Se è vero che i giudizi generali sono condizionati dalle singole prestazioni sportive, è altrettanto innegabile che c'è la tendenza di variare troppo facilmente sia le opinioni sulle singole formazioni, che le previsioni generali su chi vincerà il Campionato. Un futuro, che è bene ricordarlo, dista  ancora dodici partite, con 36 punti a disposizione, recuperi esclusi.

Prima di addentrarmi in un'analisi più articolata, è d'obbligo una precisazione, io scrivo del MILAN, da tifoso e rivolgendomi a chi ama gli stessi colori, non HO CERTEZZE, ma un'età e un'esperienza tale da poter addentrarmi in argomenti di cui ritengo di sapermi destreggiare. Non scrivo quello che deve piacere, ma quello che penso. Ciò mi porta spesso a cercare analisi totalmente diverse dalla gran parte dei commentatori, proprio per stemperare quei "luoghi comuni" a cui è fin troppo facile accodarsi, ma è solo una velata provocazione, di facile comprensione per chi mi segue in questo piacevolissimo percorso, meno per gli altri.

Ma torniamo al campo.
Ad inizio campionato la favorita alla vittoria dello scudetto era, come sempre, la Juventus. Era stato sufficiente il ritorno di Allegri e la cacciata di Pirlo, per assegnare il titolo, senza incertezze. Staccata l'Inter, privata più del suo condottiero Conte, che del trio, Lukaku, Hakimi e Eriksen, sostituiti in modo più che positivo dal sempre bravissimo Marotta. Quindi il Napoli, allenato da uno Spalletti in cerca di rivincita e ancora leggermente più indietro, Atalanta e Milan, con la squadra orobica favorita sui rossoneri di Mister Pioli, indeboliti dalle partenze del portiere e del turco. Le squadre romane non erano minimamente prese in considerazione, se non per i due allenatori, Special one e Sarri, sempre molto considerati da una stampa spesso fin troppo distratta. L'inizio complicato della Juventus e la contemporanea partenza di CR7 avevano indirizzato subito gli addetti ai lavori a mutare il giudizio iniziale. Milan e Napoli avevano accelerato e dopo dodici giornate erano appaiate con 32 punti, con l'Inter a rincorrere e i bianconeri già ai titoli di coda. Quindi, Inter e Napoli favorite e il "povero Milan" destinato solo a potersi qualificare alla Champions, rivali permettendo. Il crescendo della squadra allenata da Simone Inzaghi abbinata alla contemporanea frenata di Napoli e Milan, non tanto casuale, ma condizionata da numerosi infortuni, metteva tutti d'accordo: SCUDETTO E STELLA, ALL' INTER.

In questo coro unanime, i tifosi milanisti, avviliti da una serie di infortuni, di cui ogni più logica spiegazione, appare ugualmente incomprensibile, privati per tutta la stagione di un pilastro della difesa, come è stato Kjaer, senza aver sostituito il turco e con Diaz a fase alterne, sperava, attraverso il mercato invernale, di poter usufruire di forze, "forti e fresche", per tenere la speranza viva fino all'ultima giornata.
Ciò non è successo. Il crollo dell'Inter, poichè di questo si tratta. Una squadra che raccoglie cinque punti nelle ultime cinque giornate, subendo due sconfitte e battendo di misura solo il Venezia, 2 a 1, a cui mancavano sette titolari, colpiti da Covid, è logico che spalanca uno scenario totalmente diverso a quello di un mese fa. Chi pensava che Lautaro Martinez diventasse l'ombra del giocatore ammirato solo un anno fa? Ma specialmente dove sono tutti gli opinionisti che accreditavano Simone Inzaghi, come un Top allenatore? Non è tanto la sconfitta contro il Sassuolo che deve preoccupare, gli emiliani sono avversari ostici da affrontare per tutti, ma la difficoltà a trovare la via del gol e la trasferta di Genova sarà un test probante sulle loro reali condizioni. Il Napoli è atteso da due incontri che potranno chiarire molte cose, la Lazio e il Milan, ma gli impegni di Europa League, Barcellona permettendo, gli infortuni e i rinnovi di contratto che anche per loro stanno creando qualche malumore, non sono di facile gestione anche per un allenatore esperto come Spalletti.

