Domani sera, si disputerà Napoli-Milan.
Non so come finirà né, in fondo, mi interessa saperlo ora.
Chi si interessa di sedute spiritiche sa che c'è una regola fondamentale da rispettare, quella di non chiedere mai agli spiriti la data della propria dipartita. E l'esito di una partita di calcio può essere paragonato a una sentenza capitale, per cui non deve essere predetto, esattamente come è tabù la data in cui lasceremo questa valle di lacrime. Che sia sofferenza o gioia, lo si saprà a tempo debito.

Napoli-Milan potrebbe rivelarsi la terza tappa di un nuovo Black January rossonero (il rischio c'è...). Così come potrebbe rivelarsi la solita ripresa dopo l'ennesima figura di quelle che non finiscono più, una figura di pupùQueste riprese illudono i tifosi e ringalluzziscono i sostenitori di Pioli, la cui Premiata Ditta è specializzata in periodici tonfi clamorosi e vergognosi dal 2019. Fu, infatti, a dicembre di quell'anno che il tecnico fece ai tifosi un regalone di Natale che non si può scordare: la sconfitta di Bergamo per 5-0 con Gasperini che saltava al ritmo di chi non salta è rossonero. Da allora il Milan è una squadra a orologeria, il cui timer può indicare da un momento all'altro che è l'ora dello spegnimento automatico. I tifosi del Diavolo sono condannati a diventare, quando scatta l'ora, lo zimbello di tutte le tifoserie d'Italia.

Qui bisognerebbe aggiungere un'altra cosa ovvero che la Premiata Ditta Pioli è una ditta a responsabilità limitata, molto limitata, anzi inesistente. Tonfo dopo tonfo, figuraccia dopo figuraccia, la costante dell'attuale gestione tecnica è la totale irresponsabilità del tecnico per qualsiasi cosa succeda. Legibus solutus, svincolato dal rispetto di qualsiasi legge, Stefano Pioli non ha mai colpe.

A costo di rivoltare la realtà come un calzino lurido, ora c'è chi afferma che le colpe per i problemi rossoneri non sono ascrivibili a Pioli e sapete perché? Perché in estate non è stato acquistato un centravanti in grado di reggere l'attacco rossonero da titolare.

Ora, è verissimo che Giroud a 37 anni non può reggere da solo il peso di un attacco e che questo è un limite importante per il Milan. A questa affermazione, tuttavia, si potrebbe opporre che, fra i giocatori nati a partire dal '60, solo Maradona poteva andare in gol senza ricevere palle giocabili. Quante palle giocabili ricevono gli attaccanti del Milan? Non molte. Le palle giocabili dipendono molto dagli schemi e dalla tattica, oltre che dalle capacità individuali dei compagni di servire assist smarcanti o cross al bacio. 

Alla fine, comunque, possiamo ritenere un limite effettivo del Milan il mancato acquisto di un centravanti di qualità e rendimento.

Il problema è che a fine agosto, il coach all'americana del Milan, Stefano Pioli, ha avallato pubblicamente in un'intervista il lavoro della dirigenza, ringraziandola per avergli messo a disposizione i giocatori che aveva chiesto. Ipse dixit! Qui casca l'asino, sull'ipse dixit. E l'asino casca pesantemente su quei signori che ora vorrebbero liberare il signor Stefano Pioli da ogni responsabilità, facendolo passare per l'ennesima volta come una personcina umile e sfortunata, bersagliata dalle conseguenze degli errori altrui.

E no no no, forse un po' di sprovveduti potranno andare dietro a certi signori, ma il sottoscritto no. Chi scrive ha la sorte di godere ancora di buona memoria e non ha ancora l'Alzheimer.
Certo si potrebbe ipotizzare che Pioli abbia fatto da parafulmine alla dirigenza, ma non consiglio né a lui né ai suoi devoti amici di sostenerlo.
Reggere il gioco fino a questo punto, significherebbe essere il Paganini del XXI° secolo e getterebbe un'ombra sgradevole su quella sparata di fine maggio in cui Pioli sconfessava le posizioni di Maldini. Voce grossa con chi sta per andare via e serenate au clair di lune verso chi sta prendendo le redini della società?

No, se Pioli ha affermato di aver avuto una voce importante nella scelta dei giocatori, ringraziando la società per averlo accontentato, vuol dire che è un padre autorevole dell'ultimo mercato (e qui ci dovremmo metterci anche qualche cessione, a mio avviso frettolosa, come quella del duo belga De Ketalaere-Saelemaekers). Deve essere così e non conviene neppure a Pioli o ai suoi sostenitori dire il contrario.

Cuius est commoda, eius et incommoda, secondo un famoso brocardo. Chi trae vantaggio da una situazione deve accolarsene anche gli svantaggi.

Le responsabiità di Pioli non manlevano la dirigenza, Furlani e Moncada, dalle proprie. Ma Pioli deve assumersi le sue, proprio perché non solo non si è dissociato neanche in parte dall'operato di chi lo ha confermato sulla panca, ma anche in quanto lo ha espressamente ed esplicitamente avallato.

Il risultato di Napoli-Milan non cambierà la situazione. Il Milan potrebbe fare risultato, magari vincere, come poi arrivare alla qualificazione in Champions sul filo di lana. E' già successo che il Milan si sia ripreso dai tonfi rovinosi e risuccederà. Le riprese sono una costante come le cadute, ma le cadute hanno comportato e potrebbero comportare una moria di obiettivi, anche primari.

Pensateci, dal 2019 si sono succeduti contesti dirigenziali e di mercato diversi. Nel 2019 l'annata l'aveva impostata Giampaolo, mentre nelle stagioni successive l'ha fatto Pioli. E' passato Ibra da Milanello, l'uomo che doveva far crescere il Milan. Sono cambiati i dirigenti, nel senso che prima ha lasciato Gazidis, poi Maldini ha dovuto cedere l'area tecnica a Furlani e Moncada. Alla fine, però, la costante è stata la presenza di Pioli.

Tutto scorre, come sosteneva Eraclito, ma non Pioli.

Quanto agli infortuni seriali, poi, si tratta di una specie di convitato di pietra sul quale sta calando l'ennesimo silenzio. In ogni caso, con tali infortuni, il mancato acquisto di un centravanti non c'entra assolutamente nulla.

Chi scrive accetta tutto, ma non di essere preso per i fondelli da chi vorrebbe cambiare le carte in tavola. E qui c'è qualcuno che crede davvero di trattare i tifosi del Milan da babbei!