Prima che iniziasse il match, Pioli aveva segnalato la necessità di impedire ai francesi di andare all'uno-contro-uno. In sé era un po' la scoperta dell'acqua calda, visto quanto successo a Parigi, ma la dichiarazione apriva una questione per nulla banale: come disinnescare l'arma migliore dei parigini? Sì perché, se il tecnico pensava a riassestare l'assetto tattico della squadra, il discorso si faceva interessante, ma se Pioli puntava alla solita ritrita maggiore attenzione e applicazione, da chiedere ai suoi... va bene, ci siamo intesi!

Per sua fortuna, il Diavolo ha calcato il prato di San Siro col triangolo di centrocampo rovesciato. Al posto di un vertice basso (Krunic) e due mezze ali più alte (Musah e Reijnders), si vedeva un vertice alto (Loftus-Cheek) con due mediani alle spalle (Reijnders e Musah) a protezione dei 4 difensori.

Uno fra Reijnders e Musah, a turno, saliva a dare una mano, ma senza esagerare, dal momento che il compito principale dei mediani era raddoppiare le marcature e riempire gli spazi in difesa. L'obiettivo era di non consentire al Psg, nel caso peggiore, più di un uno-contro-due, ricorrendo a una linea di difesa a 6 nei momenti di maggior pressione avversaria. Dal canto suo, Loftus-Cheek, incursore e regista avanzato, doveva mettere in soggezione il dirimpettaio basso, Ugarte prima Fabian poi, oltre a francobollare marcantonio Skrinjar sui calci d'angolo.

I giocatori del Milan hanno iniziato sbagliando e rischiando di vanificare le scelte tattiche azzeccate del tecnico. Loftus-Cheek e Musah, come Jake Blues in Blues Brothers di Landis, hanno urlato "I've seen the light", perché hanno visto la luce della porta che invitava a centrare il bersaglio. Pioli, come James Brown nello stesso film, nel vedere un suo giocatore così ben piazzato, ha gridato "He's seen the light". Peccato che in tanta mistica esaltazione, Loftus-Cheek abbia scaraventato la sfera alta sulla traversa, mentre Musah abbia fatto solo accademia telefonando a Donnarumma.

E' in questo contesto di approssimazione che, Loftus-Cheek ha smarrito Skrinjar su calcio d'angolo e l'avversario se ne andato in porta per il vantaggio dei parigini. Era solo il minuto 9 e il Milan, ormai una barca alla deriva delle rapide, stava per fare il definitivo salto letale giù per la cascata. L'esito dei match, tuttavia, è spesso favorecole a chi fa le cose per bene e secondo logica, perché si è messo nelle condizioni di riuscire. Infatti, ieri il fragile naviglio rossonero disponeva dei due mediani, una solida doppia ancora con cui frenare la caduta nel baratro. 

Ora, per giocare con un centrocampo in cui c'è un vertice basso e due mezze ali più avanti, occorre che il vertice basso sia coperto con gente quale Rijkaard o Desailly. Talento a parte, giocatori di quel tipo sono forze della natura in grado di coprire, sia in orizzontale che in verticale, zone di campo quasi doppie rispetto a quelle che può coprire un uomo con doti normali come Krunic o Adli. Questi sono due mezze ali adattate a un ruolo non loro. In tale situazione, le mezze ali avanzate vengolo isolate dal compagno arretrato con marcature sul passaggio oppure attirati quei dieci metri in avanti che creano la terra di nessuno fra centrocampo e difesa. Tutto lo schieramento è a rischio disintegrazione e la difesa stessa finisce per essere aperta e chiusa a piacimento del nemico come una fisarmonica. Rovesciando il triangolo, invece, e mandando avanti uno dei due mediani per volta, è facile consentire la copertura del posto rimasto vuoto, perché c'è sempre il vertice alto che può retrocedere a coprire l'avanzata del compagno. La fascia avanzata del campo, inoltre, non viene intasata. In ogni caso, tante più saranno le azioni in cui ci saranno dietro almeno 6 uomini e tanto meno facile sarà per gli avversari mettere in difficoltà i difensori, siano anche Mbappé e Dembelé.

