Alzi la mano chi non ricorda Kevin, il personaggio del film “Mamma ho perso l’aereo! Piccolo riassunto per coloro che lo hanno dimenticato.

La famiglia McCallister si prepara per andare a festeggiare il Natale a Parigi, ed i preparativi coinvolgono tutti i membri. Sono pronti per partire ma, all’improvviso una distrazione costa cara, il figlio più piccolo viene dimenticato a casa, senza che nessuno se ne accorga. Solo sull’aereo già in volo la madre prende atto della sua assenza. Da quel momento la storia entra nel vivo. Mentre la mamma è disperata, ha paura di come suo figlio possa stare da solo; Kevin invece è felice e riesce, anche con la giusta dose di inventiva, a superare le varie difficoltà che incontra quotidianamente. Alla fine il solito happy end riunisce tutte la famiglia ed i cattivi vengono sconfitti. Amen!

Ma cosa c’entra la storia di Kevin con la partita del Milan di ieri notte?
Facilissimo! Basterebbe prendere alcune “sentenze” odierne per evidenziare come il Milan sia stato giudicato per il pareggio di Bergamo. E allora via pronti per: “Mamma ho pareggiato a Bergamo”, film della durata di novanta minuti, con una storia però ancora tutta da scrivere.
Sì, perché aver pareggiato contro la squadra di Gasperini, alla seconda giornata, a casa loro, parrebbe un brutto passo falso. Siamo passati dalle lodi per la vittoria contro l’Udinese (anche lì c’erano state delle sbavature difensive, sopperite dall’attacco milanista, capace di ribaltare il risultato e portare a casa una vittoria di squadra.
È passata una settimana, è bastato un pareggio per correggere in corsa la troppa euforia per questo gruppo che, aveva fatto un gran precampionato, attento nella preparazione a non forzare e a creare le giuste condizioni, affinchè ci si potesse allenare per una stagione atipica (visti i mondiali invernali). Insomma tutto alla perfezione come avevano fatto i McCallister prima della partenza per la vacanza parigina.
Un piccolo intoppo, alla seconda giornata, con un avversario che darà problemi anche alle altre durante il corso della stagione e tanti preoccupati per questo Milan, dimenticando che il tempo gioca a suo favore e che ieri, con un po' di attenzione maggiore, avrebbe anche potuto portare a casa il risultato.
Certo, non bisogna essere per forza troppo teneri con questo gruppo, che deve dimenticare in fretta le feste e i bagordi per uno scudetto vinto meritatamente. Allo stesso tempo occorre fiducia, quella che molto spesso non gli è concessa quando si parla della lotta scudetto, quando si parla di chi è favorito ad inizio anno.
In tanti, a fine del campionato appena trascorso, hanno dovuto spiegare la vittoria rossonera e alcuni non sono stati capaci di farlo, cercando scuse poco plausibili.
Anche quest’anno il ritornello di inizio stagione non è cambiato e la diffidenza verso la conferma del titolo è manifestata quotidianamente. Quale occasione migliore se non il pareggio di Bergamo. Non oso immaginare se l’avversario fosse stato meno forte, rispetto all’Atalanta, perché i catastrofismi sarebbero stati maggiori. Ma va bene così, perché ripeto il tempo gioca a favore dei rossoneri, che però qualche cosa devono ancora registrare.

