Giocare al “Bentegodi” riporta alla luce il “solito” ritornello sulla "Fatal Verona", utile soprattutto quando il Milan non vinceva in terra scaligera. Un refrain che sarebbe potuto essere adottato anche ieri, vista la prestazione dei rossoneri, ma che è stato rimesso prontamente nel cassetto, in attesa delle prossime stagioni.

Già da un anno però, abbiamo finalmente coniato un’alternativa che ha ripagato noi tifosi con altrettante vittorie. Sto parlando della “Tonal Verona”. Per fortuna c’è Sandrino, direbbe qualcuno, a sbrogliare una matassa che stava rischiando di costare cara. Perché sia lo scorso anno, nella partita di ritorno, che ieri, è stato lui ad incidere in fase realizzativa, permettendo di tenere il passo dei primi in classifica.
Il Verona si deve arrendere così ad un Milan che non ha disputato certamente una buona partita, ed il suo centrocampista, ormai leader di questa squadra, toglie le castagne dal fuoco nonostante i numerosi errori commessi.

In questa Tonal Verona non bisogna guardare solo al risultato, non prendendo in considerazione alcune tematiche figlie della partita e della situazione attuale. Si rischia seriamente di posticiparle e, onestamente, andrebbero prese in mano anche quando il risultato sorride a proprio favore.
Senza che qualcuno possa accusarmi di lesa maestà o poco milanismo, nonostante la vittoria non mi ritengo soddisfatto, perché si è rischiato più del dovuto e non è la prima volta.
Se contro le “big” il Milan ha sempre offerto prestazioni di un certo livello, Verona ha confermato le difficoltà che erano già emerse contro Sassuolo ed Empoli. E se contro il Napoli il Milan non meritava di perdere, probabilmente, contro i gialloblu, non meritava di vincere.

Qualcuno mi ricorderà “meglio brutti e vincenti che belli e perdenti”, ma questa filosofia alla lunga non paga. Conta anche quello che metti in campo. Qualcuno oggi parlava di partita di carattere e che non si può sempre fare bene. Contavano i tre punti vero, ma conta anche dare voce a domande che attendono ancora delle risposte.
Sono ben felice che il Milan abbia vinto, ci mancherebbe altro. Quando il Milan vince siamo tutti contenti. Il problema è quando la vittoria non arriva e allora tiriamo fuori dal cassetto quelle critiche che sarebbe meglio analizzare meglio quando la vittoria è una buona medicina per affrontarle.
Invece oggi in tanti hanno guardato solo al risultato, il famoso corto muso che piace tanto ad Allegri, ma noi siamo il Milan e c’è poco da stare allegri quando le cose non vanno per il verso giusto.
Con il Verona devi e dovevi fare di più, sempre con il rispetto dovuto ad una squadra che ha disputato una degna partita giocandosela, senza chiudersi in difesa. a ritmi altri e mettendo più di una volta in difficoltà la retroguardia rossonera, che ha sbandato per leggerezza e per poca sicurezza.

Il Milan ha le qualità per fare di più e ci ha abituato bene quando ha saputo mettere in campo quelle migliori. Invece, se devo guardare in sintesi la gara di ieri, il miglior Milan si è visto solo quando è passato in vantaggio con il solito Leao, capace di causare l’autogol veronese e quando Giroud si è ritrovato tra i piedi la palla del raddoppio, sprecandola clamorosamente. È vero che con due gol di scarto non si può dire che la partita sarebbe stata chiusa ma, probabilmente, avrebbe spostato gli equilibri e messo in discesa il tutto. Sul due a zero non ci sei andato, da quel momento, soprattutto dopo il pari, un Verona dinamico ed un Milan statico e lento sono stati il leit motiv della gara. Il mondo si è letteralmente capovolto ed i giocatori di Bocchetti non hanno mai abbassato la guardia, giocando fino alla fine, colpendo una traversa e tirando tante volte nello specchio della porta. I due interventi di Thiaw, entrato al posto di Leao per una migliore protezione difensiva, sono stati provvidenziali e utili affinchè il Milan prendesse tre punti d’oro.
Dire il contrario non è fare un favore al Milan. Fare un favore è dire che è stata una vittoria difficile, importante perché sono tre punti che in futuro possono rivelarsi utili per la vittoria finale, che permettono al Milan di continuare nel suo percorso prima della pausa mondiale. Questi sono gli unici messaggi positivi della gara. Dopo vai a vedere che ci sono delle cose che lasciano perplessi.

