È vero, siamo solo ad ottobre, ma la prossima giornata di campionato ci propone delle partite che mettono in palio punti molto pesanti per ogni zona della classifica, dalle sfide salvezza Salernitana – Spezia, Bologna – Lecce e Cremonese – Sampdoria alle gare di alte latitudini quali Fiorentina – Inter, Atalanta – Lazio e Roma – Napoli, passando anche nel romantico ritorno a San Siro di Berlusconi e Galliani come dirigenti per Milan – Monza.
A chiudere il tutto come monday night si gioca Sassuolo-Verona, due formazioni che nelle ultime stagioni sono sempre andate a braccetto ad insidiare le grandi nelle posizioni limitrofe alla zona coppe europee, ma che quest’anno viaggiano a due andature completamente diverse, il Sassuolo nonostante le cessioni non si è snaturato e continua a proporre un bel calcio, mentre il Verona ha sofferto molto con l’arrivo di Cioffi e ora, con l’esonero del tecnico ex Udinese e la promozione dalla primavera alla prima squadra di Bocchetti, sembrerebbe aver ritrovato almeno lo spirito degli anni croati.
L’avvicinamento di questa gara, mischiato ad una piccola componente di invidia, mi ha fatto riflettere su come i Neroverdi, a differenza nostra, siano riusciti a tenere i conti in regola, non svendere i propri giocatori, sopperire bene alle partenze e in campo risentirne meno di quanto si potesse pensare. Una vera risposta non me la sono data, sicuramente la competenza della società fa tanto, ma pensandoci su ho realizzato che quest’anno il Sassuolo festeggia il suo decimo campionato consecutivo in massima serie, peraltro è anche assoluto essendo stato promosso una volta sola e mai retrocesso, e qui forse si colgono veramente le dimensioni del lavoro svolto per portare una piccola squadra di paese ad essere una presenza fissa in Serie A, essere vista come una delle migliori espressioni del calcio italiano e presa come esempio, soprattutto dirigenziale, con figure che da tanti anni fanno parte dell’amministrazione Neroverde.
In occasione di questo decennale e del terzo anniversario, da poco passato, della morte dell’uomo che ha permesso tutto ciò, lo storico presidente Giorgio Squinzi, ripercorriamo i dieci anni in A del Sassuolo attraverso una formazione ideale.

Allenatore e portiere: mani giovani ed esperte
Immaginandoci che questa squadra debba scendere in campo, parto dalla base, da chi dovrà allenarla, gestirla e modellarla con le sue mani, menzioniamo Dionisi per il buon lavoro che sta facendo in questo anno e mezzo, ma è uno serratissimo ballottaggio a due tra Eusebio Di Francesco e Roberto De Zerbi, l’uomo che ha portato il Sassuolo in Serie A e in Europa e quello che probabilmente lo ha fatto esprimere al meglio delle sue possibilità, lascio a voi la scelta ma io personalmente mi prendo la qualità, la velocità e il potenziale di De Zerbi.
DiFra ha scritto una grande pagina di storia alla Roma, ma dopo il suo esonero dalla capitale nel marzo del 2019 non è più riuscito ad inserirsi in contesti dove poter esprimere le sue idee, fallimentari tutte le esperienze di Sampdoria, Cagliari e Verona.
L’attuale allenatore del Brighton invece si è affermato come il prospetto italiano più interessante per quanto riguarda la panchina, ha fatto una scelta coraggiosa andando allo Shakhtar Donetsk, dove comunque incontrava un calcio internazionale e aveva la possibilità di disputare le coppe europee, poi purtroppo conosciamo gli sviluppi della situazione extra calcio.
Sebbene l’Italia rappresenti una delle migliori scuole di portieri a livello mondiale e gli emiliani abbiano un grande occhio sui giovani talenti, fra i pali l’esperienza degli elementi più navigati ha sempre avuto la meglio sulla gioventù, si pensava che Turati potesse essere un futuro titolare dopo il grande esordio allo Juventus Stadium nel dicembre del 2019, ma poi solo panchina e Serie B in prestito gli ultimi due anni, per lui c’è ancora tanto tempo. Se considerassimo tutta la storia Neroverde i pali li difenderebbe Alberto Pomini, titolare nella scalata delle leghe professionistiche, ma avendo gli ultimi dieci anni come range su cui basarci, i guantoni li indossa a pieno diritto Andrea Consigli, che nel Sassuolo ha trovato una nuova giovinezza dopo sedici anni quasi ininterrotti all’Atalanta.

Difesa: il grande limite
Linea di difesa a quattro con coppia di centrali di gregari italiani, esperienza, marcatura e una buona dose di falli da difensore vecchio stampo di provincia, quattro giocatori tranquillamente intercambiabili, partono leggermente avanti Acerbi e Paolo Cannavaro, coppia del primo ciclo con Di Francesco, con l’attuale capitano Ferrari e Peluso in panchina.
Sulla fascia sinistra c’è la coppia Rogerio-Gazzola, ma attenzione al futuro di Kyriakopoulos, che in questo inizio di campionato sta giocando addirittura come ala, anche se si tratta di una situazione in cui mancano elementi importanti e bisogna coprire alcune zone adattando i giocatori. A destra trova posto una delle prime importanti plusvalenze fatta registrare in cassa, si tratta di Sime Vrsaljko, acquistato dal Genoa per poco più di 5 milioni di euro nel 2015 e rivenduto due anni dopo all’Atletico Madrid per 16, si accomoda in panchina invece Pol Lirola.
Difesa che da sempre ha rappresentato il punto critico di ogni stagione, solo nel 2015-2016, anno del 6° posto e qualificazione ai gironi di Europa League, il Sassuolo ha incassato meno di 55 gol, fino ad arrivare al record negativo dello scorso campionato, in compenso hanno spesso avuto una differenza reti in positivo, figlia dell’enorme produzione offensiva della squadra, reparto che ha prodotto i migliori giocatori che vedremo tra poco.