E pensiamo che Reijnders è una mezza ala da inserimenti offensivi, per cui, come ieri ha giocato arretrato l'olandese, se ci sono i due mediani, possono giocare arretrati Krunic e Adli senza andare nel pallone.

Tornando alla partita di ieri, passato in svantaggio, il Diavolo ha pareggiato subito, anche perché era schierato bene e in grado sia di difendersi che di offendere. Segnava Leao su rovesciata dopo un'azione non linearissima. E rischiando il raddoppio avversario, alla fine i rossoneri passavano in vantaggio con un colpo di testa imperioso di Giroud su cross di Hernandez, all'esito inatteso di un'azione rocambolesca che sembrava aver esaurito i suoi effetti.

Milan-Psg si esauriva con un certo ritardo, per un recupero monstre poco giustificato concesso dal signor Gil Manzano. Manzano ha anche consentito a Skrinlar di randellare in maniera vergognosa per tutto il match, ammonendolo solo a pochi minuti dalla fine. Il PSG è decisamente più importante, almeno per ora, di una società come il Milan che non gode più di molto prestigio, anche perché se in società ci sono dei nesci (almeno per ora) del calcio e vai dichiarando pubblicamente che ti basta qualificarti alla Champions... insomma non ti presenti certo terribile come Conan il Barbaro e non fai impressione neanche ai moscerini. Però Gil Manzano ha dimostrato di essere un grande arbitro, perché alla fine, in un mondo in cui c'è chi è più importante e chi meno, ha lasciato consistenti chance al concorrente meno importante, che il Diavolo ha saputo sfruttare. 

Luìs Enrique ha provato a chiudere la qualificazione ieri, cercando la vittoria anche sul pareggio e, forse, si è lasciato attirare troppo avanti dal Milan, che ha sfruttato gli spazi concessi. Forse non ha capito che, col doppio mediano, il Milan non era la tenera mozzarella di Mondragone visto a Parigi. Mettiamola su questo piano e diciamo che ci sono delle volte in cui è bene essere sottovalutati, a patto di essere ben messi in campo e sfruttare la situazione.

Per chi ama contare le palle gol e i legni, si può far notare che, per quanto entrambe le squadre si siano rese pericolose, il Psg ha preso una traversa con Dembelé e un palo con Lee Kang-in. Ma sono tutti dettagli in fondo, perché nel calcio contano solo i gol, non le palle-gol, i pali e le traverse.

Se mai, viene un po' di rabbia e rimpianto per la maniera in cui i rossoneri, se schierati meglio, avrebbero potuto fare un altro derby oppure essere meno esposti al contropiede contro la Juventus o andare meno nel pallone a Parigi e contro il Napoli sullo 0-2. Perfino le ripartenze dell'Udinese, con un centrocampo meno esposto all'effetto terra di nessuno, avrebbero creato meno problemi. Certo, il risultato lo si scrive sul campo e forse, anche facendo più figura, i risultati sarebbero stati gli stessi. Ma l'uomo solo nelle praterie del centrocampo basso non ha dato una mano, anzi è stato un handicap in tutti quei casi.

Ora il Milan ha percentuali di qualificazione non lontane da quelle del Psg e del Borussia e superiori a quelle del Newcastle. Pioli, pertanto, ci pensi bene a ragionare nei soliti termini: "Scampato il pericolo, ora dimostrerò a tutti che avevo ragione io". E' il peccato di presunzione che ha compromesso diversi obiettivi rossoneri durante la sua gestione. Le squadre non sono opere d'arte d'avanguardia, bensì commandos, quelle sporche dozzine (includendo il tetnico) che devono portarti la testa degli avversari. Per il ritorno economico della società e per la gioia dei tifosi.

La barca è ancora a pochi metri dalla cascata e non precipita perché è ancorata. State attenti a non fare errori.