No, Italia-Ucraina non sarà la partita della vita, anche se già è stata costruita così, c'è ancora un girone di ritorno da dover affrontare, e nel calcio tutto può accadere. Eppure, sì, è vero, la curiosità, l'attesa, c'era, e mica poca, per vedere cosa Spalletti avrebbe potuto fare in un paio di sedute di allenamento. Ebbene, il mondo ha scoperto che l'uomo che ha regalato lo scudetto al Napoli dopo oltre trent'anni di illusioni, non è un mago illusionista, non è Harry Potter, ma semplicemente un uomo, che deve raccogliere il testimone bollente lasciato da Mancini, fuggito in Arabia, in un contesto Nazionale semplicemente sfasciato. Bisogna ricostruire tutto da zero, ma il tempo non c'è. Non è detto che con Mancini sarebbero andate diversamente le cose, ma chi ne ha favorito l'uscita in un momento così delicato, ne è il primo responsabile, sirene o non sirene miliardarie arabe. Di questa Nazionale si deve avere pietà.

Immobile era con gli occhi lucidi, perchè si son resi conto che vanno tutte storte. Donnarumma, che come ben sappiamo, alterna super parate ad errori importanti, continua ad essere mandato in "croce". Il goal che ha preso, sul suo palo, non era impossibile ma neanche facile da parare, e ricordiamoci che in campo c'era anche la Macedonia, giocava in casa, su un terreno di patate che hanno condiviso entrambi i giocatori. Una volta giocare sui campi di patate era una sfida, lì emergevano i grandi giocatori, il grezzo diventava gioiello, oggi, invece per i giocatori vip che devono avere il campo liscio come l'olio, è sempre una scusa per i propri fallimenti. Il campo, già.Come se gli avversari giocassero invece su un campo diverso. La Nazionale italiana agli europei ci andrà, Spalletti riuscirà a sistemare le cose, e sono certo che alla prima vittoria utile, come sempre accade in Italia, si salterà tutti sul carro dei vincitori dopo averli massacrati quei giocatori. Il vero punto della questione però è sempre lo stesso.  Non si può cambiare la sorte di una Nazionale con un nuovo comandante. Le truppe sempre quelle sono. La squadra sempre quella è. I giocatori questi sono. Gli italiani che vanno all'estero sono pochissimi e ancora meno quelli che fanno bene.

Sono anni che diciamo le stesse cose. Ma le quote azzurre, ergo percentuale minima di italiani da far giocare in squadra, in SerieA chi le vede? Hai squadre addirittura come l'Udinese che hanno il record europeo di stranieri in campo, per poi lottare per la salvezza tra l'altro. Bisogna avere pazienza, quella che non abbiamo più perchè poi alla fine forse alle disfatte ci siamo abituati ed a dirla tutta forse sarebbe stato meglio non vincerlo affatto quell'Europeo perchè abbiamo solamente perso tempo continuando a raccontare una storia che non esisteva, salvo nella testa di chi di calcio non capisce niente ed è un poltronista, facendo del male a calcio italiano ed alla Nazionale che in Italia appassiona sempre di meno. No, Spalletti, non c'era un Paese intero a guardarvi, c'è un Paese intero pronto a "fucilarvi" però sportivamente parlando, e che deve riscoprire il sentimento della pietà, l'unico che può consentire di ricominciare da zero.