La squadra sta ritrovando la forma psicofisica che conoscevamo.
Bisogna credere che il merito sia prima di tutto dei giocatori e dell'allenatore. Gli accorgimenti attuati a livello tattico, dopo le sberle di gennaio, hanno mostrato che ci si può fidare di Pioli e che sa anche essere umile nei fatti, anche se a volte a parole, giustamente deve segnare sempre il punto, non per spavalderia ma per difendere un lavoro quotidiano e difendere i ragazzi in difficoltà. Ibra in panca e sul campo, non passa inosservato e sono certo che anche questa componente sullo spirito dei più smarriti, si è fatta sentire.

Il caso Thiaw rispetto a CDK dà il peso dell'importanza mediatica in questo mondo calcistico.
Mi sono persuaso che Pioli, come non ha schierato Thiaw fino a una settimana fa, così come non vede ancora Vranckx e Adli, sicuramente avrebbe aspettato a lungo e tutelato anche Charles, per consentirgli l'esplosione positiva come per Malik. Ma sia noi (per secondi, perché per primi sono stati i tamburi della carta stampata e degli addetti ai lavori) abbiamo forzato la mano, tanta era l'attesa di vedere facce nuove e pubblicizzate come grandi promesse, al posto di quei pur bravi, ma giocatori di medio livello come Messias, Diaz o Saelemakers. La voglia di un nuovo "Kakà".

Abbiamo forzato, esagerato.
Gli intendimenti di Pioli sui giovani sono chiari, conservativi, forse eccessivamente prudenti, ma probabilmente da uomo di campo e professionista, ha ragione lui. Non credo alla storia che la dirigenza abbia imposto l'utilizzo di CDK per poi dover constatare che si trattava di un acquisto ancora acerbo, per l'anno in corso. L'errore della dirigenza forse è stato solo Origi. Pensare ad un attaccante logoro e fuori contesto, invece di cercare a centrocampo un maturo giocatore alla Kessie. Ma probabilmente i soldi a disposizione per forza dovevano portare a fare un all-in su qualcuno che ci portasse "futuro". Non siamo più oggi come politica societaria e visione, una Juve o un Milan Berlusconiano.
A chi dobbiamo credere quindi?
Io penso che dobbiamo affidarci "ai nostri colori", portati addosso con orgoglio da un gruppo di giocatori staff allenatore e dirigenti che credono nel loro lavoro amano i tifosi.
Chi temo invece è questa proprietà, che non mi convince nei modi, che non fa trasparire ne affetto ne voglia di investire, al di fuori della auto sostenibilità, che vive di merchandising e pervicacemente insiste sul business dello stadio...
Ecco a chi non credo.
Forza Milan!