla sfida del 27 novembre messa ancor peggio, il match contro la Salernitana all’Arechi dirà molto sul futuro dei Blucerchiati. Arriva dunque la gara, a mio avviso, più complicata del lotto, quella col Cagliari, che per fortuna si gioca in casa, i ragazzi di Mazzarri sono alla disperata ricerca di punti per inseguire la salvezza, la prestazione non manca mai nemmeno con le big ma la classifica piange sempre, prima del Verona si giocheranno altri due scontri da non sbagliare contro Sassuolo e soprattutto Salernitana, qualche punto restituirebbe fiducia ad un ambiente moscio e di cui ne avrebbe un enorme bisogno. Il derby col Venezia del 5 dicembre ricalca un po’ la gara con l’Empoli a livello di campo, i lagunari ci arriveranno dopo 3 match tostissimi con Bologna, Inter e Atalanta, nonostante abbiano dimostrato di riuscire a strappare i punti salvezza un po’ a chiunque perciò mai dire mai.

Questo Verona sta entusiasmando tutti, non solo i tifosi scaligeri ma anche per un appassionato qualunque vedere una partita della banda di Tudor è un piacere, sebbene ci siano ancora degli aspetti da migliorare, non posso che cambiare il mio giudizio sul mister croato, perciò Igor, grazie e scusami.