Doveva essere la “Fatal Verona”, invece è stato un Milan versione “Femme fatale”.

Dotato di un fascino irresistibile ha illuso il Verona, ma alla fine è risultato meritatamente vincitore, giocando un calcio intelligente e creando tante occasioni nell’area avversaria.
Questa squadra ha consapevolezza dei propri mezzi, capace di guidare la partita secondo ritmi consoni, giocando con intensità e voglia di vincere.
Ha creato come sempre tanto per portarsi in vantaggio. Alla fine è stato il Verona a segnare per primo la rete che non ha comunque spostato gli equilibri in campo. Questo Milan ha dato prova di saper subito reagire e non si è perso nonostante lo svantaggio perché ha carattere, ha “gamba”, ha una condizione fisica che gli permette di stare in partita per tutti i novanta minuti.
Come accaduto spesso in questo campionato, il non esser riuscito a concretizzare subito lo porta ad inseguire gli avversari, ma questo Milan non ha timore e gioca come sa fare meglio.
Nello svantaggio ha capito che, per uscire dal campo con il massimo dei punti, avrebbe dovuto continuare a giocare ma essere più incisivo davanti. E così è stato!

È stata una gara dove le tensioni si palpavano già da molto tempo. Gli stessi giocatori del Verona ci tenevano a fare bella figura e si sono motivati durante la settimana e, pur sconfitti, hanno dato prova di non arrendersi, giocandosela a viso aperto.
Lo stesso concetto di “Fatal Verona” era presente nelle varie discussioni sportive e riportava alla luce brutti ricordi di scudetti persi all’ultima curva. Ma stavolta Verona ha un sapore dolce. È il miele di questo campionato perché campo difficile e squadra ben attrezzata. Ed è lo slancio per le ultime dure gare affinché si possa arrivare al traguardo finale da primi in classifica.
Il Verona non è stato la vittima sacrificale, come giusto che fosse, ma la preparazione verbale alla partita ha lasciato spazio a quella sul campo e lì, Pioli, l’ha preparata benissimo, non sbagliando niente, scegliendo i suoi uomini in base alla consapevolezza di quello che sarebbero stati in grado di dargli.
Lo stesso Krunic, messo sulla trequarti al posto di Diaz, ha ripagato il tecnico della scelta, dando l’idea che da qui fino alla fine il Milan avrà bisogno dell’apporto di tutti per arrivare a destinazione.
Un percorso in cui mancano due fermate. La prima domenica in casa contro l’Atalanta, ed infine a Sassuolo. Servono quattro punti (una vittoria ed un pareggio) ma non sarà facile, come non lo era ieri in terra veneta.

L’Atalanta verrà a Milano cercando ancora di alimentare speranze di qualificazione europee. Non è la squadra degli scorsi anni, ma certamente proverà a conquistare quei punti che tengano viva questa fiammella. Tanto è vero che dopo la vittoria con lo Spezia, i ragazzi allenati da Gasperini hanno fatto capire che giocheranno per un solo risultato ed il Milan dovrà rispondere sul campo e guadagnare con merito i punti che mancano per il sogno scudetto.
Le tre sfide (Verona, Atalanta e Sassuolo) rievocano antichi ricordi. Se la prima era un incubo per i sogni dei Milanisti, l’Atalanta è la chiusura di un cerchio iniziato a Bergamo qualche tempo fa.
Vincere contro la Dea significherebbe mettere un punto definitivo su quel 5 a 0 del 22 dicembre 2019. Un Milan dominato nei novanta minuti, che ancora stava cercando di recuperare la sua identità ed il suo spirito. Ma che oggi è tornato a rappresentare un’idea di calcio propositiva e di alta classifica.
Tanto è vero che i valori in campo mostrano come da quella gara sia cambiato completamente il corso degli eventi e siano ristabiliti i rapporti di forza tra le due squadre.

