Ho ancora un tarlo che ronza nella mia testa, nasce da tutto quello che ho sentito e letto in questi giorni. Qualcuno ha ridimensionato la vittoria del Milan mettendo in evidenza le “mancanze” del Napoli più che i meriti del Milan.
Se la mancanza è di natura tecnica ci può anche stare perché, in quel caso, può derivare dalla prestazione che il Milan ha messo in campo. Ma quando mi viene raccontato che la squadra di Spalletti ha tirato i remi in barca, sentendo meno questa partita rispetto a quelle che dovrà disputare in Champions, francamente mi viene facile pensare che perdere in maniera così netta, un 4-0 che poteva essere ancora maggiore, non faccia piacere a nessuno.

Di solito chi ha la stoffa del campione non regala niente! Di solito chi domina, se può, non lascia neanche le briciole agli avversari perché la competizione ti porta a dimostrare di essere il Numero Uno. Sempre!
È capitato in tanti sport dove campioni con la C maiuscola, cannibalizzavano la competizione dove erano eccelsi. Senza tirarsi indietro era una dimostrazione di forza per dire “Se posso vinco io!”
E quando ci sono stati momenti in cui qualcosa è stato lasciato sul campo per una serie di motivi, difficilmente non è stato messo in evidenza come, in quella circostanza, la vittoria poteva andare comunque al più forte.
Quindi, bypassando l’idea che il Napoli “abbia fatto vincere” il Milan per mancanza di stimoli, credo che le motivazioni, al di là delle differenze in classifica, avrebbero influenzato positivamente tutte e due le contendenti. Non solo i rossoneri.

Prendiamo il risultato della gara e spostiamo la bilancia a favore del Napoli. Quali sarebbero stati i titoloni dei giornali? Quale sarebbero state le reazioni da parte di chi avrebbe commentato nel post partita una vittoria del genere? Ma soprattutto, quale sarebbe stato il livello emotivo delle due squadre, con un divario che sarebbe cresciuto, un risultato così rotondo e una duplice sconfitta negli scontri diretti?
Sarebbe stato probabilmente un qualcosa di pesante, sarebbe bastato questo per dimostrare che il Napoli avrebbe potuto vincere e non gestire. Giocava in casa, dove i propri tifosi da molto tempo, sono contagiati da un’euforia perché accarezzano sempre più l’idea di vincere un trofeo che manca dagli anni ’90 e dalla possibilità di ritagliarsi un ruolo da favoriti anche in Champions.
Si sono dimenticati di questo e hanno tirato i remi in barca? O probabilmente hanno trovato un Milan diverso da come era stato presentato prima dell’incontro? Un Milan vivo e pronto a giocarsela alla pari.

Ho sentito di tutto. Che alcuni giocatori del Napoli erano stanchi e necessitavano di riposare. Se non l’anno fatto prima era questa la partita adatta per farlo? Solo adesso ci accorgiamo, dopo una sconfitta così pesante, che qualcuno ha giocato troppo e doveva riposare? Allora il Milan che di solito, per varie ragioni, fa giocare spesso i “titolari” cosa dovrebbe dire! Ci si è dimenticato che una delle differenze tra Milan e Napoli, in questa stagione, è che l’attuale capolista poteva contare su una “panchina lunga” rispetto al passato. Mancava la maschera del gol, è vero, ma ci hanno sempre raccontato che non fosse un problema, in quanto fino ad oggi la sua assenza non era pesata, anzi il Napoli aveva sempre vinto. Aveva vinto senza il suo goleador perché sia Raspadori che Simeone lo aveva ben rimpiazzato.
Stavolta non è capitato! Nonostante il Napoli avesse una panchina che gli permette di sopperire alle assenze. Forse più del Milan.
Quindi quelli del Milan, invece, non erano stanchi?

