Notti magiche inseguendo un gol, ed una prestazione da Milan…

Quando viviamo notti come quella di ieri, che ti entrano dentro e rimangono come un qualcosa da conservare per molto tempo, da riprendere in mano per non dimenticarle mai, bisogna solo far parlare emozioni e sentimenti.
Quelli assopiti da troppo tempo, ma mai cancellati, che avevano bisogno di trovare ispirazione e coraggio con una prestazione all’altezza della storia europea del Milan.
Emozioni vissute dal primo all’ultimo minuto di gioco che trovano la massima manifestazione a fine gara e accompagnano la notte ed il giorno, nell’attesa di ritornare presto in campo.

Le premesse non erano certamente buone. La gara di andata e, soprattutto, l’ultimo mese dei rossoneri avevano lasciato in bocca il sapore amaro di una stagione altalenante, con tanti problemi da risolvere e con tanti dubbi e critiche con cui fare i conti.
Neanche il più ottimista dei tifosi avrebbe immaginato di vivere una serata così. Il Psg era considerato un avversario ostico e la differenza tra le due squadre sbandierata alla vigilia. Per lo più il Milan veniva da un filotto di partite dove il tabellino dei marcatori era arido, (vedi Newcastle e Borussia) nonostante abbia avuto numerose occasioni, non concretizzate.
Al cammino europeo si aggiungeva la sconfitta contro l’Udinese, figlia di una partita preparata male e di sensazioni negative che il campo aveva trasmesso all’esterno.

Invece possiamo raccontare un Milan diverso, che ci rimette in pace col cuore e dà fiducia su quelle che sono le potenzialità di questo gruppo. Con un risultato avvalorato dall’impegno profuso da coloro che sono scesi in campo.
Questo non vuol dire che tutti i problemi (nel caso ci fossero) siano stati risolti, ma la vittoria contro i parigini è stata una buona medicina per combattere i sintomi di un “raffreddamento” che, nell’ultimo mese, ha condizionato tutto l’ambiente.

Ieri il Milan ha vinto grazie ad una grande prestazione, quella che é venuta a mancare spesso sia nelle vittorie che nelle sconfitte, o che abbiamo visto in maniera saltuaria e sporadica. Probabilmente, al netto di alcuni spezzoni, o di gare dove non si è segnato, è stata la migliore di tutta la stagione. Nel rapporto gioco-risultato, la più bella dei rossoneri. Senza dimenticare quella contro il Newcastle, il primo tempo contro il Napoli o i primi venti minuti con la Juventus.

Una partita preparata bene, condizione necessaria per far sì che i giocatori in campo possano rendere al meglio. Una sfida dove l’attenzione, la generosità, l’impegno sono stati i cardini per portare a casa il risultato.
Quando c’era da difendere il Milan, nonostante il gol preso, ha tenuto a bada il miglior giocatore del Psg; quando c’era da buttare la palla il più lontano possibile dall’area di rigore non si è fatto gli schizzinosi; quando c’era da attaccare gli spazi creati e concessi dalla squadra di Luis Enrique non si è fatto pregare.
Neanche il gol a freddo ha sfaldato l’unità della squadra di Pioli, la quale sapeva benissimo d’avere a disposizione un solo risultato utile per poter continuare a sognare il passaggio agli ottavi. La vittoria del Borussia Dortmund non concedeva ulteriori passi falsi ma, alla luce della classifica aggiornata, i rossoneri sono nella condizione d’essere loro i padroni del proprio destino…

