Domani, il Milan affronterà l'Atalanta in un tardo pomeriggio nel bel mezzo di un week-end lungo. Lo farà come un'armata di un regno senza re (in viaggio per l'Arabia in cerca di compratori e soldi), comandata da un generale che non riscuote molta fiducia e con i ranghi falcidiati da una terribile pestilenza. Questo esercito avrà il compito di farsi strada verso i passi alpini, per marciare verso la Britannia diretto in Northumbria. Affronterà un esercito locale per vincere una battaglia che non servirà a nulla, se non a dare un messaggio ai rivali: il Milan può perdere se l'avversario si rivela migliore, ma non molla nulla e chi vuole il bottino se lo deve guadagnare.

Le possibilità di vincere la guerra, intesa come qualificazione agli ottavi, sono solo teoriche, perché tanto il Milan che il Newcastle sono, di fatto, già eliminati dalla Champions. Non ha senso, infatti, che il Psg rischi di non passare solo per prendersi il primo posto e non ha senso che il Dortmund rischi di non arrivare primo solo per la bella faccia dei Magpies e del Diavolo. Forse, se ci fosse stato il Psg a 10 punti con il Borussia dietro, Milan e Newcastle avrebbero avuto qualche chance, considerato che sulla panchina dei parigini c'è un signore come Luis Enrique. Ma allo stato attuale delle cose non poteva esserci combinazione peggiore di quella che presenta la classifica del girone.

Tutto può succedere, ma è altamente improbabile che succeda.

Oddio, negli anni '90 il Genoa senza più stimoli spinse l'Andria in C con il gol di una giovane riserva (e rissa furiosa a fine match). Quel giorno, il barlettano che sta scrivendo, non passò certo la notte col fazzoletto in mano per le lacrime. Vi dirò anzi che fece fatica a dormire per la gioia. Ci sono una decina di chilometri fra Barletta e Andria, ma per Zardoronz è come se fossero 10000. Newcastle e Milan, quindi, dovranno cercare comunque di vincere perché è sempre possibile un nuovo affaire Genoa/Andria, anche se solo in teoria.

Stando così le cose, inseguendo la seconda piazza, la vincente fra Newcastle e Milan potrebbe ritrovarsi a proseguire il cammino in Europa League. La cosa, peraltro, non procurerebbe problemi al Newcastle perché all'estero sanno bene che non c'è alcun vantaggio nel rinunciare a un traguardo, anche se di secondaria importanza. Il soldi che arrivano sono meno? Sono soldi. I punti per il ranking non valgono per qualificarsi al Mondiale per Club? Be' sono utili per essere sorteggiati in una fascia più alta nella prossima Champions. E poi c'è il prestigio, per bizzarra che possa apparirne l'esistenza. 

In termini agonistici, l'uomo non vive di solo pane (il danaro), ma anzi, sempre in termini agonistici, il pane (il danaro) deve tradursi in successi. Non per i contabili con le mezze maniche, questo è vero, ma i contabili possono rimanere quanto vogliono fino a tarda ora a studiare i tabulati. Se i contabili rimanessero murati nei gabinetti come il ragionier Fantozzi, non sarebbe tutto questo danno. 

Fa specie, pertanto, che ogni tanto spunti qualcuno a sostenere la dannosità dell'Europa League in una stagione e fa ancora più specie che il tifoso spesso si dimostri così ingenuo da crederci.

Nel 2019 il Milan si autoescluse dall'Europa League per compiacere la UEFA che lo voleva fuori dalle coppe per ragioni di Fair Play finanziario. Voci autorevoli spararono la solita palla ovvero che era meglio non giocare la coppetta, per ritrovarsi in Champions League o scudettati un anno dopo. Sì, a mio avviso per indorare la pillola ai tifosi, si trasmise un messaggio sbagliato smentito dai fatti: il Milan arrivò solo 7° e quindi ai preliminari proprio di Europa League.

Qualcuno sta ripetendo la tiritera in questi giorni, sostenendo che al Milan converrebbe arrivare 4° nel girone di Champions, se non potesse arrivare 2°, in nome dei luoghi comuni contro l'Europa League già esposti in alto e che negli altri paesi farebbero ridere chiunque, ma che in Italia sono presi molto sul serio. L'Italia è il paese della retorica, come sosteneva Gassman nel film "Il profeta" e quindi anche dei luoghi comuni.

