Qualche settimana fa partecipai ad una live su Twitch e mi chiesero di fare un pronostico su un gruppo di partite relative a Milan, Inter e Napoli fino alla venticinquesima giornata. Nel calcolare la classifica, aggiornata con i miei risultati, sarebbe risultato il Milan davanti all’Inter, senza contare il recupero della partita col Bologna.
Visto come sono andate le cose, la mia non è stata certamente bravura, ma solo frutto della fiducia e dell’ottimismo che, nonostante tutto, trasmette l’ambiente Milan.
Una società sempre attenta nel riuscire a comunicare i propri intendimenti, offrendo le informazioni in modo chiaro e preciso, e questo modo di fare, di operare, è stato trasmesso sia alla squadra e, di rimbalzo, ai suoi tifosi.
Io ero e rimango ottimista sul campionato del Milan ritenendolo in linea con i principi societari e non figlio dell’improvvisazione. Certo, non parlo di scudetto, parlo di campionato d’élite e non nego che se le cose andranno nella giusta direzione nessun obiettivo è precluso. Occorre rimanere con i piedi per terra, senza distogliere lo sguardo dalla realtà, e fornire prestazioni soddisfacenti.
La partita dell’Inter contro il Napoli ha confermato due mie convinzioni: la prima è che avrebbe perso la testa della classifica, virtualmente potrebbe riprenderla, in un campionato sta cambiando in corso d’opera il suo racconto.
Se pensiamo a qualche partita fa, e non sto parlando della notte dei tempi, si parlava di campionato chiuso, di un Milan spento ed in crisi. Che avrebbe rischiato di ritrovarsi lontanissimo dai nerazzurri, fuori dai giochi scudetto, con la possibilità di perdere anche il treno Champions.
Dopo la giornata di campionato appena trascorsa, parliamo di un Milan primo in classifica, parliamo di un Inter che ha perso un po' di quelle che sono state le sue certezze, come la solidità difensiva e che la lotta scudetto, in questo momento, riguarda tre squadre.
Può succedere di tutto ed ecco perché è importante recuperare lo scontro con il Bologna il prima possibile. Più tardi si fa e più si rischia di ritrovarsi in uno scenario modificato ulteriormente.
La seconda cosa che mi è venuta in mente è relativa alla prestazione. Nelle ultime due gare l’Inter ha giocato solo un tempo. Se contro il Milan aveva dominato nei primi quarantacinque minuti per poi spegnersi piano piano, nella gara di Napoli ha dovuto rincorrere i partenopei, che si erano ritrovati meritatamente in vantaggio, per giocare una seconda frazione di gioco migliore della prima ma, nonostante tutto, non è riuscita a portare a casa il risultato rischiando più del dovuto. Aveva un vantaggio importante ed ora lo ha solo sulla carta.
Attualmente, passando ad analizzare il cammino dei rossoneri, il Milan è primo. E non solo grazie alle mie certezze. La partita con la Sampdoria andava preparata al meglio e con la giusta attenzione, i liguri sono arrivati a Milano con l’idea di coprirsi per non concedere spazio e ripartire in contropiede. Con la formazione messa in campo da Giampaolo, che ha schierato all’inizio una difesa a cinque, pronta a mettere in pratica l’idea tattica preparata in allenamento.
Se la gara con la Lazio di Coppa Italia aveva regalato ampi spazi alla manovra rossonera, ieri si è dovuto fare i conti con una Sampdoria che ha cercato di rimanere in partita il più possibile, senza scoprirsi, per poi giocare sugli eventuali errori del Milan.
Neanche il gol di Leao, su assist di Maignan, ha cambiato le carte in tavola. Anzi, la Samp ha continuato a ritmi che non hanno mai impensierito il Milan e servivano solo, eventualmente, a tenere il risultato aperto fino alla fine.
E così è stato. Solo nella seconda metà della ripresa, quando i blucerchiati non potevano rimanere inermi, concedendo spazi al Milan, abbiamo assistito ad una gara che ha regalato ai rossoneri tante occasioni per il raddoppio ma, sia per la bravura del portiere che per le scelte sbagliate, hanno inchiodato il risultato sull’uno a zero. Il Milan inizia alla grande questo trittico di partite (Samp, Salernitana e Udinese) che lo porteranno alla sfida di alta classifica contro il Napoli.