Domenica ci sarà il pubblico delle grandi occasioni, quel pubblico che sta riempiendo lo stadio nelle partite in casa e che segue la squadra nelle trasferte. Da dodicesimo uomo affianca i rossoneri accompagnandolo ovunque. Anche ieri a Verona metà stadio era rossonero, così come avvenne durante Lazio-Milan dove tanti tifosi scelsero di essere presenti nella trasferta capitolina.
C’è un legame forte, c’è voglia di giocarsela tutti insieme. Chi sugli spalti, chi in campo, chi in panchina o in tribuna, Tutti uniti verso un unico obiettivo. Tutti uniti per regalare forma a quel sogno.
Il Milan avrà bisogno di tutti. Sia da chi gioca tanto che da chi gioca meno. Krunic è l’esempio di come occorra farsi trovare pronti quando il Mister, in una partita importante come quella di ieri, ti manda in campo dall’inizio.
Ma se devo scegliere tre uomini copertini della sfida contro il Verona i nomi non possono che essere quelli di Tonali, Leao e Florenzi.
Sandro ha festeggiato il compleanno con una doppietta, ma soprattutto con una prestazione da leader. Gol importanti che sono valsi i tre punti, così come contro la Lazio, e carattere che sprigiona un “Milanismo” innato.
L’apprendistato dello scorso anno ha portato Tonali ad essere imprescindibile per questa squadra. Capace di farsi trovare al posto giusto e al momento giusto, insieme a Leao hanno preso per mano il Milan.
Tonali ha concretizzato i due assist del portoghese ed insieme trascinano il Milan verso prospettive tricolori. Come fecero Weah e Boban che furono capaci di guidare il Milan di Zaccheroni verso uno scudetto inaspettato, ma pieno di significato.
Le accelerazioni ed i dribbling di Leao sono carezze per i compagni che devono solo spingere la palla in rete. Sono quel punto di forza per creare superiorità numerica e problemi per le difese avversarie. E Sandro ne è stato il terminale offensivo.
I due sono "i bravi ragazzi" di questa squadra e la società è consapevole di quanto possono dare al Milan sia nel presente che nel futuro.
L’ultimo nome da copertina è quello di Florenzi. Il ragazzo è tornato in campo dopo un infortunio, subentrando a Calabria, quasi a fine partita. Oltre al gol del definitivo 1 a 3, ha fatto ricordato dell’importanza di personaggi come lui, Kjaer ed Ibra nello spogliatoio.
Sono uomini così che aumentano il valore di una squadra giovane ma che sta crescendo e ottenendo risultati sul campo. E sono sostegno e guida per fare sempre meglio.
Penso che Florenzi, a fine stagione, debba esser riscattato perché ha meritato di indossare la maglia rossonera, perché ha capito la mentalità e sarebbe il giusto premio per quello che ha sempre dato.
Ma il Milan ha sempre un occhio attento e certamente proverà a trovare la giusta quadra affinché il ragazzo possa continuare la sua avventura rossonera.

Tornando alle rimanenti gare. Occorre prepararle con dovizia di particolari, e Milanello è il luogo sacro dove dare vita alle prestazione da mettere in campo. Tocca all’allenatore e alla squadra creare le condizioni affinché questo avvenga sia contro l’Atalanta che con il Sassuolo.
In questo momento non puoi sbagliare niente. Questo vale sia per il Milan, sia per l’Inter che deve inseguire. E saranno proprio i particolari che faranno la differenza per centrare il successo finale.
Nessuno di noi ad inizio campionato, neanche il più ottimista, sarebbe stato in grado di prevedere un Milan ricostruito in poco tempo dalle fondamenta e capace di lottare per lo scudetto.
Se fosse un libro da raccontare, fino a questo momento abbiamo assistito all’evolversi della trama. Se prima aveva i contorni di un genere fantasy, ad un certo punto ha rischiato di diventare Horror, anche per via dei numerosi errori che il Milan aveva pagato a caro prezzo, che hanno rischiato di compromette la stagione.
Per fortuna invece stiamo vivendo un racconto di avventure che spero possa diventare, a fine campionato, un romanzo emozionale a tinte rossonere.
Verona non è mai stata dolce come ieri notte, altro che fatale!