Forse, come nel 2019, si sostengono certe cose per scopi ben precisi. Magari ci si prepara a tenere indenne da responsabilità il tecnico più protetto dalla stampa nella storia del calcio italiano. E' possibile che si voglia proteggere una proprietà che dà l'impressione di andare in giro porta a porta per cercare finanziatori, magari per rivendere ciò che ha comprato un anno e mezzo fa. In tal senso, ci sono le smentite e sarà anche tutto falso, ma... ma attenzione che le smentite sono d'obbligo se le trattative sono coperte da un accordi di riservatezza.

No, comunque vadano le cose fra Borussia e Psg, il Milan deve giocare per vincere e metterci la faccia, non vergonandosi di perdere avendo cercato la vittoria. E citerò alcuni versi del Bhagavad-Gita: "Fa in modo che l'afflizione e la felicità,/la perdita e il guadagno,/la vittoria e la disfatta/siano uguali per la tua anima,/poi lanciati nella battaglia. Così non peccherai.". Ma è difficile portare avanti questa filosofia in una società come il Milan, il cui presidente è convinto che, in fin dei conti, se vai in Champions, hai raggiunto comunque un risultato minimo. 

La cosa divertente è che, secondo gli standard di Scaroni, il Milan è messo benissimo in campionato, visto che è terzo e ha comunque alcuni punti di vantaggio sulle quinte, che oltretutto non mostrano di essere treni ad alta velocità. I 6 punti di svantaggio dal primo posto potrebbero anche aumentare domani sera, visto che l'impegno nerazzurro di sabato è, tutto sommato favorevole all'Inter, ma ai padroni del vapore rossonero interessa solo essere ben messi per la Champions.  Nessun patema quindi deve accompagnare i rossoneri a Bergamo, perché qualunque risultato ne scaturisca, per ora non si romperebbe il giocattolo Milan in vendita sulle bancarelle del Baharein o di Dubai. 

Nei fatti, invece, il Milan deve stare attento all'aria dimessa con cui la Dea si presenterà in campo, dal basso della sua posizione di centroclassifica. I trend negativi sono fatti per essere interrotti e spesso si interrompono contro il Milan.

A Newcastle, poi, il Milan troverà un esercito rimaneggiato per la mancanza di Botman, Lognstaff, Callum-Wilson e Pope. Dal momento, tuttavia, che il Milan è messo anche peggio, ci sarà poco da stare allegri.

Comunque vadano le cose, però, non ha senso discorrere troppo di rave e fave, di assenze o presenze, di calcoli vari sull'importanza di una coppa o dell'altra... di bastoni spade e denari. Perché guardi la classifica del campionato e puoi concordare che Inter e Juventus sono favorite. Lo dicono i numeri. Puoi concordare che l'Europa League non è così importante come la Champions. E' fatto notorio. Non puoi, tuttavia, lasciarti smontare da coloro che ti buttano giù facendoti credere di essere un minga bùn, un poveraccio costretto a rinunciare a dei traguardi per raggiungarne altri.

No, come dice John Belushi in "Animal House": "E' finita solo quando la diciamo noi". Inter e Juventus per lo Scudetto, come il Newcastle in coppa (anche l'Europa League), dovranno sudarsi i loro traguardi perché il Milan non deve rinunciare a niente. 

Ricordate che a gennaio del 2022 il Milan avrebbe dovuto sentirsi frustrato sul mercato perché l'Inter aveva preso Gosens e Caicedo. Se ci fosse cascato, non avrebbe vinto quello scudetto.  Lo ricordino tutti.

A proposito, si apprende dalle dichiarazioni di Pioli che Krunic non parte titolare perché è fuori forma. Meno di 10 giorni fa, tuttavia, questa mezza ala fuori forma è stata mandata allo sbaraglio come centrale difensivo contro il Borussia Dortmund. Come cala rapida questa forma! Ma siamo uomini o caporali? Dai!