C’è un Milan che vince uno a zero, c’è un Milan che balza in testa alla classifica, e che regala vari spunti di interesse: il primo è dato dalle tante occasioni create e dei zero pericoli corsi all’interno della propria area. Mike più che parare è stato l’assist man della partita, con un lancio lungo e calibrato per Leao. Si è ripetuto proprio come accaduto all’andata e, l’aver dei piedi "sensibili", permette al Milan anche questo tipo di soluzione, in alternativa alla costruzione dal basso.
Alla fine aver vinto con il minimo scarto mette in luce come non sia facile giocare contro squadre che pensano solo a difendersi ma, in questo caso, non aver colto le numerose occasioni che si sono presentate lascia un po' di amaro al sapore della vittoria.
Vincere uno a zero non mi è mai piaciuto. Il Milan con Capello ha costruito scudetti giocando e vincendo con il minimo risultato e altri hanno fatto studi accademici relativi al corto muso. Ma, se hai l’occasione per chiudere definitivamente l’incontro, non puoi sbagliare così tanto come ha fatto il Milan perché, in altre situazioni, ti sei ritrovato a spiegare come una partita già vinta abbia preso una piega diversa.
Per fortuna non è finita come con lo Spezia. Anche lì, come ieri, il portiere è stato bravo a salvare il risultato ed il Milan aveva sprecato tanto.
Lo sbaglio nell’ultimo passaggio o nella scelta finale è una costante di questa squadra che non concretizza per quanto crea. Ieri, l’egoismo e la poca lucidità, insieme alle parate di Falcone, potevano riaprire una gara che ha visto il Milan meritare dal primo all’ultimo minuto, senza rischiare più di tanto.
Ma il calcio che non è una scienza esatta non sempre porta a questo risultato. Non è la prima volta che si raccontano partite dove una disattenzione o un episodio cambiano il corso del match, lasciando rimpianti e rimuginando su quello che poteva essere. Le occasioni sprecate devono essere un monito per il futuro perché non sempre capiterà di crearne così tante e occorre esser maggiormente incisivi sotto porta.

Nonostante questo raccontiamo un Milan che da favorito viene premiato con il primo posto in classifica e con alcuni personaggi al centro dell’attenzione:
Maignan gode della stima e dell’affetto di tutto il pubblico. Preso per fare bene e non per sostituire Donnarumma, beniamino dei tifosi, ogni volta che la palla è tra i suoi piedi è una pennellata sublime ai compagni. Se alle parate aggiungiamo quanto sia abile con la palla ai piedi, possiamo dire che la scelta di venire al Milan sia stata la migliore possibile e che il futuro è in buone mani, pardon… e in buoni piedi.
Proprio i tifosi hanno ricordato come l’amore per il Milan debba essere dimostrato con i fatti e gli insoddisfatti possono tranquillamente andare via. Un avviso sia per coloro che hanno già fatto scelte diverse, sia per coloro che meditano di andare via. Tra questi c’è Kessié che ieri è partito dalla panchina e che ha diviso la tifoseria con i primi fischi che provenivano dagli spalti. L’ivoriano non sta restituendo le prestazioni che sono servite lo scorso anno per andare in Champions e la distanza con la società, per il rinnovo, è sempre molto ampia.
Quello che vediamo non è il vero Kessiè ed è un vero peccato perché il ragazzo ha dimostrato che in questo Milan potrebbe starci benissimo.
A differenza sua c’è un Romagnoli, additato anche lui ad andare via a fine stagione, che sta dando prova di grande professionalità. Il suo contributo in mezzo alla difesa è importante in questa fase, ed apprezzato nonostante il rinnovo sia lontano e il ragazzo potrebbe decidere di fare scelte diverse.

Ecco perchè servirà l’apporto di tutti e Pioli farà le sue scelte in base a chi gli darà più affidabilità, senza guardare in faccia nessuno. Già dalla prossima gara con la Salernitana ci si augura di vedere un Kessiè diverso, un giocatore in grado di fare la differenza ed aiutare il Milan a rimanere in vetta.
La partita con la Sampdoria è stato un test provante di come non bisogna abbassare la guardia da qui fino alla fine del campionato se si vogliono raggiungere sogni e obiettivi dichiarati.