Diciamo che stavolta il Milan ha fatto il Milan. Ha fatto quello che gli permise di vincere, lo scorso anno, il campionato. In grado di mettere in campo più di quello che si poteva pensare grazie all’atteggiamento e alla compattezza, senza concedere quasi nulla agli avversari.
Col Napoli ha concesso possesso palla, ma creato tante occasioni e concretizzato molto. Cercando di trovare la porta senza gestire ma rendendosi pericoloso ogni qualvolta si avvicinava all’area avversaria.
Fino a qualche settimana fa, con un modulo diverso, una delle critiche che veniva fatta era quella di essere poco pericoloso in fase offensiva. Ritornando alle origini, con quella idea di calcio che aveva portato a vincere, trovando il giusto equilibrio con un centrocampo che comprende sia Tonali, Krunic e Bennacer, con quest’ultimo vertice più alto rispetto ai due, oltre a non aver subito in fase difensiva ha fatto bene in ogni zona del campo.

Il mio tarlo ha quindi una risposta. Probabilmente non bisognava guardare a quello che era stato fatto o andare troppo avanti, ovvero alla settimana prossima quando ci sarà la prima delle due sfide di Champions, perché ciò condiziona sia la gara appena disputata che quella ancora da giocare.
Ma se ci fermassimo solo a questa, senza pensare alle altre due o comunque considerandole come un qualcosa a parte, la valutazione sarebbe priva di ogni condizionamento.
​Il Milan domenica ha vinto perché sapeva bene che era importante per la zona Champions. I risultati della domenica imponevano di non perdere altro terreno nei confronti di Lazio, Roma e Atalanta e di cercare di trarre vantaggio dalla sconfitta dell’Inter e, allo stesso tempo, rispondere alle troppe critiche piovute addosso da più parti.
Il Milan quest’anno si è penalizzato maggiormente da solo perché non è stato in grado di avere continuità, l’atteggiamento giusto messo in campo domenica o in altre circostanze (Inter e Juve all’andata, Atalanta, Tottenham, ma soprattutto lo scorso anno) non sempre è stato replicato.
Probabilmente si sarebbe trovato in una posizione di classifica migliore. Senza togliere nulla al Napoli il divario non sarebbe stato così ampio. Non dico che le posizione sarebbero state invertite, perché occorre dare valore e rispetto a quello che il Napoli sta facendo, ma sicuramente ci sarebbe stato un finale di campionato aperto.

Il Napoli è meritevole di essere primo in classifica ed il 4 a 0 non toglie questo merito, come sarebbe troppo riduttivo dire “sì, abbiamo perso, ma tanto il divario resta enorme”.
La situazione più giusta sarebbe quella di considerare che nella doppia sfida coloro che a fine campionato cederanno lo scettro di campioni d’Italia non hanno demeritato al cospetto di chi è stato capace (tolte le tre sconfitte subite con Inter, Lazio e Milan) nelle altre venticinque gare di costruire il suo fortino, di creare i giusti presupposti per arrivare a vincere lo scudetto. Il Milan si è perso dove il Napoli sta costruendo il suo trionfo!
Come non c’è un divario di quattro reti tra le due squadre, non c’è un divario di venti punti, ma forse neanche quindici-dieci. La distanza è figlia della stagione, di chi è stato più bravo o meno.

E domenica il Milan è stato più bravo a differenza del Napoli che non stava pensando alla Champions League, non stava pensando a tirare i remi in barca, ma si è trovato davanti una squadra che aveva fame di vittoria, quella stessa fame e voglia di vincere che ha il Napoli quando lo vediamo giocare bene, e domenica il Milan ha giocato meglio, quando lo vediamo dominare l’avversario e domenica questo non è avvenuto, anzi il contrario, o quando alla fine sarà campione d’Italia perché lo ha meritato.

Basterebbero giudizi più armonici, senza fare dietrologia o portarsi troppo avanti nell’analisi per capire che domenica nessuna delle due avrebbe voluto perdere... figuriamoci con un risultato così pesante.