…Il gol del vantaggio parigino nasce da un errore difensivo che ha permesso a Škriniar di segnare indisturbato. Troppo facile e troppo brutto per pensare che la partita finisse lì. Tanti dubbi e tante situazioni viste e riviste sono passate per la testa dei tifosi, ma pian piano abbiamo assistito ad una gara giocata alla pari, nonostante le occasioni concesse nelle quali Maignan ha dato (nel caso ce ne fosse stato bisogno) riprova delle sue qualità indiscusse.
Pian piano il Milan ha costruito la sua gara. L’ha fatto con attenzione un passo alla volta, fino al pareggio di Leao per arrivare al gol (come qualcuno ha ricordato) alla Mark Hateley di Olivier Giroud.
Il gol di Leao ha spezzato un digiuno che durava da troppo tempo e la prestazione (al di là della marcatura) del portoghese sono state un segnale a coloro che chiedevano risposta dal suo talento. Si è sacrificato tanto in fase difensiva, un’ira di Dio contro i difensori francesi negli spazi creati grazie alla sua tecnica abbinata ad una corsa travolgente. Gli avversari saltati spesso hanno dovuto usare il fallo come arma di difesa per contrastarlo.

Questo è il Leao che i tifosi vorrebbero sempre vedere e non quello lontano anni luce dal suo reale valore.
Stesso discorso per Oliviero. In area di rigore ha sempre fatto gol. I cross dagli esterni (quei pochi che il Milan di solito produce per via del suo modo di giocare) sono sempre stati capitalizzati dall’attaccante milanista. Biglietto da visita, soprattutto in nazionale, e occasione ghiotta per essere protagonista davanti alla porta.
Ma fermarsi solo ai marcatori sarebbe riduttivo e peccaminoso. Ieri il Milan ha indossato il vestito buono della Champions grazie al collettivo e alla coesione dei suoi interpreti. Theo pennella splendidamente nell’area di rigore un cross velenoso che chiede solo di essere trasformato in rete; Loftus Cheek dà equilibrio in una posizione di campo che ricorda quella di Kessié nell’anno dello scudetto e permette al Milan di giocare in una certa maniera, di essere pericoloso e maggiormente coperto in fase difensiva. La sua forza fisica ed il suo atletismo danno vigore alla manovra e la sua assenza nell’ultimo mese si è fatta sentire.

Ma citando solo questi nomi so, in partenza, di fare un torto perché, come ricordavo precedentemente, ognuno ha dato un contributo importante alla causa. Aggiungere a questi Maignan sarebbe stato troppo facile. Ma farei un torto se dimenticassi di citare almeno altri due giocatori: Bonera e Musah.
Il primo esemplare in fase difensiva gioca una gara di sacrificio. Aiutato dai compagni annulla Mbappé e non è la prima volta che il buon Daniele si trova a dover fare i conti con avversari di un certo livello. Per i più smemorati chiedere a Kvaratskhelia come è stato dover “fare i conti” con lui.
L’Americano, schierato in un centrocampo che prevedeva Reijnders e Loftus Cheek, ha dato prova di poter giocare in quella posizione e di essere un ipotetico titolare su cui poter contare.
Ma tutti meriterebbero un aggettivo per evidenziare i loro meriti…

… Per concludere. Quella scesa in campo, dal primo minuto, può essere considerata la formazione titolare, un undici da imparare a memoria che dà maggiori garanzie per il futuro.
Però nelle cose belle, visto che sono talmente belle, va ricercato anche qualcosa da correggere e migliorare. Altrimenti ci si dimentica di tutti i discorsi fatti finora. E farlo quando vinci, giocando bene è più salutare e meno catastrofistico.
Il gol preso è una di queste, in altre situazioni, lo avremmo pagato a caro prezzo.
Ma la gara ci lascia con una speranza e con un dubbio.

Visto che le prestazioni sono state altalenanti in questo inizio di stagione è possibile riproporre questa tipologia di calcio con continuità?
Il Milan di ieri è stato bello ma soprattutto equilibrato. Si è scelto di ritardare i cambi in virtù di questo equilibrio o perché si rischiava di perderlo?
Queste risposte ce le darà solo il campo. Certo è che la sfida con il Psg è lo Zenit a cui il Milan deve fare riferimento se vuole ritagliarsi una stagione da protagonista.
Per ora conserviamo le emozioni che ci ha regalato perché sono quelle che tutti noi vogliamo vivere, sempre!