La prima è legata alla formazione iniziale. Questo Milan non può fare a meno di un giocatore come Bennacer, che detta i tempi e permette alla squadra di avere ritmo. L’unico che si prende la responsabilità di imbastire l’azione e di innescare l’azione offensiva rossonera, dando la giusta intensità. Il Milan a centrocampo ha trovato grosse difficoltà e, in questo momento Bennacer con Tonali e Pobega garantiscono maggiore sicurezza e affidabilità. Ieri poi, abbiamo capito perché Adlì non aveva trovato ancora il suo spazio all’interno di questo Milan. Al di là della preparazione precampionato il francese ha dovuto guardare i suoi compagni dalla panchina e tutti noi a chiederci come mai il ragazzo non avesse avuto l’occasione per mettersi in mostra. La gara ha mostrato come ancora i suoi tempi e modi di gioco non siano adatti al nostro campionato e al modo di giocare del Milan. Senza nulla togliere alle qualità che sembrano siano nel bagaglio tecnico del giocatore. Troppo poco però quello visto a Verona e l’allenatore non ha potuto far altro che sostituirlo. Ci saranno altre occasioni, ma ieri è stata una di quelle che doveva sfruttare meglio, ma troppo leggero nelle giocate e tanti duelli persi in mezzo al campo.

Un’altra situazione che ha lasciato perplessi è legata alla difesa rossonera, in primis Tatarusanu. Il portiere rossonero non dà la giusta sicurezza alla retroguardia rossonera, ieri si è sentita la mancanza di Maignan perché molto spesso è venuto a mancare qualcuno che aiutasse i compagni a sentirsi protetti e nel dare la giusta carica. Il reparto rossonero ha patito queste mancanze e si è visto in campo, dove numerosi errori hanno permesso al Verona di creare delle occasioni dentro l’area di rigore. Doveva registrare meglio la difesa, aiutandola anche nelle uscite e non rimanendo ancorato tra i pali.
Ciò però non deve essere l’alibi per i compagni perché della retroguardia si salvano solo Tomori e il neo entrato Twiaw.

Ultima considerazione è data dall’apporto dei nuovi. Prima delle gare del fine settimana, prendendo in considerazione queste squadre (Juve, Napoli, Lazio, Atalanta, Roma, Udinese, Inter), oltre al Milan, una classifica mette in evidenza come i rossoneri siano all’ultimo posto per minuti giocati dei nuovi arrivati. 882 minuti. Un dato che mette in evidenza come molto spesso il Mister abbia dovuto utilizzare la “vecchia guardia” per vari motivi. In alcuni casi per via di infortuni vari, ma anche per scelta tecnica. Solo ieri abbiamo visto per la prima volta in campionato Adlì e Thiaw. Origi è subentrato allo stakanovista Giroud ed aveva saltato tutta la preparazione estiva perché veniva da un infortunio. Alcuni, quando sono stati chiamati in causa non hanno fornito prestazioni adeguate e altri devono ancora trovare il loro spazio con più continuità. Di conseguenza vengono a mancare alcune alternative che permettano al Milan di fare bene, invece è ancora marcata la differenza tra coloro che sono al Milan oramai da tanto tempo e quelli che ancora necessitano di tempo per far vedere le loro capacità.
In tutto questo però il Milan deve far quadrare questi aspetti con un calendario fitto che non permette pause o battute d’arresto.

Ma io credo in questo gruppo e sosterrò sempre la società, in tutte le sue componenti, che ha dimostrato con i fatti di sapersi muovere bene. E molto probabilmente queste considerazioni nascono anche dal fatto di cosa aspettarsi dal Milan, perché con le grandi si dimostra grande, ma in alcune gare perde molto della sua sostanza.
Ieri si è rischiato tanto ma per fortuna oltra ad una “Fatal Verona” esiste anche una “Tonal Verona”