A quando da noi? Così il commentatore di Sky durante la strepitosa partita tra Liverpool e Manchester City. Due squadre che in campo se le danno, calcisticamente parlando si intende, di santa ragione, due squadre che da alcuni anni determinano la bellezza al vertice del calcio inglese, due squadre che dopo 90 minuti vissuti senza sosta, senza sbadigli, senza se e ma, si abbracciano al fischio finale per congratularsi di quanto dato in campo. Si dirà che in Inghilterra funziona così. Rispetto, competitività, intensità. Un campionato che da anni spadroneggia il calcio mondiale, che dà spazio ai giovani, che ha mille perchè. Certo, è una calamita incredibile di capitali stranieri, è un calamita formidabile di giocatori spettacolari, sta crescendo a livello di Nazionale, gli europei persi ai rigori significheranno qualcosa e stiamone certi che nei prossimi Mondiali gli inglesi si confermeranno, ancora. A quando da noi? Cosa? Un calcio senza sosta, dove la palla non finisce fuori dal rettangolo di gioco per una decina di minuti, dove si gioca per vincere, con ritmo quasi danzante, dove sai che non puoi distrarti neanche un secondo, perchè quel secondo che hai smarrito può essere determinante.

Noi giochiamo con lentezza, e vediamo cosa significa ciò quando affronti le grandi d'Europa, il calcio tartaruga contro il calcio lepre, verrebbe da dire. Eravamo tante così noi, eravamo una fabbrica di portieri, di difensori, di allenatori, dei migliori arbitri, qualche volta abbiamo piazzato attaccanti superlativi, eravamo un campionato dove si veniva se non a giocare gratis poco ci mancava. Eravamo tante cose, lo sappiamo e ogni volta che vediamo gli altri andare a mille, ti chiedi il perchè noi continuiamo a camminare con il passo della tartaruga. E soprattutto perchè non siamo più una fabbrica di portieri, di difensori, di arbitri, di allenatori come lo siamo stati per anni. A quando il ritorno in cima alla piramide? Sarà solo possibile in questo calcio solo se il calcio inglese crollerà e collasserà da solo, se ciò non accadrà non resterà che continuare a fare quello che stiamo cercando di fare, anche se oggi si va più a tentativi improvvisati che altro, per migliorarci, per scopiazzare dagli inglesi, ma oramai il distanziamento è troppo evidente, è troppi ampio è troppo tutto e alla fine non ci resta che rifugiarsi in quella speranza di quell'interrogativo, a quando, che alla fine altro non è che un voto ad un santo del calcio che possa fare ciò che noi umani mortali in Italia in questi ultimi vent'anni non siamo riusciti neanche a concepire.  E cosa stiamo cercando di fare noi? Semplice, di sopravvivere, tutto qui.