Ed eccoci finalmente al Milan. Il pareggio di sabato sera a Salerno aveva demoralizzato tutto l'ambiente. Le voci storiche del tifo rossonero, da Pellegatti a Suma, a non capacitarsi per l'occasione sprecata a cui hanno fatto seguito cori di lamentele e condanne, come se non avessimo la "razionalità" di capire pregi e difetti di questa squadra che tanto amiamo. 
Montagne di critiche, anche giuste e comprensibili, al sabato sera, ma poi svanite alla domenica, quando la sconfitta dell'Inter ha regalato un punto di vantaggio, tanto gradito quanto insperato. Vi chiedo scusa, ma non partecipo a questo modo di analizzare le situazioni. Ho sentito e letto una montagna di ovvietà, la più assurda ? "Il Campionato si vince o perde, in provincia". Peccato che se non vinci gli scontri diretti, navighi a metà classifica, perchè le avversarie hanno quei punti che gli sono stati sottratti. Non capire che la partita fondamentale da vincere, era il derby, significa essere distanti da ogni logica. Chi non sà, che per quanto incomprensibili e ingiustificabili, i cali di concentrazione sono prassi in ogni disciplina sportiva, superati dalle grandi squadre o dal singolo, per qualità che non tutti hanno? Chi non capisce che in un campionato, livellato verso il basso, con molte squadre che lottano per non retrocedere, sarà sempre più difficile vincere quelle partite che sembravano passeggiate ? Per vincere il Campionato bisogna arrivare davanti alle avversarie, punto. Non è importante con quale punteggio o con quanti punti di vantaggio.

Il Milan è la squadra più forte del campionato? NO. Il Milan era la squadra favorita per la vittoria finale? NO.
Il Milan può vincere lo scudetto? SI'. Scrivo sì, più con il cuore che da motivazioni logiche e a 12 giornata alla fine posso solo confidare su una probabilità matematica del 33%, considerando che solo Inter o Napoli sono le contendenti.
Sicuramente influirà la sfida a Napoli, non solo per i punti in classifica, ma per determinare chi, in un eventuale arrivo a pari punti, sarà davanti. Oggi il Milan ha gli stessi punti di un anno fa e il girone di ritorno dello scorso anno, non fu per nulla brillante, subendo ben cinque sconfitte, logico che bisogna fare molto meglio dei 79 punti finali per poter cullare questo sogno. La squadra allenata da Mister Pioli ci ha insegnato che non ci sono avversari imbattibili, ma allo stesso tempo come sia facile sbagliare una partita. Ma ci ricordiamo lo scorso anno quando alla penultima di campionato il Cagliari, salvo e festoso in albergo fino alle sei di mattina, impose il pareggio a reti bianche, costringendo il Milan a fare risultato a Bergamo per non essere fuori dalla Champions ? In attesa del risultato del Napoli a Cagliari, delle prime dieci in classifica solo la Fiorentina ha vinto e, oltretutto fra mille polemiche, per un gol apparentemente regolare annullato all'Atalanta. Questo per completare il quadro.

E' innegabile che l'assenza di Kjaer pesa, così come la consapevolezza che Kessie sia destinato ad andar via, toglie serenità, ma bisogna guardare avanti, sperare che Rebic trovi la forma migliore, che Mister Pioli sappia trovare soluzioni alternative se Diaz non riesce a riproporsi ai livelli più alti, che la squadra sappia ripetere ciò che ci ha già mostrato a prescindere dall'avversario.
Colgo l'occasione proprio per prendere le difese dell'Allenatore. E' vero che i due giorni di riposo alla squadra sono apparsi incomprensibili, così come spetta a lui tenere alta la concentrazione, ma lui adotta altri metodi, non vuole affaticare la squadra, anche mentalmente, per non rischiare di "scoppiare" e fino ad oggi i risultati gli danno ragione.
Ecco perchè continuerò le mie analisi stemperando ogni eccesso, perchè solo quando la matematica ci avrà condannato a non cullare alcuna aspettativa, solo quel giorno, mi potrò arrendere e fra mille rimpianti.