A pensar male, si dice che si fa peccato, ma spesso si indovina! Ma qui ormai  a pensar male non solo non si fa più peccato, ma è un esercizio di temprata e giustificata pazienza che il calcio visto dalla parte bianconera esercita con immensa rassegnazione. Solo un ingenuo e fuorviato individuo non può pensare che quello visto all'opera contro la squadra juventina puzza maledettamente di marcio!

La presa è a tripla tenaglia, dalla giustizia (ingiustizia direi) sportiva, alla giustizia ordinaria e, ormai da qualche anno dall'associazione arbitri, che si sperava dopo l'esautorazione di D'Onofrio, finalmente cominciasse a cambiare registro.
Quel che è successo a Torino domenica sera è surreale! E riprendo le parole del Mister Allegri, che un'annata così non l'ha mai passata nella sua vita, e nemmeno pensava mai lontanamente di attraversarla. Eppure tutto comincia con questa maledetta storia delle plusvalenze. Un giudice napoletano che vive a Torino, mosso dal suo odio verso la Juventus, dichiarato più volte, comincia a fare un'indagine sui bilanci della squadra bianconera. Nasce anche da una lettera della Consob, la quale contesta alcune poste di bilancio, anche se forse ne chiede, come di solito succede, una precisazione sui contenuti e i modi di applicazione contabile. Infatti la stessa Covisoc, che aveva inviato la missiva, ritratta poi la questione, dicendo che però il bilancio non presenta anomalie, se non il fatto che è fortemente in perdita.
Ma avere un bilancio in perdita non è un reato, semmai può essere la conseguenza di fatti accaduti indipendentemente dalla volontà dei vertici aziendali, come ad esempio una pandemìa, che ora sembra per alcuni non ci sia mai stata, ma che oltre a colpire le famiglie di migliaia di persone, morte a causa del virus, ha pure indebolito la capacità di reddito dell'intero paese, eccezion fatta per qualche fortunato dipendente statale, come magistrati e procuratori, che lo stipendio lo hanno preso ugualmente, grazie a queste aziende che nonostante la difficoltà, hanno  pagato  le tasse, permettendo alla finanza statale e altre categorie meno fortunate di sopravvivere.
Ma a queste vicende processuali, non ancora arrivate a dibattito in aula, si intromette subito il prode Chinè, ex procuratore della Repubblica in quel di Latina, dove si svolse un processo per passaporti falsi, imputati Inter, Recoba  e Oriali. In quel caso il buon Chinè non infierì sui malcapitati, forse perché oggigiorno, chi non ruba presso un ufficio comunale dei certificati in bianco, e poi li falsifica per permettere a un giocatore di potere ottenere la qualifica di comunitario, senza passare da un esame di italiano a Perugia?  
Lo fanno tutti, ed ecco un bel passaporto per lei, fresco, fresco di stampa. Ed infatti Oriali e Recoba presero una condanna lieve, mentre a livello di giustizia sportiva, che poteva costare la retrocessione per l'Inter, non avvenne praticamente nulla. Oggi Oriali, condannato dalla giustizia ordinaria e dalla giustizia sportiva, può sedere sulla panchina della nostra Nazionale, mentre Moggi, purtroppo non può neanche sfiorare la tribuna di uno stadio, che subito qualcuno lo indica al pubblico ludibrio e si tenta di trovare un'altra "bega" per la Juventus, correndo ad interrogare Pessotto, chiedendo sui suoi contatti con Moggi. La risposta è stata: "Ci conosciamo da anni, e non vedo perché in una zona fuori dal campo di gioco io non possa interloquire con lui!". E qui se non c'è malafede, forse si sta pensando che il nostro amato procuratore abbia solamente fatto il suo dovere, ma purtroppo dimentica spesso di farlo in situazioni analoghe. La lista è lunga, la tralascio per brevità.

Ma torniamo alle imprese di Chinè e Torsello, giudici della corte federale sportiva. Si inventano un processo per le plusvalenze della Juventus, dimenticando alcune cose. La prima, che la plusvalenza non è irregolare, ovvero non è codificata come violazione di legge. La seconda che se c'è irregolarità, si fanno in due, quindi l'altro soggetto perché non è indagato? Terzo, se hai già emesso una sentenza di assoluzione, perché ci ritorni sopra? E alla fine grazie alle carte messe a disposizione dal suo "amico" Santoriello, riesce a riportare a giudizio la Juventus sul medesimo reato. Stavolta ottiene più del massimo, propone nove punti, ma i giudici per non deluderlo ne affibbiano quindici! Inoltre riesce a fare condannare con pene ed inibizioni piuttosto lunghe tutti i vertici della Juventus, colpevoli, non si sa ancora di cosa, ma sicuramente di avere parlato al telefono. Ma la cosa che fa gridare vendetta è che alla Juventus viene praticamente negata ogni possibilità di difesa, non consentendo l'accesso alle carte processuali, se non per periodi troppo brevi, e non facendo nessun contraddittorio sui tesserati oggetto delle intercettazioni, quindi prendendo le intercettazioni e manipolandole giuridicamente da far suo,  integrandole nel processo e dicendo praticamente: questa è la verità!