Centrocampo: fucina di spine dorsali delle big
Parto premettendo che ci sarà un’esclusione eccellente che credo non metterà d’accordo tutti, ma valutando il giocatore al momento in cui vestiva la maglia Neroverde e non nel suo apice sono convinto si possa comprendere. Prima di ciò però è arrivato il momento di nominare il capitano di questa formazione e inevitabilmente si tratta di Francesco Magnanelli, presente in rosa dall’ultimo anno di C2, il lontano 2005 e uomo spogliatoio importantissimo durante tutta la scalata, una delle ultime vere bandiere che erano rimaste nel nostro calcio, ha nobilmente lasciato alla fine della scorsa stagione, ma per questa partita la maglia numero 4 verrà indossata per una nuova e ultima volta.
Al suo fianco c’è un altro 50/50 dalla difficile risoluzione, diciamo che qua si può scegliere in base al momento della partita, se serve più palleggio e più fisicità spazio a Locatelli, grande scelta quella di puntarci dopo che il Milan praticamente lo lasciò andare; se invece servono più vivacità e inserimenti, dentro Frattesi, giocatore che mi è sempre piaciuto fin dai tempi della primavera e finalmente dopo due stagioni monumentali in prestito in cadetteria già dallo scorso campionato si sta consacrando ad alti livelli.

La panchina potrebbe essere veramente lunghissima, ma bisogna necessariamente fare dei tagli, un ruolo di rilievo lo hanno avuto Sensi e Djuricic, quando giocavano portavano qualche gol ma soprattutto tecnica e inventiva, Maxime Lopez viene da due ottime stagioni e in fase di possesso tutte le azioni passano dai suoi piedi, Duncan e soprattutto Simone Missiroli hanno collezionato più di 100 presenze.
Però in panchina ci portiamo l’escluso eccellente Lorenzo Pellegrini, dopo una prima stagione in cui aveva fatto intravedere le sue qualità, nel 2016-2017 fu protagonista assoluto sulla trequarti Neroverde ed ebbe anche la possibilità di confrontarsi prestissimo col palcoscenico europeo. Nell’estate 2017 parte, non facendo in tempo a diventare un giocatore simbolo del Sassuolo e fa ritorno al comando base Roma, dove poi, a distanza di un anno, ritroverà anche Di Francesco, il quale lo aveva lanciato in Emilia, ma che forse con la maglia Giallorossa lo limiterà un po’.

Attacco: riferimento Nazionale
Fin dal suo primo anno in Serie A il Sassuolo ha sempre avuto un 9 vero, bravo a lavorare col fisico e che la mette dentro anche con costanza, è il trampolino di lancio per Zaza, che dopo 20 reti in due stagioni passa alla Juventus, anche Defrel non fa male nel suo primo biennio tra il 2015 e il 2017, poi nel secondo ciclo dal 2019 è passato allo status di riserva e anche l’ultimo arrivato Pinamonti sulla carta dovrebbe riuscire a mantenere un alto rendimento.
La scelta del titolare però ricade su uno tra Caputo e Scamacca, ballottaggio nel quale faccio vincere l’attuale attaccante del West Ham, il cui percorso rispecchia a pieno la filosofia del lavoro della società Neroverde, preso nelle giovanili a 18 anni di rientro dall’esperienza al PSV Eindhoven, viene limato e aspettato, tra due prestiti in Serie B e uno al PEC Zwolle, fino alla buona stagione fatta col Genoa dove si conquista finalmente la possibilità di rimanere in Emilia e dimostra tutte le sue doti con realizzando 16 reti e accettando in estate il trasferimento in Premier League.
Dietro a Scamacca una linea di tre uomini di qualità, inventiva e fantasia; a destra non credo ci siano grossi dubbi, Politano si accomoda in panchina e gioca il miglior marcatore della storia del Sassuolo: Domenico Berardi... si era un po’ perso dopo due ottime stagioni d’esordio, ma da tre campionati a questa parte è tornato devastante.
Sulla fascia opposta non si è mai evidenziata a mio avviso una figura superiore alle altre, per cui vado a gusto calcistico puramente personale e scelgo Nicola Sansone, ai tempi considerato l’ammazza grandi per la tendenza a timbrare il cartellino contro le big, soprattutto per l’impatto importante che ha avuto sulla prima salvezza nella seconda metà della stagione 2013 – 2014, mentre Boga ha fatto scintille solo per una stagione, poi ha dovuto passare il covid, ma anche dal trasferimento a Bergamo non è più lo stesso giocatore.
Chiude quest’undici spiccatamente italiano, un ragazzo delle giovanili che oggi rappresenta la più nitida speranza per il futuro Azzurro... si tratta ovviamente di Jack Raspadori, tredici anni con la maglia Neroverde addosso in cui si è fatto tutta la trafila delle giovanili, si mette definitivamente in mostra lo scorso anno segnando 10 gol e attirando le attenzioni, poi concretizzatesi, del Napoli, con cui in questa prima parte di stagione è partito alla grande e specie l’impatto nelle competizioni europee non si è fatto per nulla sentire, anzi.

Dunque, ricapitolando: Roberto De Zerbi in panchina, Andrea Consigli in porta, difesa composta da Rogerio, Paolo Cannavaro, Acerbi e Vrsaljko, mediana col capitano Francesco Magnanelli accompagnato da uno tra Locatelli e Frattesi, Scamacca centravanti con alle sue spalle Nicola Sansone, Raspadori e Berardi, direi che l’Europa è tranquillamente raggiungibile.