La prima cosa da fare è non prendere gol come accaduto nel finale di stagione. Grazie a questo i rossoneri hanno spostato gli equilibri ed hanno conquistato il diciannovesimo scudetto. I cleen sheet sono stati la forza per conquistare punti pesanti, concedendo poco o niente agli avversari. Ora la squadra viene da tre gol subiti in due partite, figlie di un centrocampo che filtra in maniera minore rispetto al passato, e alla poca concentrazione nel difendere di squadra.
I gol dell’Udinese e dell’Atalanta, passate in vantaggio in maniera sorprendente, hanno costretto i ragazzi di Pioli ad inseguire e a ritrovarsi a spendere maggiori energie per riportare la partita secondo i canoni consoni della preparazione settimanale.
La seconda cosa da fare è completare la rosa. Mancano ancora due giocatori e questo sarà importante soprattutto nella fase in cui l’allenatore dovrà fare turn over per via dei numerosi impegni. Se contro l’Udinese la mediana era composta da Bennacer e Krunic (quest’ultimo infortunato in settimana e non disponibile per circa un mese), ieri c’è stato il ritorno di Tonali, da titolare, recuperato da un infortunio occorso durante la preparazione estiva. Il ragazzo, nonostante tutto, ha giocato l’intera partita per l’assenza di soluzioni alternative in panchina. La partenza di Kessié non è stata ancora sostituita e alla lunga questo potrebbe pesare. Se l’assenza di Donnarumma, Calhanoglu e Romagnoli non hanno pesato in questo gruppo, l’addio di Kessiè è ancora una falla che deve essere coperta.
La terza è l’inserimento dei nuovi. In queste prime due gare gli undici scesi in campo dall’inizio sono gli “eroi” che hanno riportato lo scudo a Milano. Solo a partita in corso si sono visti De Katelaere e Origi, mentre Adlì, autore di un buonissimo precampionato, non è stato ancora chiamato in causa.
Con l’inserimento di questi giocatori il Milan si è rinforzato rispetto alla stagione precedente, e gli acquisti hanno il compito di fare meglio in quelle zone del campo, dove il Milan era obbligato a trovare soluzione diverse.
Per queste tre cose il miglior alleato del Milan è il tempo, che non si è certamente esaurito con il pareggio di ieri.
Intanto è stato il primo match di cartello, ed il Milan continua nel suo trend positivo negli scontri con le altre “sorelle”. Mentre altri vincevano con Lecce e Spezia, trovando consensi da primi della classe, i rossoneri si sono trovati al primo vero ostacolo di stagione, e tanti ce ne saranno, che metteranno alla prova le sue reali intenzioni. Ma soprattutto, e lo rimarco per i più disattenti, è il gioco del Milan la miglior garanzia grazie ad una base solida da cui si è ripartiti, che va consolidata col tempo.
E mentre qualcuno continuerà a scrivere dei problemi del Milan solo per evidenziarli e mettere paura, i rossoneri (come Kevin) andranno dritti per la loro strada e cercheranno di uscire vincitori dalle voci e dai cori ostili. Con la consapevolezza che il tempo dei festeggiamenti è finito e che tutto quello che è stato fatto in passato conta poco in questa stagione.
Resettando tutto e mettendoci attenzione, entusiasmo e meticolosità nella preparazione alle partite si potranno superare le falle di inizio anno, che non devono essere per forza un campanello d’allarme per il proseguo della stagione.

I veri problemi del Milan sono gli stessi che accomunano le squadre in questo periodo. Non devono ingannare risultati e prestazioni perché, come insegna qualcuno, i cavalli si vedono all’arrivo, pur con la variabile di una stagione che potrebbe regalare sorprese, per l’alta densità delle partite concentrate nei vari calendari.
Ecco perché il pareggio di Bergamo non deve esser visto come un passo falso, un passo indietro rispetto alla settimana precedente o un’occasione sprecata. Se il punto preso ieri, in un campo dove in tanti troveranno difficoltà, fosse stato preso in un’occasione differente staremmo leggendo commenti diversi e parleremmo di un bicchiere mezzo pieno.

Siamo solo all’inizio di un percorso lungo, tortuoso, dove non sempre i pronostici vengono rispettati. Ne sanno qualcosa coloro che hanno dovuto accettare il trionfo del gioco e delle idee dei rossoneri a discapito di chi aveva investito tanto o aveva un monte ingaggi superiore.
Ci vuole tempo e pazienza. Il tempo come detto è dalla parte del Milan. È la pazienza da parte dei tifosi che deve rimanere forte, senza intaccare la fiducia verso una società che ha sempre lavorato in silenzio, facendo parlare i fatti alle parole.
E, alla fine, come Kevin, i rossoneri saranno capaci di non arrendersi mai, davanti alle prime difficoltà, per provare a ripetersi secondo il loro copione, secondo il loro spartito.

Mamma ho pareggiato a Bergamo… in tanti in futuro, durante questo campionato, vorranno girare lo stesso film!