Quale verità? le intercettazioni non sono una prova per la sola esistenza, e nessuno ha mai chiesto lumi agli interessati, e si è persino usata una fattura corretta, perché sbagliata, per indicare una contraffazione, che invece non c'era, poichè la fatturazione è elettronica, la fattura in questione era solo un insieme di errori con le annotazioni da correggere. Se fai una fattura con errori riguardanti le parti essenziali, rischi di essere denunciato dall'Agenzia delle Entrate. 
Ma non finisce qui, perché la Juventus si appella al tribunale del Coni, ma sembra che anche qui abbiano emesso una sentenza veramente inquietante, con la negazione del diritto agli imputati di un giusto processo. E l'avere ridato momentaneamente i punti vuol dire solo che ributtano la palla avvelenata nel campo della corte federale per le correzioni del caso. Anche qui pensare male... sicuramente il Chinè qualche amico al Coni ce l'ha, indubbiamente, e si è visto! Intanto in questo via vai di punti e penalizzazioni, il campionato va avanti, ma stancamente. Non si sa ancora come finirà, se i quarti saranno secondi o i primi terzi, oppure qualcuna verrà retrocessa, insomma un casino totale. 

E il povero Allegri in mezzo a questo guazzabuglio che deve fare? Entrare in campo con queste sensazioni non è facile, i ragazzi si stanno chiedendo cosa succederà, ma nessuno può dirlo. Intanto anche loro, per non farsi mancare niente, devono vedersela con l'altra giustizia: quella arbitrale! Dalla partita con la Salernitana in avanti è un continuo penalizzare la squadra in ogni modo. E qui potrei dire che non sono fesso, perché se volete vi stilo il vademecum di come fare perdere una squadra, ed apparire lo stesso un buon arbitro. Innanzitutto si arbitra all'inglese, nel senso che si entra duro e non si fischia fallo, ma attenzione, se per caso lo fa la squadra da penalizzare, si fischia subito e arriva un bel cartellino giallo. Poi si continua a premiare sempre gli avversari della squadra da penalizzare, fischi a senso unico, si fa finta di essere clementi sulle proteste, ma a quel punto se qualcuno dice mezza parola, così a "random" si estrae un altro cartellino. Naturalmente qualche fallo in attacco se si riparte in contropiede, non vogliamo fischiarlo? Sfido chiunque ad entrare in campo e vivere questa situazione. Si perde la voglia di giocare, e si ha paura di ogni intervento, perché se non sei più che pulito, sei fritto, fischio in arrivo. Se poi per caso segni, allora arriva la moviola tipo Ris e Ros, si taglia il capello in quattro, si vede se già negli spogliatoi c'era il fallo iniziale, poi si analizza la figura intera e quella dimezzata, quindi si chiama l'arbitro all'"on field review" e si annulla.
Ma se invece succede, come a Roma, che il giocatore avversario fa un fallo enorme al difensore juventino, allora si convalida, dicendo che lo juventino ha simulato. Naturalmente rigori decisivi neanche a pagamento, semmai se vinci già tre a zero, allora si può anche dare. Ma l'altro sporco trucco è quello di permettere al giocatore avversario di commettere  fallo  sul difensore antipatico e permettergli di giocare in superiorità numerica vicino alla porta avversaria.
Si veda l'intervento di Theo Herandez su Cuadrado, nella partita contro il Milan, che costò alla Juventus il primo gol, alzato da terra, ma "era gioco maschio", per poi penalizzare un'entrata a mio avviso leggera di Milik, che anticipa Lobotka, ma questi cosa fa? Si butta per terra come indemionato( alla napoletana) e al var non chiedono di meglio che fare la rivisitazione del fatto, obbligando Fabbri ad andare a rivedere la questione. Si sa che se il var ti chiama, dargli torto mette male, e così facciamo la festa alla Juventus, che tanto in caso di dubbio bisogna penalizzarla.
E qui c'è a mio avviso un grosso errore, perché il Var non dovrebbe richiamare l'arbitro su di un fatto che lui aveva visto bene dal campo, essendo a due metri dall'azione, non ne aveva la competenza. Ma si sa, le regole contro la Juve non solo si inventano, ma si cambiano se serve a penalizzarla. E' da notare che questo metodo viene impiegato da anni in campo internazionale, probabilmente su ordine di Ceferin e compagnia. 

Mi chiedo alcune cose. Ma questi arbitri, come fanno a esser sereni se sicuramente vengono, come dire, pressati da qualcuno, che come minimo gli prospetta lo spettro di non fare carriera se non penalizzano i bianconeri? 
Chi ha una coscienza la tiri fuori, parli, perché poi le cose si sanno. Dire cosa vi diceva D'Onofrio, di come impostava le partite, perché oggi chi pensa di avere il potere, potrebbe domani essere quello che finisce nella polvere. Perché un continuo stillicidio di azioni poco chiare e non osservanti delle regole del diritto, prima o poi un tribunale serio le giudica. Ed allora si riscrive tutto, e ricordo che qui sono in ballo anche danni patrimoniali, perché qualcuno ha detto che la Juve paga il fatto di essere quotata in borsa, ma se qualcuno la danneggia, migliaia di risprmiatori possono chiedere i danni e l'azienda pure.
Meditate, perché qui altro che puzza, siamo nella fogna più melmosa, e solo gli sprovveduti e i noncuranti possono credere che ci sia solo un colpevole.

Un altro appunto lo farei al "Pampa" Sosa e alla signora Carolina Morace. Quando Marchisio, alla Domenica Sportiva, vi ha fatto presente che Milik protegge la palla, non si può controbattere che si difende solo con il corpo, perché come poi fatto notare dallo stesso Marchisio, ogni domenica vengono fischiati rigori nella medesima situazione, ovvero dell'attaccante che mette il piede davanti al difensore.
Forse, il loro essere tifosi gli ha fatto dimenticare come si gioca in campo, specialmente il "Pampa" specialista in furbate del genere!